martedì, marzo 30, 2010
Finisce 7-6 per il centrosinistra ma al centrodestra vanno tutte le regioni più popolose. Campania e Calabria al Pdl. Puglia, bene Vendola, boom in Veneto per Zaia

Le regionali finiscono col trionfo di Pdl e Lega. Il centrodestra triplica il risultato (pessimo) del 2005 e si aggiudica tutte le regioni più popolose, incluse Piemonte e Lazio (conquistate sul filo di lana). Certo alla fine finisce 7-6 per il centrosinistra ma per il Pd e i suoi alleati c'è l'unica consolazione di aver mantenuto le sue roccaforti tradizionali oltre alla Puglia, conservato solo grazie alla scelta dell'Udc di non marciare col Pdl.

IL RISULTATO FINALE - Lo schieramento di maggioranza si conferma con ampi margini in Lombardia e Veneto, conquista la Campania e Calabria in modo altrettanto netto e al rush finale, con un risultato combattuto fino all'ultimo voto, annette le regioni "chiave" Piemonte e Lazio. Il centrosinistra perde quattro regioni (Piemonte, Lazio, Campania, Calabria), ma si conferma in sette: Emilia Romagna, Toscana, Marche, Liguria, Umbria, Puglia e Basilicata. In Puglia Vendola è confermato presidente dopo una lunga battaglia interna (per l'affermazione alle primarie) e contro l'avversario Rocco Palese, comunque non distante nelle percentuali. Decide il voto consistente (oltre l'8%) alla candidata dell'Udc Poli Bortone. È stato un turno elettorale fortemente caratterizzato dall'astensionismo: la percentuale di affluenza si è attestata al 63,6%, in calo dell'8% rispetto alle regionali del 2005. Allora il rapporto delle regioni tra centrosinistra e centrodestra era di 11 a 2.

RIEPILOGO NAZIONALE - Analizzando il risultato dei singoli partiti, spicca il successo della Lega che sfonda in Veneto, avanza in moltissime regioni del Centro-Nord e soprattutto in Piemonte con Roberto Cota che diventa il primo presidente di regione leghista insieme a Zaia in Veneto. A sinistra il Pd conferma l'emorragia di voti, pur recuperando rispetto alle scorse Europee, ma con un preoccupante smottamento in Emilia-Romagna, sua storica roccaforte: mantiene la maggioranza ma Errani perde una decina di punti sul 2005 a vantaggio del voto di protesta per la lista di Beppe Grillo e per l'avanzata della Lega. Nel centrodestra il Pdl, come previsto, soffre il boom del Carroccio: viene superato in Veneto anche se mantiene il vantaggio in Lombardia (ridotto però ad appena 5-6 punti). Secondo le proiezioni dell'istituto Pragma-Emg sul 100% del campione, a livello nazionale il Pdl è al 26,7% e il Pd al 25,9%. La Lega Nord si assesta al 12,7%, l’Italia dei Valori al 6,9%, l’Udc al 5,8%, Sinistra Ecologia e Libertà al 3%, la Federazione della Sinistra al 2,9%, il movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo all’1,8%, la Destra di Storace e la lista Pannella Bonino entrambe allo 0,7% e l’alleanza di centro-democrazia cristiana allo 0,4%.

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