mercoledì, maggio 05, 2010
Recensione del libro di Renato Zilio, edito da EMI Bologna, da parte di Sandro Vitalini, professore emerito dell’Università di Friburgo

Il missionario Renato Zilio, scalabriniano, sa evangelizzare anche con la sua penna, che intinge nel sangue del suo cuore, bollente di zelo apostolico. Il Cardinal Roger Etchegaray, nella prefazione, ci ricorda Deuteronomio 24, 17:”Non imbrogliare sui diritti di un immigrato”. E siamo commossi di apprendere che anche il nostro autore ha partecipato attivamente a una protesta davanti al Parlamento londinese per sosternere i diritti dei migranti (pp.95-97).
L’opera ci impressiona per il viscerale coinvolgimento che dimostra da parte dei missionari con gli emigrati. Rinvio al capitolo che ci parla della loro accogleinza “accogliere è fare il vuoro in sè. Ma anche il vuoto disè stessi. Preoccuparsi solo dell’altro, fargli posto nel tuo mondo, nella tua vita”(p.35).

“Noi sorridiamo non perchè qualche cosa di buono è successo, ma qualcosa di buono succederà se sorridiamo” (p.31). “Ma, in fondo, Signore, sei sempre tu lo straniero che i nostri passi accompagnano ed è verso il tuo Regno che essi ci portano”(p.34).

Particolare pregio dell’opera è la sua ispirazione all’Anno liturgico. “Far posto all’altro, a colui che è differente, al nuovo, rappresenta in fondo la nostra stessa grandezza”(p.55).
L’autore cita l’emigrante argentina:”Quando il tramonto si accende/ e la vita si avvia lentamente al riposo notturno/ scende nell’umanità la nostalgia di Dio/ e si sprigiona la preghiera/ e la memoria di essere fatti per l’eternità”(p.59).
Queste pagine ci danno l’idea di come una parrocchia per emigrati sia viva, dinamica, sia famiglia. Se qualcuno prevede di non partecipare alla Messa della Domenica successiva, già si scusa in precedenza presso il missionario. Si ha un vivo senso di appartenenza alla parrocchia e non si può vivere senza di essa. Abbiamo molto da imparare. Faccio un esempio: nel corso di preparazione dei fidanzati al matrimonio si fa compiere loro un esercizio curioso: la fidanzata conduce il fidanzato con gli occhi bendati su di un percorso nel quale lei dovrà premurosamente dirigerlo e lui obbedirle scrupolosamente. “Mettersi nelle mani dell’altro è un’arte lunga e consumata dei migranti... è il senso stesso della loro esistenza. A occhi chiusi hanno imparato a vivere un’altra vita, un altro ritmo”(p.81).
Saremo ammirati per la fede di questi emigrati, che si esprime anche in solenni processioni nel cuore di Londra! Da questo libro traspare l’afflato missionario che ha segnato gli inizi della Chiesa. “Essere missionario è mettersi in cammino... per poter finalmente incontrare l’altro... per convinzione, per religione o origine differenti. Costruire insieme qualcosa di nuovo e di bello, di umano, che Dio stesso ha immensamente desiderato”(p.85).
In un moemnto in cui anche la Chiesa è attraversata da tensioni e da conflitti, ecco un libro che si pone (e ci pone) al di sopra di ogni crisi, perchè immerso totalmente nell’espansione impegnativa e beatifica del Regno di Dio.

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