mercoledì, aprile 28, 2010
Non si ferma la chiazza di petrolio che minaccia il Golfo del Messico: secondo gli esperti, sabato prossimo la macchia nera potrebbe arrivare sulle coste della Louisiana.

Radio Vaticana - Le squadre di soccorso non riescono ad arginarla e i sistemi di contenimento finora utilizzati sembrano inadeguati. Le conseguenze sono gravissime: la portavoce della guardia costiera ha dichiarato che la marea nera fuoriuscita dalla piattaforma affondata dopo un incendio è potenzialmente “il peggior disastro ecologico della storia”. Si stanno prendendo in esame varie ipotesi per fermare l’avanzata della chiazza di petrolio. Si sta valutando in particolare la possibilità che la macchia di greggio, larga quasi duemila chilometri quadrati, sia data alle fiamme per evitare che continui ad espandersi. Un’altra ipotesi è quella di una gigantesca cupola sotterranea destinata a intrappolare il greggio. Le dimensioni della chiazza, intanto, sono di ora in ora sempre più allarmanti. Attualmente la marea nera, vasta quasi come la città di New York, si è già spostata di una trentina di chilometri. Nell’incidente di giovedì scorso, che ha provocato la fuoriuscita del petrolio, hanno perso la vita 11 operai. L’amministrazione del presidente Barack Obama ha aperto un'inchiesta. Dal 2006 sono stati oltre 500 gli incendi avvenuti su piattaforme nel Golfo del Messico simili a quello della scorsa settimana. (A cura di Amedeo Lomonaco) ascolta.


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