martedì, febbraio 02, 2010
Nuovo confronto tra Cina e Stati Uniti. Dopo le accuse americane per la vicenda del controllo in Internet di Google e le rimostranze della Repubblica Popolare per l’annunciata vendita di armi americane a Taiwan, stamani duro scambio sull’eventuale prossimo incontro tra il presidente americano, Barack Obama, ed il Dalai Lama.

Radio Vaticana - Per Pechino ricevere il leader spirituale tibetano “minerebbe seriamente” le relazioni tra Cina e Stati Uniti. Ma che cosa c'è dietro il ripetersi di contrasti tra le due superpotenze? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Stefano Vecchia, esperto di politica internazionale (ascolta):

R. – C’è sostanzialmente un braccio di ferro in corso. L’amministrazione di Barack Obama ha deciso di impegnarsi maggiormente in Asia ed evidentemente questo a Pechino crea qualche problema supplementare in un momento in cui la Cina è lanciata non soltanto come grande potenza economica, ma è anche alla ricerca di un ruolo diverso e certamente preponderante nel contesto asiatico.

D. – Si rischia di coinvolgere in tale questione un po’ tutta la Comunità internazionale e di ricreare blocchi contrapposti?

R. – Non necessariamente, perché l’intento di Pechino è soprattutto quello di dimostrare di esserci e di valere sul piano internazionale. Ci sono differenti visioni, evidentemente, a Pechino come a Washington su diverse questioni che riguardano l’Estremo Oriente. Taiwan è ancora una questione irrisolta e sebbene tutti e due i Paesi spingano per una soluzione simile a quella di Macao ed Hong Kong - quella di un Paese e due sistemi - si è però ancora molto lontani dal raggiungere una definizione che serva appunto a Taiwan. D’altro canto, gli Stati Uniti continuano a portare avanti la loro politica di grande democrazia, spingendo sui diritti umani e sull’apertura alle istanze anche delle minoranza in Cina, a partire dai tibetani. Evidentemente, è un confronto tra due grandi Paesi che non può non coinvolgere anche gli altri Stati della regione.


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