Migliaia di estremisti islamici hanno attaccato un centro educativo cristiano nella reggenza di Bogor, provincia di West Java, in Indonesia.
Radio Vaticana - Il bilancio dell’assalto avvenuto ieri è di tre auto distrutte e diversi edifici danneggiati o incendiati. A scatenare la rabbia dei fondamentalisti, aizzati dal Consiglio degli ulema locale, le voci prive di fondamento secondo cui la comunità cristiana Bpk Penabur progettava “la costruzione di un luogo di culto” all’interno del complesso. Nella reggenza di Bogor - riferisce l'agenzia AsiaNews - continuano gli attacchi mirati contro la comunità cristiana, nell’impotenza delle autorità indonesiane incapaci di fermare le violenze a sfondo confessionale. Ieri mattina migliaia di estremisti islamici hanno attaccato e dato fuoco al centro della Fondazione Bpk Penabur, nonostante il presidio eretto in precedenza da centinaia di agenti di polizia. I fondamentalisti hanno distrutto e dato alle fiamme tre automobili e una parte dei 10 edifici che costituiscono il complesso cristiano. A scatenare la rabbia degli islamici, le voci secondo cui i responsabili della fondazione intendono costruire una cappella. Una notizia priva di fondamento, ma è bastata a incendiare gli animi e aizzare la folla. Fonti locali, in condizioni di anonimato, raccontano che gli assalitori sarebbero “persone provenienti dai vicini sotto-distretti di Cisaura e Ciawi”. Un dettaglio dal quale emerge che, in realtà, si tratta di attacchi mirati e ben orchestrati. La polizia, incapace di prevenire le violenze, promette giustizia. Al momento sei persone risultano in stato di fermo e sono sottoposte a interrogatorio. “Se qualcuno di questi è responsabile degli attacchi – afferma Tomex Kurniawan, capo della polizia di Bogor City – non esiteremo a predisporre un ordine di custodia cautelare”. Di recente centinaia di musulmani, poi divenuti migliaia, hanno lanciato un appello al governo di Cisarua, perché interrompesse qualsiasi attività di costruzione all’interno della Bpk Penabur, nonostante il permesso (Imb) rilasciato dalle autorità. I fondamentalisti accusano la fondazione cristiana di “tradire” la “tregua”, che vietava la fabbricazione di un centro educativo cristiano in un’area a maggioranza musulmana. L’appello si è quindi trasformato in un vero e proprio atto di accusa. I responsabili della Fondazione hanno smentito con forza le voci in merito alla costruzione di una piccola chiesa.
Radio Vaticana - Il bilancio dell’assalto avvenuto ieri è di tre auto distrutte e diversi edifici danneggiati o incendiati. A scatenare la rabbia dei fondamentalisti, aizzati dal Consiglio degli ulema locale, le voci prive di fondamento secondo cui la comunità cristiana Bpk Penabur progettava “la costruzione di un luogo di culto” all’interno del complesso. Nella reggenza di Bogor - riferisce l'agenzia AsiaNews - continuano gli attacchi mirati contro la comunità cristiana, nell’impotenza delle autorità indonesiane incapaci di fermare le violenze a sfondo confessionale. Ieri mattina migliaia di estremisti islamici hanno attaccato e dato fuoco al centro della Fondazione Bpk Penabur, nonostante il presidio eretto in precedenza da centinaia di agenti di polizia. I fondamentalisti hanno distrutto e dato alle fiamme tre automobili e una parte dei 10 edifici che costituiscono il complesso cristiano. A scatenare la rabbia degli islamici, le voci secondo cui i responsabili della fondazione intendono costruire una cappella. Una notizia priva di fondamento, ma è bastata a incendiare gli animi e aizzare la folla. Fonti locali, in condizioni di anonimato, raccontano che gli assalitori sarebbero “persone provenienti dai vicini sotto-distretti di Cisaura e Ciawi”. Un dettaglio dal quale emerge che, in realtà, si tratta di attacchi mirati e ben orchestrati. La polizia, incapace di prevenire le violenze, promette giustizia. Al momento sei persone risultano in stato di fermo e sono sottoposte a interrogatorio. “Se qualcuno di questi è responsabile degli attacchi – afferma Tomex Kurniawan, capo della polizia di Bogor City – non esiteremo a predisporre un ordine di custodia cautelare”. Di recente centinaia di musulmani, poi divenuti migliaia, hanno lanciato un appello al governo di Cisarua, perché interrompesse qualsiasi attività di costruzione all’interno della Bpk Penabur, nonostante il permesso (Imb) rilasciato dalle autorità. I fondamentalisti accusano la fondazione cristiana di “tradire” la “tregua”, che vietava la fabbricazione di un centro educativo cristiano in un’area a maggioranza musulmana. L’appello si è quindi trasformato in un vero e proprio atto di accusa. I responsabili della Fondazione hanno smentito con forza le voci in merito alla costruzione di una piccola chiesa.
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