L’equilibrio dell’ecosistema, la condivisione delle risorse disponibili, l’accesso universale ai beni comuni, uno sviluppo autenticamente sostenibile, l’affermazione della dignità e dei diritti di ogni persona, popolo, nazione e religione nell’ampio contesto planetario: sono stati questi i temi di discussione di un incontro sul “Dopo Copenhagen, per la salvaguardia del creato” tenutosi a Firenze.
Agenzia Misna - Passato sotto silenzio dai grandi media, all’incontro hanno preso parte studiosi ed esponenti di varie religioni puntando l’obiettivo sui nodi irrisolti trattati lo scorso Dicembre a Copenhagen durante il vertice internazionale sui cambiamenti climatici promosso dall’Onu. Aprendo l’incontro, Riccardo Petrella - professore di Ecologia umana, presidente dell’Ierpe (Istituto europeo di ricerca sulle politiche dell’acqua) e membro del Wpf (World Political Forum) – ha sottolineato le promesse mancate dalla Conferenza di Copenhagen e parlato del rischio concreto e già in atto di una “privatizzazione del pianeta, di una appropriazione privata dei beni comuni pubblici essenziali e insostituibili per la vita e per il vivere insieme”. Parlando a nome della comunità islamica della Regione Toscana, Silvia Hallak ha ricordato gli insegnamenti islamici “che promuovono la scienza e l’applicazione dei progressi per avere una vita sana e migliore con salvaguardia per l’ambiente, per le piante e per gli animali” sottolineando che al di là del credo di ciascuno, la salvaguardia dell’ambiente “è un argomento “così importante, così vasto che coinvolge tutte le comunità”.
L’iniziativa di Firenze è stata sostenuta dai promotori della Proposta di Sezano, un appello sottoscritto nel 2009 presso il monastero di Sezano (Verona) da cittadini italiani di diverse religioni che invita a difendere l’acqua, quale “principale fonte di vita per gli esseri umani come per tutte le altre specie viventi” assieme all’aria, al sole e alla terra. Nel loro appello i sostenitori della proposta affermano “che è venuto il tempo - nell’era di una globalizzazione del mondo che cerca di diventare umanamente giusta, socialmente fondata ed ambientalmente responsabile - che l’acqua sia finalmente oggetto di un grande Patto Mondiale”.
Agenzia Misna - Passato sotto silenzio dai grandi media, all’incontro hanno preso parte studiosi ed esponenti di varie religioni puntando l’obiettivo sui nodi irrisolti trattati lo scorso Dicembre a Copenhagen durante il vertice internazionale sui cambiamenti climatici promosso dall’Onu. Aprendo l’incontro, Riccardo Petrella - professore di Ecologia umana, presidente dell’Ierpe (Istituto europeo di ricerca sulle politiche dell’acqua) e membro del Wpf (World Political Forum) – ha sottolineato le promesse mancate dalla Conferenza di Copenhagen e parlato del rischio concreto e già in atto di una “privatizzazione del pianeta, di una appropriazione privata dei beni comuni pubblici essenziali e insostituibili per la vita e per il vivere insieme”. Parlando a nome della comunità islamica della Regione Toscana, Silvia Hallak ha ricordato gli insegnamenti islamici “che promuovono la scienza e l’applicazione dei progressi per avere una vita sana e migliore con salvaguardia per l’ambiente, per le piante e per gli animali” sottolineando che al di là del credo di ciascuno, la salvaguardia dell’ambiente “è un argomento “così importante, così vasto che coinvolge tutte le comunità”.
L’iniziativa di Firenze è stata sostenuta dai promotori della Proposta di Sezano, un appello sottoscritto nel 2009 presso il monastero di Sezano (Verona) da cittadini italiani di diverse religioni che invita a difendere l’acqua, quale “principale fonte di vita per gli esseri umani come per tutte le altre specie viventi” assieme all’aria, al sole e alla terra. Nel loro appello i sostenitori della proposta affermano “che è venuto il tempo - nell’era di una globalizzazione del mondo che cerca di diventare umanamente giusta, socialmente fondata ed ambientalmente responsabile - che l’acqua sia finalmente oggetto di un grande Patto Mondiale”.
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