Nei giorni scorsi Hamas, il movimento islamista che controlla la Striscia di Gaza, ha accusato l’Egitto di aver pompato gas in un tunnel utilizzato per contrabbandare armi, causando la morte di quattro palestinesi. Nell’episodio, avvenuto il 28 aprile, almeno altre dieci persone sarebbero rimaste intossicate.
Terrasanta.net - Il ministero dell’Interno di Hamas a Gaza ha reso noto che quattro palestinesi al lavoro in una galleria sotto il confine tra la Striscia e l’Egitto sono stati uccisi da un gas tossico. Dal canto loro, funzionari della sicurezza egiziana hanno ammesso di aver fatto distruggere quattro tunnel a nord del valico di Rafah mercoledì 28 aprile. Il governo egiziano ha ricevuto molte pressioni da Stati Uniti e Israele perché faccia chiudere le centinaia di gallerie sotterranee che rappresentano un salvagente economico per la popolazione bloccata all’interno della Striscia, ma che vengono anche usate per importare clandestinamente armi per Hamas.
«Si è trattato di un crimine terribile commesso dalle forze di sicurezza egiziane contro semplici lavoratori palestinesi che stavano guadagnandosi il pane» ha dichiarato Fawzi Barhoum, un portavoce di Hamas, all’Associated Press (Ap). In un comunicato diffuso giorni fa, Hamas afferma che «a causare la morte di questi cittadini è stata la dispersione di gas nelle gallerie da parte delle forze di sicurezza egiziane», ma non va oltre. L’Ap ha riferito che un medico di un ospedale in prossimità del confine di Gaza ha spiegato che i contrabbandieri sono morti per soffocamento.
Secondo l’emittente televisiva Al Jazeera, un funzionario della polizia palestinese avrebbe detto che tre persone sono morte per inalazione di fumo e una quarta per i calcinacci proiettati tutt’intorno dagli esplosivi fatti brillare nella galleria. Altri tre lavoratori, ha aggiunto, sono stati curati per le ferite subite in un ospedale della città egiziana di Rafah. Il personale medico ha detto che una decina di persone ha riportato ferite per il crollo della galleria.
Sempre Al Jazeera ha riferito che le autorità egiziane avevano avvertito i palestinesi che il tunnel sarebbe stato distrutto, prima di impiegare candelotti di gas e dinamite per farlo saltare in aria. Il corrispondente di Al Jazeera, Ayman Mohyeldin, ha detto che eventi simili – in cui le autorità egiziane buttano nei cunicoli prima candelotti di gas e poi esplosivi – si ripetono regolarmente.
Ha aggiunto che gli egiziani spesso avvisano i palestinesi, ma se gli avvertimenti vengano ascoltati o meno dipende da chi c’è in quel momento. Il giornalista osserva anche che le gallerie sono costruite poveramente: più di 45 palestinesi sono morti per crolli nei cunicoli, mentre altri 40 hanno perso la vita in seguito agli interventi egiziani volti a bloccare il contrabbando.
Gli egiziani dicono che ci sono troppe gallerie lungo i 15 chilometri di confine con la Striscia e calcolano che siano tra i 1.300 e i 1.500. Spiegano che la maggior parte è gestita da fuorilegge, cosa che rende difficile controllare cosa entri ed esca. L’aviazione israeliana in passato ha già più volte bombardato i tunnel, soprattutto durante la campagna militare Piombo Fuso, svoltasi nelle prime settimane del 2009.
Terrasanta.net - Il ministero dell’Interno di Hamas a Gaza ha reso noto che quattro palestinesi al lavoro in una galleria sotto il confine tra la Striscia e l’Egitto sono stati uccisi da un gas tossico. Dal canto loro, funzionari della sicurezza egiziana hanno ammesso di aver fatto distruggere quattro tunnel a nord del valico di Rafah mercoledì 28 aprile. Il governo egiziano ha ricevuto molte pressioni da Stati Uniti e Israele perché faccia chiudere le centinaia di gallerie sotterranee che rappresentano un salvagente economico per la popolazione bloccata all’interno della Striscia, ma che vengono anche usate per importare clandestinamente armi per Hamas.
«Si è trattato di un crimine terribile commesso dalle forze di sicurezza egiziane contro semplici lavoratori palestinesi che stavano guadagnandosi il pane» ha dichiarato Fawzi Barhoum, un portavoce di Hamas, all’Associated Press (Ap). In un comunicato diffuso giorni fa, Hamas afferma che «a causare la morte di questi cittadini è stata la dispersione di gas nelle gallerie da parte delle forze di sicurezza egiziane», ma non va oltre. L’Ap ha riferito che un medico di un ospedale in prossimità del confine di Gaza ha spiegato che i contrabbandieri sono morti per soffocamento.
Secondo l’emittente televisiva Al Jazeera, un funzionario della polizia palestinese avrebbe detto che tre persone sono morte per inalazione di fumo e una quarta per i calcinacci proiettati tutt’intorno dagli esplosivi fatti brillare nella galleria. Altri tre lavoratori, ha aggiunto, sono stati curati per le ferite subite in un ospedale della città egiziana di Rafah. Il personale medico ha detto che una decina di persone ha riportato ferite per il crollo della galleria.
Sempre Al Jazeera ha riferito che le autorità egiziane avevano avvertito i palestinesi che il tunnel sarebbe stato distrutto, prima di impiegare candelotti di gas e dinamite per farlo saltare in aria. Il corrispondente di Al Jazeera, Ayman Mohyeldin, ha detto che eventi simili – in cui le autorità egiziane buttano nei cunicoli prima candelotti di gas e poi esplosivi – si ripetono regolarmente.
Ha aggiunto che gli egiziani spesso avvisano i palestinesi, ma se gli avvertimenti vengano ascoltati o meno dipende da chi c’è in quel momento. Il giornalista osserva anche che le gallerie sono costruite poveramente: più di 45 palestinesi sono morti per crolli nei cunicoli, mentre altri 40 hanno perso la vita in seguito agli interventi egiziani volti a bloccare il contrabbando.
Gli egiziani dicono che ci sono troppe gallerie lungo i 15 chilometri di confine con la Striscia e calcolano che siano tra i 1.300 e i 1.500. Spiegano che la maggior parte è gestita da fuorilegge, cosa che rende difficile controllare cosa entri ed esca. L’aviazione israeliana in passato ha già più volte bombardato i tunnel, soprattutto durante la campagna militare Piombo Fuso, svoltasi nelle prime settimane del 2009.
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