giovedì, marzo 25, 2010
Nuovi dettagli sono emersi dall’indagine sul caso di odio religioso che si è consumato in Pakistan venerdì scorso ai danni di un 38enne cristiano pakistano.

Radio Vaticana - Arshed Masih, sposato e padre di tre figli dai 7 ai 12 anni, è stato bruciato vivo perché si è rifiutato, insieme alla moglie, di convertirsi all’Islam. Ieri si sono svolte le esequie dell’uomo a Rawalpindi, fra imponenti misure di sicurezza, alla presenza di centinaia di persone, tra cui membri della società civile e rappresentanti delle Ong. Una fonte bene informata ha riferito ad AsiaNews che sarebbe stata la polizia a dare fuoco all’uomo, seguendo le “istruzioni” impartite dal datore di lavoro di Arshed Masih, di religione musulmana. Notizia confermata anche dalle ultime parole della vittima. Negli ultimi tempi erano emersi dissapori con il datore di lavoro a causa della loro fede cristiana e di un sospetto furto avvenuto nella casa. Masih aveva ricevuto pressioni da parte sua per abbracciare la religione musulmana, ma si sarebbe rifiutato. Tra l’altro, sua moglie, Martha Bibi, ha detto di aver subito violenza da parte di alcuni poliziotti della caserma dove era andata per denunciare il caso del marito. La violenza è avvenuta davanti ai tre figli della coppia, che attualmente si trovano in ospedale perché rimasti senza casa, mentre la madre è ancora in stato di shock e non è in grado di parlare. Peter Jacob, segretario esecutivo di Giustizia e pace della Chiesa cattolica pakistana (Ncjp), ha condannato fortemente questo atto brutale e ha detto di aver avviato un’inchiesta parallela sui fatti. “A breve diffonderemo un documento – ha aggiunto - previa opportuna verifica di tutti gli elementi”. L’attivista denuncia infine, con rammarico, il silenzio dei media pakistani sull’incidente e la mancanza di iniziative del governo federale e del Ministero per le minoranze. Numerosi sono, ad oggi, gli atti di violenza consumati contro la minoranza cristiana pakistana, che rappresenta l'1,6% della popolazione. Le organizzazioni cristiane locali si sono mobilitate lunedì scorso chiedendo al governo della provincia del Punjab di punire i responsabili dell'omicidio e avviare un'inchiesta sulla violenza sessuale ad opera dei poliziotti.


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