domenica, marzo 28, 2010
Un sito provocazione per riflettere sui mali dell'informazione

PeaceReporter - Il giornalismo, in Italia, non gode di questi tempi di buona reputazione. Nei mesi scorsi un rapporto di Reporter senza frontiere (Rsf) ha fornito un quadro sconfortante sulla libertà di stampa in Italia, che trova posto in classifica solo alla 49ma posizione. In un convegno sul futuro del giornalismo sono stati presentati i risultati di una ricerca commissionata dall'Ordine dei giornalisti della Lombardia: il 63 percento degli internauti italiani ritengono inaffidabili o dubbie le web news, concludendo che circa il 40 percento sarebbe favorevole all'introduzione di un bollino blu, un marchio di garanzia, che certifichi la qualità degli articoli. Certo, il problema è poi quello di individuare chi sia titolato a esprimere garanzia di qualità per il lettore.

In un momento non particolarmente felice per l'informazione, l'agenzia di comunicazione Now Available ha ideato un nuovo sito, firmato dalla redazione de Il Fatto di Molfetta, in provincia di Bari, chiamato Trattoria La Bufala . È un gioco che vede come protagonista uno chef e diversi menù: inserendo un indirizzo internet di un articolo (url) preso a caso fra i vari media on line è possibile 'cucinarne' le informazioni a seconda della ricetta prescelta, per evidenziare stereotipi e luoghi comuni, ma anche gravi inefficienze, del giornalismo che leggiamo quotidianamente.

Al di là del divertimento iniziale, il progetto evidenzia una chiara provocazione che intende, in maniera ironica e "leggera", risvegliare la coscienza del lettore italiano medio, troppo abituato ad una lettura acritica delle informazioni divulgate dai nostri media. Una provocazione certamente forte ma intelligente che stimola il lettore alla riflessione sull'utilizzo e la presentazione delle notizie spesso trasfigurate da pregiudizi ideologici o da preconcetti, quando non addirittura censurate.

Le notizie cucinate dallo chef richiamano la necessità, soprattutto da parte di chi scrive, di tornare al primo compito del giornalismo: il diritto e il dovere di raccontare la realtà. Perché, come sosteneva Dan Rather, ex anchorman della rete televisiva americana CBS, "il redattore non deve sforzarsi di piacere (al proprio editore, al proprio pubblico) e se vuole fare il proprio lavoro coscienziosamente dovrà porre domande impopolari e riferire di storie di cui molta gente non vuole sentir parlare. Nel giornalismo d'oggi si parla troppo di popolarità e troppo poco di dovere".

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