del nostro redattore a Roma Carlo Mafera
È andato in scena sabato 24 aprile e domenica 25 al teatro Viganò di Roma, il nuovo spettacolo della compagnia "I Ghirigori", "Processo a Peer Gynt", scritto e diretto dal bravissimo Roberto Gori. In anteprima nazionale realizzato su testi e brani musicali inediti scritti dallo stesso Gori, riadattato e ispirato all’opera di Henrik Ibsen. La compagnia “I Ghirigori”, attualmente composta da venticinque attori tra i 18 e i 40 anni, nasce nel 1998, come corale polifonica, diretta dal Maestro Roberto Gori. Nel 2004 è in scena con il musical inedito ed autoprodotto “La Storia Infinita”, ispirato all'opera omonima di di Michael Ende. Peer Gynt può essere considerata una commedia dolceamara a proposito di un antieroe norvegese. Peer Gynt è il figlio di Jon Gynt una volta ricco e rispettato. Jon Gynt è diventato un ubriacone e ha perso tutto il suo denaro, e lascia Peer e sua madre Åse a vivere in povertà. Peer vuole recuperare il suo onore e le ricchezze che il padre ha perso, ma si perde spesso in sogni ad occhi aperti, e si trascina senza far nulla per la maggior parte del tempo. Viene coinvolto in una rissa e diventa un fuorilegge. Quindi fugge dal suo paese e durante la sua fuga incontra tre fanciulle amorose: una donna vestita di verde; la figlia del re dei nani, che lo vuole sposare; e Solveig, che Peer aveva incontrato ad un matrimonio e di cui si era innamorato, lo raggiunge alla sua capanna nella foresta per vivere con lui, ma lui la lascia e parte per i suoi viaggi. Dalle note di regia leggiamo “Nato come personaggio che trova unico rifugio dal mondo che lo assale nella menzogna, va incontro ad una lenta e inesorabile perdita di coerenza: sarà proprio la menzogna a diventare nel tempo il suo stile di vita. Questa la chiave di interpretazione centrale del Peer Gynt di Ibsen proposta da “I Ghirigori” che assegnano al personaggio l’emblema di uomo moderno. Nel processo surreale messo in scena vengono convocati i testimoni, coloro che hanno vissuto accanto a Peer e sono stati “vittime” dei suoi atteggiamenti autoreferenziali. La difesa sostiene altresì che Peer ha trovato la sua strada: egli è un “attore”, un uomo che sceglie di indossare una quantità di maschere per difendersi dalle ipocrisie del mondo che lo circonda.” Alla fine Peer, molto confuso, finalmente raggiunge Solveig. Lei lo ha aspettato nella capanna da quando lui se ne è andato. Solveig gli dice che lui è sempre stato sé stesso nella fede, speranza ed amore che lei prova da sempre per lui. Con il suo amore Peer viene finalmente redento. La compagnia dei “Ghirigori” ha dimostrato di aver raggiunto in questo spettacolo un livello di preparazione e di organizzazione veramente eccellente e credo sia pronta per un salto di qualità nel circuito italiano degli spettacoli. Chissà se un giorno la vedremo esibirsi al mitico Sistina!
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