Il viaggio nelle terre di Don Diana: uno spettacolo per ricordare l'esperienza. Un viaggio nelle terre di don Peppe Diana che lascia il segno. Un viaggio, un’esperienza che un gruppo di giovani di Sesto Fiorentino ha deciso di portare in scena nello spettacolo «Controluce: Ritorno da Gomorra».
Liberainformazione - La pièce, - un docu-spettacolo della durata di circa un’ora costituito da filmati, momenti recitativi, musiche e tecniche espressive – è nata dalla “volontà di fare qualcosa” del gruppo parrocchiale di San Martino a Sesto composto da venticinque ragazzi ed otto educatori, con alla testa il parroco don Daniele Bani, che nell’ambito del Progetto legalità patrocinato dalla Regione Toscana ha trascorso, la scorsa estate, dal 26 luglio al 1 agosto una settimana di lavoro a CastelVolturno presso il bene confiscato alla camorra ed affidato alla costituenda cooperativa “le Terre di don Peppe Diana“.
«Abbiamo voluto riportare nel nostro territorio - spiega Fausto De Santis di Libera Toscana - la realtà che lì abbiamo incontrato. Si è voluti essere testimoni di ciò che accade in un pezzo d’Italia, ma che ha la sua genesi in scelte fatte altrove e che coinvolge tutto il territorio nazionale e non solo».
La prima dello spettacolo è andata in scena lo scorso 29 novembre a Sesto Fiorentino per un totale di tre repliche. Una nuova rappresentazione è stata allestita domenica 10 gennaio a Santomato in provincia di Pistoia. La data di stasera, 26 aprile 2010, prevede la rappresentazione al Teatro di San Martino in Piazza della Chiesa nuovamente a Sesto Fiorentino. In questo spettacolo c'è da segnalare come ospite d'onore il cantautore Luca Caiazzo in arte Lucariello autore del brano "Cappotto di legno" cantato anche nella piece e autore di una ballata "Per amore del mio popolo" proprio in onore di don Peppe Diana.
«Don Peppe Diana - racconta Lucariello - era una persona che per amore della sua gente ha messo a rischio la sua stessa vita. Una cosa straordinaria che un po’ manca alla nostra generazione. Chi direbbe, oggi, che per l’amore che sente per la sua gente non può stare zitto, per l’amore che sente per il suo popolo deve gridare e facendo questo mette a rischio la propria vita?»
In occasione di ogni spettacolo vengono raccolte offerte che saranno devolute alla nascente cooperativa “Le Terre di don Peppe Diana” a dimostrazione, ancora una volta, della vicinanza tra la Toscana e le terre di don Diana per affermare sempre più il principio della legalità e dell’attivismo contro tutte le mafie.
Liberainformazione - La pièce, - un docu-spettacolo della durata di circa un’ora costituito da filmati, momenti recitativi, musiche e tecniche espressive – è nata dalla “volontà di fare qualcosa” del gruppo parrocchiale di San Martino a Sesto composto da venticinque ragazzi ed otto educatori, con alla testa il parroco don Daniele Bani, che nell’ambito del Progetto legalità patrocinato dalla Regione Toscana ha trascorso, la scorsa estate, dal 26 luglio al 1 agosto una settimana di lavoro a CastelVolturno presso il bene confiscato alla camorra ed affidato alla costituenda cooperativa “le Terre di don Peppe Diana“.
«Abbiamo voluto riportare nel nostro territorio - spiega Fausto De Santis di Libera Toscana - la realtà che lì abbiamo incontrato. Si è voluti essere testimoni di ciò che accade in un pezzo d’Italia, ma che ha la sua genesi in scelte fatte altrove e che coinvolge tutto il territorio nazionale e non solo».
La prima dello spettacolo è andata in scena lo scorso 29 novembre a Sesto Fiorentino per un totale di tre repliche. Una nuova rappresentazione è stata allestita domenica 10 gennaio a Santomato in provincia di Pistoia. La data di stasera, 26 aprile 2010, prevede la rappresentazione al Teatro di San Martino in Piazza della Chiesa nuovamente a Sesto Fiorentino. In questo spettacolo c'è da segnalare come ospite d'onore il cantautore Luca Caiazzo in arte Lucariello autore del brano "Cappotto di legno" cantato anche nella piece e autore di una ballata "Per amore del mio popolo" proprio in onore di don Peppe Diana.
«Don Peppe Diana - racconta Lucariello - era una persona che per amore della sua gente ha messo a rischio la sua stessa vita. Una cosa straordinaria che un po’ manca alla nostra generazione. Chi direbbe, oggi, che per l’amore che sente per la sua gente non può stare zitto, per l’amore che sente per il suo popolo deve gridare e facendo questo mette a rischio la propria vita?»
In occasione di ogni spettacolo vengono raccolte offerte che saranno devolute alla nascente cooperativa “Le Terre di don Peppe Diana” a dimostrazione, ancora una volta, della vicinanza tra la Toscana e le terre di don Diana per affermare sempre più il principio della legalità e dell’attivismo contro tutte le mafie.
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