Amnesty lancia un comitato per tradurre in legge le carte fondamentali sui diritti umani
PeaceReporter - Il 2010 potrebbe segnare una svolta cruciale nella difesa dei diritti umani in Australia. Il Paese è infatti al momento l'unica nazione democratica del mondo ad essere priva di un sistema giuridico generale di protezione dei diritti umani, inteso come carta dei diritti fondamentali o bill of rights. La maggior parte dei paesi nel mondo hanno infatti già adottato una carta dei diritti fondamentali, ispirati agli strumenti internazionali piu' importanti per garantire la tutela dei diritti umani fondamentali, quali la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, il Patto internazionale sui diritti civili e politici e il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali del 1966. Nonostante Sidney abbia da tempo ratificato questi documenti, non li ha tuttora resi completamente parte del proprio sistema giuridico. Numerose organizzazioni internazionali per i diritti umani, tra cui Amnesty International Australia, ritengono che questa situazione comporti non solo la mancata conformita' da parte dell'Australia verso importanti impegni internazionali, ma soprattutto mette troppo frequentemente a rischio la tutela di diritti umani fondamentali.
Alcuni esempi eclatanti riguardano il caso di rifugiati minorenni che arrivano sulle coste dell'Australia per richiedere asilo: seppure non abbiano raggiunto la maggiore età, vengono trattenuti in centri di identificazione e detenzione, così contravvenendo alla Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti del Fanciullo. Qualche anno fa, poi, l'introduzione di nuove leggi sul crimine di sovversione dello stato, approvate nell'ambito della legislazione anti-terrorismo, ha fortemente limitato la libertà di parola, privando i cittadini di diritti fondamentali e contravvenendo al Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966.
Perché gli Australiani richiedono uno Human Rights Act? In seguito alla crescente preoccupazione di una parte della società australiana sulla incapacità dell'attuale sistema giuridico di garantire la protezione di diritti umani fondamentali, quali liberta' di espressione, diritto ad un processo equo, liberta' di associazione e liberta' dall'essere detenuti senza giudizio, e' stata lanciata una campagna di sensibilizzazione per chiedere che venga approvato al piu' presto uno Human Rights Act.
Negli ultimi anni si sono infatti verificati allarmanti fenomeni che hanno spesso scalfito l'uguaglianza, la tolleranza e la dignita' di numerosi individui, sottolineando cosi' il bisogno urgente di rafforzare la tutela giuridica di importanti diritti. Il movimento che chiede lo Human Rights Act ritiene quindi che tale strumento possa diventare estremamente utile nella tutela di diritti e liberta', non solo per i cittadini australiani, ma in generale per tutti coloro che arrivano e risiedono in Australia.
Questo strumento avrebbe il potenziale di rafforzare gli sforzi e gli obiettivi delle campagne di sensibilizzazione di Amnesty International e di altre organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti umani a livello nazionale e internazionale, promuovendo una vera e propria cultura dei diritti umani all'interno della società australiana. Oltretutto, lo Human Rights Act potrebbe agire da garante principale dei diritti fondamentali e ristabilire un equilibrio di poteri laddove si creino situazioni che limitano o violano fortemente diritti fondamentali, quali per esempio l'introduzione di leggi anti-terrorismo per la sicurezza nazionale.
Work in progress. Il 10 dicembre 2008, il Governo Federale ha aperto ufficialmente le Consultazioni Nazionali per i Diritti Umani. Riconosciute come le più ampie consultazioni pubbliche nella storia del giovane paese dell'Oceania, hanno avuto lo scopo di investigare la volontà degli Australiani di sostenere la creazione di uno Human Rights Act e hanno visto la massiccia partecipazione di studenti, accademici, rappresentanti di diversi ceti sociali e provenienza, e abitanti di comunità urbane a rurali.
Nel giugno 2009 il Comitato ad hoc per la Consulta nazionale sui diritti umani ha ricevuto oltre 10mila firme da parte di persone che hanno risposto all'appello promosso da Amnesty International Australia. E, in seguito, altre 35mila persone hanno inviato altrettante firme, esprimendo una schacciante preferenza in favore di uno Human Rights Act. Alla fine di settembre 2009 il comitato ha poi sottoposto all'attenzione del governo il risultato delle consultazioni, raccomandando al governo di approvare uno Human Rights Act che includa non solo diritti civili e politici come la libertà di parola, ma riconosca anche l'importanza dei diritti economici, sociali e culturali quali il diritto alla salute, allo studio e ad un alloggio. Il Comitato ha inoltre evidenziato l'importanza di rafforzare una cultura dei diritti umani attraverso l'istruzione, di potenziare il ruolo della Commissione Australiana dei Diritti Umani e di tutelare in maniera piu' forte i diritti degli aborigeni.
Il governo australiano ha promesso di pronunciarsi sulle raccomandazioni del Comitato all'inizio del 2010. L'attesa è quindi forte, così come la speranza che il 2010 sia contraddistinto da un maggiore impegno per la difesa dei diritti umani in Australia e nel mondo.
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