mercoledì, aprile 28, 2010
La Banca mondiale continua a non rappresentare l’Africa in alcun modo, nonostante la riforma annunciata nei giorni scorsi: lo sottolinea un editoriale pubblicato nell’ultimo numero del settimanale online “Les Afriques”, che sintetizza le critiche giunte finora da sud del Sahara.

Agenzia Misna - Nel’articolo si evidenzia che i criteri alla base della riforma annunciata nel fine-settimana sono crescita del Prodotto interno lordo (Pil) e stanziamenti a favore dei paesi poveri. “Sulla base di questi principi – sottolinea il settimanale - non è possibile colmare il deficit di rappresentatività dell’Africa: oltre un terzo dei paesi del continente, infatti, ha perso ulteriormente potere”. La riforma ha determinato nel complesso il trasferimento del 3,13% dei diritti di voto. A beneficiarne è stata anzitutto la Cina, la cui quota di potere è aumentata dal 2,77 al 4,42%. Piccoli passi avanti anche per l’India (ora al 2,91%) e il Brasile (2,24%), potenze emergenti che non riescono però a intaccare l’egemonia degli Stati Uniti (16,85%) e dei loro alleati europei. “Les Afriques” evidenzia che americani, francesi, inglesi e russi controllano 24 seggi nel consiglio d’amministrazione, il cuore del sistema di potere della Banca mondiale. “In quest’organismo l’Europa ha nove posti – conclude il settimanale –mentre all’Africa ne sono concessi due a rotazione, una quota marginale”.


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