Le parole di Federica Montalto, la mafia le uccise il papà. Ci sono le immmagini, foto, video, che ci testimoniano la violenza sanguinaria di Cosa Nostra.
Liberainformazione - Vedere quei morti ammazzati suscita ribrezzo, angoscia, ma maggiore rabbia dovrebbe scatenarsi a leggere certe lettere, come quella che Federica Montalto ha scritto a suo papà, Giuseppe, agente di polizia penitenziaria ucciso dalla mafia l'antivigilia di Natale del 1995. Federica, studentessa all'istituto Alberghiero, aveva pochi mesi quando il 23 dicembre del 1995 i killer mafiosi le uccisero il padre. Giuseppe, agente di polizia penitenziaria, lavorava all'Ucciardone, prestava servizio nel braccio del 41 bis: un giorno intercettò uno scambio di "pizzini" tra detenuti, per questo fu ammazzato, ma la sua morte, si appurò durante il processo, fu anche il regalo di Natale dei mafiosi liberi a quelli detenuti. All'ergastolo per questo delitto è stato condannato il valdericino Vito Mazzara, lo stesso che è indagato per l'omicidio di Mauro Rostagno, il giornalista ucciso il 26 settembre del 1988. Federica è stata tra gli studenti che hanno partecipato al concorso indetto dal Comune di Erice, riservato agli studenti delle otto scuole ericine, elementari, medie e superiori, dedicato a Giuseppe Montalto. Un concorso inserito all'interno delle manifestazioni “Non ti scordar di me", indetto per il terzo anno consecutivo dal Comune per ricordare le vittime della strage di Pizzolungo del 2 aprile 1985.
Il ricordo di Barbara Rizzo e dei gemellini Giuseppe e Salvatore Asta, a 25 anni dalla strage in cui furono uccisi da quell'autobomba destinata al pm Carlo Palermo, si è intrecciato quest’anno con quello di Giuseppe Montalto.
Gli studenti si sono misurati con diversi elaborati dedicati a Montalto. Sono stati proiettati i video: «Un futuro che viene dal passato» del primo circolo didattico; «Insieme» dell’Alberghiero; «Giuseppe: l’amico che ognuno vorrebbe avere» dell’istituto comprensivo Castronovo; «Giuseppe Montalto: l’eroismo della quotidianità» del comprensivo Pagoto; «Il diario dei quattro giorni dopo l’uccisione» del comprensivo Rubino; «Facciamo che» del secondo circolo didattico; «Un faro di luce nel mondo» della media Di Stefano.
E Federica Montalto con un video fatto assieme ai compagni di classe ha scritto una toccante lettera indirizzata al padre: "Caro Papà, mi manchi. Siamo stati insieme per pochi mesi e non mi ricordo niente di te. Ho imparato a conoscerti solo attraverso i racconti della mamma che mi diceva molte cose belle sulla nostra vita insieme. Mi sarebbe piaciuto conoscerti e trascorrere dei bei momenti con te, come tutti i papà fanno con i propri figli. Ma questo non ci è stato permesso perché ti hanno portato via da me quando ancora non potevo capire cosa stava succedendo. Non mi ricordo il momento in cui hanno detto che non c’eri più e sono cresciuta con il vuoto della tua assenza. Quella sera quando te ne sei andato, io la mamma e Ilenia, che era nella sua pancia, abbiamo corso un grande pericolo e tu sei morto per salvarci. Tante volte mi sono chiesta perché ti hanno portato via da me e a questa domanda non ho mai saputo rispondere. La mia vita con te sarebbe stata più facile perché è molto difficile crescere senza un padre. Ogni volta che ti penso, ti immagino felice e sorridente, come nelle poche foto che abbiamo insieme. Per quello che sei stato, ti voglio bene e sei il mio eroe".
«Peppe Montalto - ha detto il sindaco di Erice, Giacomo Tranchida - era un cittadino normale che indossava una divisa e faceva un lavoro normale in una terra che normale non è». Un territorio dove il lavoro antimafia spesso si trova a segnare il passo, a non essere eccellente come dovrebbe essere, l'azione condotta dal Comune di Erice si può dire isolata, ma alla fine spesso si parla di questa azione che non delle disattenzioni di altre amministrazioni. Il ciclo di incontri del "Non ti scordar di me" comunque continua, il 30 marzo ci sarà una marcia per segnare la presenza della gente contro la mafia, il 14 aprile il centro sociale di Erice, nel cuore del rione popolare di San Giuliano, verrà dedicato a Giuseppe Impastato.
Liberainformazione - Vedere quei morti ammazzati suscita ribrezzo, angoscia, ma maggiore rabbia dovrebbe scatenarsi a leggere certe lettere, come quella che Federica Montalto ha scritto a suo papà, Giuseppe, agente di polizia penitenziaria ucciso dalla mafia l'antivigilia di Natale del 1995. Federica, studentessa all'istituto Alberghiero, aveva pochi mesi quando il 23 dicembre del 1995 i killer mafiosi le uccisero il padre. Giuseppe, agente di polizia penitenziaria, lavorava all'Ucciardone, prestava servizio nel braccio del 41 bis: un giorno intercettò uno scambio di "pizzini" tra detenuti, per questo fu ammazzato, ma la sua morte, si appurò durante il processo, fu anche il regalo di Natale dei mafiosi liberi a quelli detenuti. All'ergastolo per questo delitto è stato condannato il valdericino Vito Mazzara, lo stesso che è indagato per l'omicidio di Mauro Rostagno, il giornalista ucciso il 26 settembre del 1988. Federica è stata tra gli studenti che hanno partecipato al concorso indetto dal Comune di Erice, riservato agli studenti delle otto scuole ericine, elementari, medie e superiori, dedicato a Giuseppe Montalto. Un concorso inserito all'interno delle manifestazioni “Non ti scordar di me", indetto per il terzo anno consecutivo dal Comune per ricordare le vittime della strage di Pizzolungo del 2 aprile 1985.
Il ricordo di Barbara Rizzo e dei gemellini Giuseppe e Salvatore Asta, a 25 anni dalla strage in cui furono uccisi da quell'autobomba destinata al pm Carlo Palermo, si è intrecciato quest’anno con quello di Giuseppe Montalto.
Gli studenti si sono misurati con diversi elaborati dedicati a Montalto. Sono stati proiettati i video: «Un futuro che viene dal passato» del primo circolo didattico; «Insieme» dell’Alberghiero; «Giuseppe: l’amico che ognuno vorrebbe avere» dell’istituto comprensivo Castronovo; «Giuseppe Montalto: l’eroismo della quotidianità» del comprensivo Pagoto; «Il diario dei quattro giorni dopo l’uccisione» del comprensivo Rubino; «Facciamo che» del secondo circolo didattico; «Un faro di luce nel mondo» della media Di Stefano.
E Federica Montalto con un video fatto assieme ai compagni di classe ha scritto una toccante lettera indirizzata al padre: "Caro Papà, mi manchi. Siamo stati insieme per pochi mesi e non mi ricordo niente di te. Ho imparato a conoscerti solo attraverso i racconti della mamma che mi diceva molte cose belle sulla nostra vita insieme. Mi sarebbe piaciuto conoscerti e trascorrere dei bei momenti con te, come tutti i papà fanno con i propri figli. Ma questo non ci è stato permesso perché ti hanno portato via da me quando ancora non potevo capire cosa stava succedendo. Non mi ricordo il momento in cui hanno detto che non c’eri più e sono cresciuta con il vuoto della tua assenza. Quella sera quando te ne sei andato, io la mamma e Ilenia, che era nella sua pancia, abbiamo corso un grande pericolo e tu sei morto per salvarci. Tante volte mi sono chiesta perché ti hanno portato via da me e a questa domanda non ho mai saputo rispondere. La mia vita con te sarebbe stata più facile perché è molto difficile crescere senza un padre. Ogni volta che ti penso, ti immagino felice e sorridente, come nelle poche foto che abbiamo insieme. Per quello che sei stato, ti voglio bene e sei il mio eroe".
«Peppe Montalto - ha detto il sindaco di Erice, Giacomo Tranchida - era un cittadino normale che indossava una divisa e faceva un lavoro normale in una terra che normale non è». Un territorio dove il lavoro antimafia spesso si trova a segnare il passo, a non essere eccellente come dovrebbe essere, l'azione condotta dal Comune di Erice si può dire isolata, ma alla fine spesso si parla di questa azione che non delle disattenzioni di altre amministrazioni. Il ciclo di incontri del "Non ti scordar di me" comunque continua, il 30 marzo ci sarà una marcia per segnare la presenza della gente contro la mafia, il 14 aprile il centro sociale di Erice, nel cuore del rione popolare di San Giuliano, verrà dedicato a Giuseppe Impastato.
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