giovedì, maggio 06, 2010
Moroni: una rete nazionale di archivi per recuperare verità e memoria. Un luogo fisico e virtuale di lavoro e scambio attraverso cui provare a colmare una lacuna che nel nostro Paese pesa sempre più sulla memoria dei fatti accaduti e sulla costruzione oggi di percorsi di verità e giustizia, di informazione libera ed attenta.

Liberainformazione - Questo l'obiettivo alla base de la "Rete degli archivi per non dimenticare" nata nel 2006 e oggi impegnata in un'attività di censimento delle fonti esistenti rivolta sia alle organizzazioni pubbliche che private che gestiscono attualmente in Italia archivi di interesse storico contemporaneo, in collaborazione con enti preposti alla tutela del patrimonio artistico, con istituzioni pubbliche, dipartimenti universitari di storia archivistica, studiosi e cittadini interessati alla conservazione della memoria storica. Venerdì 7 maggio a Roma un altro tassello di questo percorso prenderà forma con un convegno che si terrà nella sede dell'ICPAL, sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica, da titolo "Fonti per una storia ancora da scrivere" .

«Il progetto nasce nel 2006 su iniziativa di un archivio privato, quello dell'ex parlamentare, Sergio Flamigni - racconta Ilaria Moroni, studiosa e animatrice principale di questo progetto - che in collaborazione con l'Archivio di Stato di Viterbo decidono di provare ad intraprendere questo percorso di costruzione di una rete di archivi che si occupino, prevalentemente, della documentazione inerente gli anni del terrorismo, stragismo, criminalità organizzata, mafia e violenza politica. L'obiettivo è dunque quello di censire la documentazione reperibile e renderla disponibile per studiosi, giornalisti e scrittori, storici e tutti coloro i quali volessero occuparsi di questi temi, anche a livello didattico». Quello che la Moroni racconta sembra un sistema dato per scontato e invece non lo è. «In questi anni - dichiara Moroni - su tutto il territorio nazionale si sono mosse numerose e differenti esperienze che hanno dato vita ad archivi e centri di documentazione di varia natura in cui è possibile ritrovare fonti proprio sugli anni del terrorismo in Italia, sui fatti di mafia, omicidi politici». «Si è trattato - prosegue - di un grosso lavoro decentrato rispetto alle grandi sedi istituzionali e della cultura e realizzato grazie ad una grande partecipazione volontaria di singoli o fondazioni, intenzionati a tenere memoria e consolidare sensibilità storica e politica, consentendo la salvaguardia di un grosso patrimonio di memoria storica».

La memoria dei familiari della vittime del terrorismo, quella dei sopravvissuti nel periodo stragista, quella dei familiari delle vittime delle mafie, e di enti e fondazioni private. Il loro lavoro ha contribuito a "supplire" ad un vuoto lasciato dalle istituzioni che non sono ancora riuscite, ad oggi, ad unificare, rendere reperibile e fruibile, documenti utili, anzi fondamentali, per scrivere correttamente la storia degli ultimi 40 anni di vita di questo Paese. «La storia è una sola ma bisogna - continua Moroni - mettere gli storici nella condizione di poterla scrivere tutta, compresi i fatti relativi a stragi, attentati, omicidi politici e anni difficili che pure hanno attraversato il Paese dal1945 ad oggi. In alcuni casi, come sappiamo, su molti di questi fatti non esiste una verità giudiziaria, poter scrivere però la storia basandosi sui documenti consentirebbe, almeno, di arrivare ad un recupero della memoria storica, trovare spazio per un'informazione corretta e autentica».

Anche i giornalisti che cercano di consultare le fonti, talvolta, non le trovano quasi mai disponibili e si rifanno soltanto agli archivi dei giornali, alle notizie così come vennero pubblicate sulle pagine dei quotidiani dell'epoca. «Fra gli obiettivi del convegno di venerdì 7 a Roma - dichiara Ilaria Moroni - infatti ci sarà la presentazione alle istituzioni di questo progetto, con la proposta, fra le altre, di poter rientrare nel Sistema archivistico nazionale, per poter lavorare all'ordinamento delle fonti documentali, con un unico software che li renda tutti archiviabili e disponibili. Al di là di questo, speriamo ci sia la possibilità di creare un luogo virtuale, penso ad un portale internet, dove sia possibile fornire tutte le indicazioni sul reperimento dei materiali (audio, video, foto, cartaceo) e inserire già on-line, i documenti pubblicabili e agire alla base di tutto per valorizzare e tutelare i documenti». Molti di questi infatti, si trovano in archivi chiusi, inaccessibili, spesso proprio per carenza di fondi.

Digitalizzazione, uniformità dei sistemi di archiviazione, vigilanza e controllo sulla normativa vigente, pubblicazione tempestiva dei documenti della Commissione d'inchiesta, queste saranno alcune delle sollecitazioni che verranno indirizzate, venerdì 7 maggio, alle istituzioni competenti per rendere al più presto operativo questo percorso. Fra le associazioni, gli istituti, le fondazioni che prendono parte al progetto, la Fondazione Libera informazione. «Un progetto concreto quello de "La Rete degli archivi", che mira - dichiara la Moroni - al recupero della Memoria. Lavoriamo molto con le scuole e con gli studenti - conclude Moroni - perchè la Memoria di questi fatti passi attraverso i documenti dell'epoca e l'archivio torni ad essere un luogo dinamico, vivo, di confronto e di facile accesso, anche per i giovani studenti, grazie al quale prendere testimonianza dei fatti accaduti in Italia».

Una storia d'Italia da raccontare, ancora priva della reale reperibilità delle fonti primarie. Giovani che nel migliore dei casi - come ci racconta Ilaria Moroni - sono stati posti di fronte ad una memoria frammentaria di fatti e nel peggiore, si sono fatti un'idea distorta e approssimativa di anni centrali della nostra Repubblica.

www.icpal.beniculturali.it


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