martedì, febbraio 02, 2010
In un contesto dove sono forti le spinte della secolarizzazione, i cattolici hanno il diritto di testimoniare la verità del Vangelo: è quanto sottolineato da Benedetto XVI nel suo discorso ai vescovi di Inghilterra e Galles, ricevuti stamani in udienza in occasione della visita ad Limina. Nel suo intervento, il Papa ha parlato della libertà delle comunità religiose, a volte messa a rischio da un certo tipo di legislazione. Né ha mancato di far cenno al suo prossimo viaggio apostolico in Gran Bretagna. Evento, ha detto il presidente della Conferenza episcopale, l’arcivescovo di Westminster, Vincent Nichols, che sarà occasione di crescita non solo per i cattolici ma per tutti i cittadini del Paese.

RadioVaticana - La Gran Bretagna, ha detto il Papa, è ben nota “per il suo fermo impegno sull’eguaglianza delle opportunità per tutti i membri della società”. Tuttavia, ha osservato, l’effetto di alcune leggi “volte a raggiungere questo obiettivo” è stato quello di “imporre delle ingiuste limitazioni alla libertà delle comunità religiose di agire in accordo con le loro convinzioni”. Per certi versi, ha proseguito Benedetto XVI, ciò viola “la legge naturale su cui è fondata l’uguaglianza di tutti gli uomini”. Di qui, l’esortazione ai presuli a far sì che “gli insegnamenti morali della Chiesa siano sempre presenti nella loro integralità e siano difesi con convinzione”: “La fedeltà al Vangelo – ha detto il Papa – non restringe la libertà degli altri in alcun modo”. Anzi, “serve la loro libertà offrendogli la verità”. I vescovi devono dunque “continuare ad insistere sul diritto di partecipare al dibattito pubblico attraverso un dialogo rispettoso con gli altri elementi della società”. Così facendo, ha aggiunto, “non state solo conservando le antiche tradizioni britanniche di libertà di espressione e onesto scambio di opinioni”, ma state anche dando voce “alle convinzioni di molte persone che non hanno i mezzi per esprimerle”:

“When so many of the population claim to be Christian…”
“Quando così tanta gente si proclama cristiana – si chiede il Papa – come può qualcuno criticare il diritto di poter ascoltare il Vangelo?”. La comunità cattolica inglese e gallese “deve parlare con una voce unita”, ha soggiunto, affinché il messaggio salvifico di Cristo sia presentato in modo convincente al mondo. Ciò richiede non solo dai vescovi, ma anche dai sacerdoti e dai catechisti, una particolare attenzione alla voce dello Spirito, “che guida l’intera Chiesa nella verità” e nell’unità. Benedetto XVI si è quindi soffermato sul ruolo dei laici chiamati a trasmettere la fede alle nuove generazioni. “In un contesto sociale che incoraggia l’espressione di una varietà di opinioni su ogni questione” è importante “riconoscere il dissenso per ciò che è”:

“It is the truth revealed through Scripture…”
“E’ la verità rivelata attraverso la Scrittura e la Tradizione e articolata dal Magistero della Chiesa che ci rende liberi”, ha detto il Papa. Né ha mancato di offrire una riflessione sui rapporti ecumenici ed interreligiosi che in Gran Bretagna assumono una grande importanza in ragione del variegato profilo demografico della popolazione. Allo stesso tempo, ha chiesto ai vescovi di “implementare con generosità” le disposizioni della Costituzione apostolica Anglicanorum Coetibus per accogliere quei gruppi di anglicani che vogliono entrare in piena comunione con la Chiesa cattolica. Sono convinto, ha detto il Pontefice, che “questi gruppi saranno una benedizione per la Chiesa intera”:

“On the occasion of my forthcoming Apostolic Visit…”
“In occasione della mia prossima visita apostolica in Gran Bretagna – ha quindi affermato – potrò vedere personalmente” e confermare la fede dei credenti. Ha così richiamato “l’esempio straordinario” del cardinale Newman, fedele alla Verità rivelata, anche a costo personale:

“Great writers and communicators of his stature…”
“Nella Chiesa di oggi, abbiamo bisogno di grandi scrittori e comunicatori” della statura del cardinale Newman, ed ha espresso la speranza che la devozione per lui “ispirerà molti a seguire i suoi passi”. Quindi, ha sottolineato che il cardinale Newman, celebre per i suoi studi, fu innanzitutto un sacerdote. Nell’Anno sacerdotale, ha così invitato i presuli a seguire il suo esempio di dedizione alla preghiera, “di sensibilità pastorale per i bisogni del proprio gregge e passione per l’annuncio del Vangelo”. Ancora, il Pontefice ha chiesto ai presuli di non risparmiare energie “per incoraggiare le vocazioni ed evidenziare il reale significato come anche la necessità del sacerdozio” per i fedeli. Questi ultimi, ha ribadito Benedetto XVI, devono sostenere i loro preti e riconoscere le difficoltà che oggi devono affrontare. I fedeli, ha detto ancora, devono evitare di guardare ai preti come a dei meri funzionari, ma piuttosto devono gioire per questo dono del ministero sacerdotale.

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