Anniversario della Rivoluzione islamica. Aggrediti Karrubi e Khatami, tra i fermati la nipote di Khomeini. Ahmadinejad: «Obama asservito a Israele». Oscurato il servizio gmail.
L'Iran festeggia il trentunesimo anniversario della Rivoluzione islamica e gli oppositori tornano in piazza. Come si temeva le manifestazioni si sono presto trasformate in scontri, a causa della massiccia mobilitazione di poliziotti e miliziani Basiji, che hanno sparato in aria e sulla folla. Una ragazza di 27 anni sarebbe morta: la notizia circola su alcuni blog e su Twitter ed è stata riferita in diretta alla radio Epersian da un ascoltatore. Si chiama Leila Zarei e sui blog c'è anche il nome del presunto assassino: Raheem Rezaei, un Basiji. Nessun organo ufficiale ha confermato la notizia. L'Onda verde dei contestatori è scesa in piazza per la prima volta dopo la repressione del 27 dicembre (almeno otto morti) e a otto mesi dall'inizio delle proteste seguite alla rielezione di Ahmadinejad, culminate con l'impiccagione di due persone a fine gennaio.
DECINE DI FERITI - Contro i manifestanti, scesi in strada a decine di migliaia fin dalle prime ore del mattino nel centro di Teheran (guarda), sono stati lanciati lacrimogeni e sparati dei colpi. I feriti sarebbero diverse decine. Alcuni giovani dimostranti hanno fermato un autobus carico di miliziani e dopo aver fatto scendere le persone a bordo hanno incendiato il mezzo. È successo in via Arya-Shahr, dove sono in corso duri scontri. Ai giornalisti stranieri non è consentito seguire i cortei, dunque anche in questa occasione tutte le notizie arrivano dalle testimonianze pubblicate su internet. Gli oppositori sono scesi in piazza anche nelle città di Isfahan e Shiraz.
AGGREDITI KARRUBI E KHATAMI - Il leader riformista Mehdi Karrubi e l'ex presidente Mohammad Khatami sono stati aggrediti dalle forze di sicurezza mentre si apprestavano a prendere parte alle celebrazioni. Karrubi è rimasto ferito alla testa: «La sua auto è stata attaccata dalle forze di sicurezza e dai Basiji, i vetri infranti» riferisce il sito Parleman News. L'episodio è avvenuto in Ashrafi Esfahani Street, ci sarebbe stato un confronto fisico tra le guardie del corpo del leader riformista e gli aggressori. «Karrubi è in buone condizioni, ma è stato costretto a salire su un'altra auto e lasciare la manifestazione» aggiunge il sito. Anche Khatami è stato costretto ad allontanarsi da piazza Azadi, quando i miliziani hanno gridato slogan contro di lui. Inoltre, secondo fonti dell'opposizione, sono stati fermati il figlio di Karrubi, Ali, il fratello di Khatami Mohammad Reza (ex vice presidente riformista del Parlamento) e sua moglie Zahra Eshraqi, nipote dell'ayatollah Khomeini. Gli ultimi due sono stati rilasciati poco dopo ma le forze di sicurezza hanno impedito loro di unirsi ai manifestanti.
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QUESTIONE NUCLEARE - In piazza Azadi si tengono le celebrazioni ufficiali, con il discorso del presidente Mahmud Ahmadinejad. Ingente lo spiegamento di forze di sicurezza, sia poliziotti sia miliziani Basiji. Tutte le vie d'accesso alla piazza sono stretto controllo. I partecipanti ai cortei ufficiali gridano slogan di sostegno alla Guida suprema Ali Khamenei, «Morte a Israele» e «Morte all'America», sventolando bandiere nazionali. Nel suo intervento Ahmadinejad ha detto che le potenze occidentali usano le questioni del nucleare e dei diritti umani come pretesti perché «vogliono eliminare la libertà e l'indipendenza dell'Iran». E ha aggiunto che è stato completato nel sito di Natanz l'arricchimento al 20% del primo pacchetto di uranio. L'Iran può arricchire l'uranio fino all'80%, spiega il presidente, ma non lo farà. Però intende triplicare presto la produzione di uranio arricchito al 3,5%.
«OBAMA ASSERVITO A SIONISTI» - Quindi un attacco a Obama e a Israele: il presidente americano «sta perdendo l'occasione di agire in modo corretto. Vorremmo che Obama avesse successo nelle sue riforme, nel fare il bene del popolo americano e nel rimediare alle politiche disumane di Bush - ha affermato Ahmadinejad -, non vogliamo che soccomba alla pressione di un banda di sionisti, ma sta perdendo l'occasione». Parlando di Israele il presidente ha detto che «il regime sionista si avvicina alla sua distruzione». Il tutto avviene sullo sfondo delle crescenti pressioni della comunità internazionale, che minaccia di inasprire le sanzioni. L'Unione Europea ha inoltre «condannato con forza» le manifestazioni ostili davanti alle ambasciate italiana e di altri Paesi europei. In segno di protesta l'ambasciatore italiano Alberto Bradanini e altri diplomatici della Ue non partecipano al ricevimento organizzato per l'anniversario odierno.
«DISTRUGGEREMO ISRAELE» - Anche mercoledì sera, in un colloquio telefonico con il presidente siriano Bashar al-Assad, Ahmadinejad era tornato ad attaccare Israele, spiegando che l'Iran resisterà a un'eventuale attacco militare nella regione mediorientale e che sarà l'occasione per eliminare il Paese. «Distruggeremo Israele una volta per tutte se verremo attaccati dai sionisti. Abbiamo informazioni attendibili che il regime sionista sta cercando un modo per compensare le sue ridicole sconfitte a Gaza e in Libano - ha detto il presidente iraniano -. Se il regime sionista dovesse ripetere i propri errori e avviare una operazione militare, questa dovrà essere respinta con tutta la forza per porre fine una volta per tutte a tale regime». Ahmadinejad, che ha spesso minacciato di voler cancellare «il regime sionista dalle mappe geografiche», ha aggiunto che l'Iran rimarrà al fianco di Siria, Libano e Palestina.
APPELLI CONTRO LA VIOLENZA - Sul fronte interno, la tensione è altissima. Nei giorni scorsi gli ex candidati rivali di Ahmadinejad, Mir Hossein Mousavi e Mehdi Karrubi, avevano invitato i propri sostenitori a manifestare ma senza cedere alla tentazione della violenza. Lo stesso ha fatto l'ex presidente riformista Khatami. Le forze di sicurezza hanno avvertito che non saranno tollerate manifestazioni di dissenso e in un discorso pronunciato tre giorni fa la Guida suprema, ayatollah Ali Khamenei, ha affermato che le celebrazioni saranno «un pugno in faccia ai nemici». Il capo della polizia, Esmail Ahmadi-Moqaddam, ha spiegato che sono state adottate «tutte le misure» per impedire che siano gridati slogan anti-governativi o esibiti simboli dell'opposizione. Appelli perché le manifestazioni dell'opposizione non vengano represse con la violenza sono stati rivolti alle autorità iraniane da diversi Paesi occidentali e da Amnesty International. «Ci appelliamo un'ennesima volta alle autorità iraniane perché non accadano terribili scene di violenza e di repressione che ci preoccupano molto» ha detto il ministro Frattini. Intanto Teheran ha annunciato che un altro oppositore è stato condannato a morte: le sentenze capitali salgono così a dodici.
OSCURATA GMAIL - Alla vigilia delle celebrazioni c'è stata anche una nuova stretta su internet da parte del regime: l'agenzia per le telecomunicazioni ha oscurato Gmail, il servizio di posta elettronica di Google. L'annuncio della «sospensione permanente» del servizio, di cui hanno dato notizia il Wall Street Journal e la Fox, è arrivato in contemporanea a quello del lancio di un servizio di e-mail nazionale. Dalla sua sede di Mountain View, Google ha confermato di avere avuto notizia di «difficoltà di accesso» da parte di internauti iraniani, ma non per problemi tecnici. «Abbiamo ricevuto segnalazioni da parte dei nostri clienti iraniani - ha detto un portavoce di Google - che hanno problemi con la loro casella postale Gmail. Confermiamo che ci sono forti cali di traffico e abbiamo verificato che non sono dovuti a problemi di natura tecnica». Dura la reazione degli Usa: «L'Iran sembra deciso a negare ai suoi cittadini l'informazione, ma gli iraniani sapranno trovare come superare gli ostacoli» ha commentato il portavoce del Dipartimento di Stato P. J. Crowley. Infatti giovedì mattina alcuni hacker sono riusciti a oscurare i tre principali siti filo governativi: Fars News, Irna e Press Tv.
CONFISCATE PARABOLE - Fonti governative iraniane hanno spiegato che la misura contro Gmail mira a rafforzare lo sviluppo locale di internet e «costruire fiducia tra cittadini e governo». Non è la prima iniziativa delle autorità contro il gigante di Silicon Valley: recentemente è stato bloccato l'accesso a Google Translate, che aveva offerto da giugno, dopo le elezioni, il servizio di traduzione dall'inglese in farsi e viceversa. Alla vigilia delle celebrazioni ci sono state anche altre misure: la polizia ha confiscato le parabole del satellite dai tetti delle case, secondo siti internet dell'opposizione, e alcuni iraniani hanno detto che i loro cellulari sono stati controllati e in certi casi sequestrati.
SISTEMA ANTI-MISSILE - Sul fronte delle sanzioni, tornate di forte attualità dopo che Teheran ha avviato l'arricchimento dell'uranio al 20% e in attesa di un'eventuale decisione delle Nazioni Unite (sulla quale però pesa il possibile veto della Cina), gli Stati Uniti hanno già adottato misure restrittive selettive contro quattro società e una persona legate ai Pasdaran, i Guardiani della rivoluzione. «Credo che sia il tempo delle sanzioni» ha detto il ministro Frattini: parole condivise dal premier Berlusconi. Ma Teheran non si ferma e ha annunciato, tramite l'emittente in lingua inglese Press Tv, di aver messo a punto un sistema anti-missile. Il generale Sayyed Mohammad Alavi, vice comandante dell'aeronautica militare, ha spiegato che in questo modo un missile potrà essere intercettato e deviato dal bersaglio preso di mira. Inoltre sono stati messi a punto "proiettili intelligenti" e armi a lunga gittata.
L'Iran festeggia il trentunesimo anniversario della Rivoluzione islamica e gli oppositori tornano in piazza. Come si temeva le manifestazioni si sono presto trasformate in scontri, a causa della massiccia mobilitazione di poliziotti e miliziani Basiji, che hanno sparato in aria e sulla folla. Una ragazza di 27 anni sarebbe morta: la notizia circola su alcuni blog e su Twitter ed è stata riferita in diretta alla radio Epersian da un ascoltatore. Si chiama Leila Zarei e sui blog c'è anche il nome del presunto assassino: Raheem Rezaei, un Basiji. Nessun organo ufficiale ha confermato la notizia. L'Onda verde dei contestatori è scesa in piazza per la prima volta dopo la repressione del 27 dicembre (almeno otto morti) e a otto mesi dall'inizio delle proteste seguite alla rielezione di Ahmadinejad, culminate con l'impiccagione di due persone a fine gennaio.
DECINE DI FERITI - Contro i manifestanti, scesi in strada a decine di migliaia fin dalle prime ore del mattino nel centro di Teheran (guarda), sono stati lanciati lacrimogeni e sparati dei colpi. I feriti sarebbero diverse decine. Alcuni giovani dimostranti hanno fermato un autobus carico di miliziani e dopo aver fatto scendere le persone a bordo hanno incendiato il mezzo. È successo in via Arya-Shahr, dove sono in corso duri scontri. Ai giornalisti stranieri non è consentito seguire i cortei, dunque anche in questa occasione tutte le notizie arrivano dalle testimonianze pubblicate su internet. Gli oppositori sono scesi in piazza anche nelle città di Isfahan e Shiraz.
AGGREDITI KARRUBI E KHATAMI - Il leader riformista Mehdi Karrubi e l'ex presidente Mohammad Khatami sono stati aggrediti dalle forze di sicurezza mentre si apprestavano a prendere parte alle celebrazioni. Karrubi è rimasto ferito alla testa: «La sua auto è stata attaccata dalle forze di sicurezza e dai Basiji, i vetri infranti» riferisce il sito Parleman News. L'episodio è avvenuto in Ashrafi Esfahani Street, ci sarebbe stato un confronto fisico tra le guardie del corpo del leader riformista e gli aggressori. «Karrubi è in buone condizioni, ma è stato costretto a salire su un'altra auto e lasciare la manifestazione» aggiunge il sito. Anche Khatami è stato costretto ad allontanarsi da piazza Azadi, quando i miliziani hanno gridato slogan contro di lui. Inoltre, secondo fonti dell'opposizione, sono stati fermati il figlio di Karrubi, Ali, il fratello di Khatami Mohammad Reza (ex vice presidente riformista del Parlamento) e sua moglie Zahra Eshraqi, nipote dell'ayatollah Khomeini. Gli ultimi due sono stati rilasciati poco dopo ma le forze di sicurezza hanno impedito loro di unirsi ai manifestanti.
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«OBAMA ASSERVITO A SIONISTI» - Quindi un attacco a Obama e a Israele: il presidente americano «sta perdendo l'occasione di agire in modo corretto. Vorremmo che Obama avesse successo nelle sue riforme, nel fare il bene del popolo americano e nel rimediare alle politiche disumane di Bush - ha affermato Ahmadinejad -, non vogliamo che soccomba alla pressione di un banda di sionisti, ma sta perdendo l'occasione». Parlando di Israele il presidente ha detto che «il regime sionista si avvicina alla sua distruzione». Il tutto avviene sullo sfondo delle crescenti pressioni della comunità internazionale, che minaccia di inasprire le sanzioni. L'Unione Europea ha inoltre «condannato con forza» le manifestazioni ostili davanti alle ambasciate italiana e di altri Paesi europei. In segno di protesta l'ambasciatore italiano Alberto Bradanini e altri diplomatici della Ue non partecipano al ricevimento organizzato per l'anniversario odierno.
«DISTRUGGEREMO ISRAELE» - Anche mercoledì sera, in un colloquio telefonico con il presidente siriano Bashar al-Assad, Ahmadinejad era tornato ad attaccare Israele, spiegando che l'Iran resisterà a un'eventuale attacco militare nella regione mediorientale e che sarà l'occasione per eliminare il Paese. «Distruggeremo Israele una volta per tutte se verremo attaccati dai sionisti. Abbiamo informazioni attendibili che il regime sionista sta cercando un modo per compensare le sue ridicole sconfitte a Gaza e in Libano - ha detto il presidente iraniano -. Se il regime sionista dovesse ripetere i propri errori e avviare una operazione militare, questa dovrà essere respinta con tutta la forza per porre fine una volta per tutte a tale regime». Ahmadinejad, che ha spesso minacciato di voler cancellare «il regime sionista dalle mappe geografiche», ha aggiunto che l'Iran rimarrà al fianco di Siria, Libano e Palestina.
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OSCURATA GMAIL - Alla vigilia delle celebrazioni c'è stata anche una nuova stretta su internet da parte del regime: l'agenzia per le telecomunicazioni ha oscurato Gmail, il servizio di posta elettronica di Google. L'annuncio della «sospensione permanente» del servizio, di cui hanno dato notizia il Wall Street Journal e la Fox, è arrivato in contemporanea a quello del lancio di un servizio di e-mail nazionale. Dalla sua sede di Mountain View, Google ha confermato di avere avuto notizia di «difficoltà di accesso» da parte di internauti iraniani, ma non per problemi tecnici. «Abbiamo ricevuto segnalazioni da parte dei nostri clienti iraniani - ha detto un portavoce di Google - che hanno problemi con la loro casella postale Gmail. Confermiamo che ci sono forti cali di traffico e abbiamo verificato che non sono dovuti a problemi di natura tecnica». Dura la reazione degli Usa: «L'Iran sembra deciso a negare ai suoi cittadini l'informazione, ma gli iraniani sapranno trovare come superare gli ostacoli» ha commentato il portavoce del Dipartimento di Stato P. J. Crowley. Infatti giovedì mattina alcuni hacker sono riusciti a oscurare i tre principali siti filo governativi: Fars News, Irna e Press Tv.
CONFISCATE PARABOLE - Fonti governative iraniane hanno spiegato che la misura contro Gmail mira a rafforzare lo sviluppo locale di internet e «costruire fiducia tra cittadini e governo». Non è la prima iniziativa delle autorità contro il gigante di Silicon Valley: recentemente è stato bloccato l'accesso a Google Translate, che aveva offerto da giugno, dopo le elezioni, il servizio di traduzione dall'inglese in farsi e viceversa. Alla vigilia delle celebrazioni ci sono state anche altre misure: la polizia ha confiscato le parabole del satellite dai tetti delle case, secondo siti internet dell'opposizione, e alcuni iraniani hanno detto che i loro cellulari sono stati controllati e in certi casi sequestrati.
SISTEMA ANTI-MISSILE - Sul fronte delle sanzioni, tornate di forte attualità dopo che Teheran ha avviato l'arricchimento dell'uranio al 20% e in attesa di un'eventuale decisione delle Nazioni Unite (sulla quale però pesa il possibile veto della Cina), gli Stati Uniti hanno già adottato misure restrittive selettive contro quattro società e una persona legate ai Pasdaran, i Guardiani della rivoluzione. «Credo che sia il tempo delle sanzioni» ha detto il ministro Frattini: parole condivise dal premier Berlusconi. Ma Teheran non si ferma e ha annunciato, tramite l'emittente in lingua inglese Press Tv, di aver messo a punto un sistema anti-missile. Il generale Sayyed Mohammad Alavi, vice comandante dell'aeronautica militare, ha spiegato che in questo modo un missile potrà essere intercettato e deviato dal bersaglio preso di mira. Inoltre sono stati messi a punto "proiettili intelligenti" e armi a lunga gittata.
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