“Vaste distese di terre coltivabili, importanti riserve di biodiversità, eppure paradossalmente l’Africa rimane incapace di offrire pane a sufficienza per le sue popolazioni: è giunta l’ora di raccogliere la sfida per un’agricoltura moderna e produttiva”.
Agenzia Misna - Lo ha detto a Ouagadougou il presidente del Burkina Faso, Blaise Compaoré, in occasione dell’assemblea generale del Forum africano per la ricerca agricola (Fara) e della Settimana africana delle scienze agricole. L’appello giunge in un momento segnato dal grave effetto dei mutamenti climatici – dalle piogge torrenziali in Mali alla siccità estrema in Niger e Ciad – e da una severa crisi alimentare che colpisce più paesi del Sahel. “Ricerca, innovazione tecnologica e cooperazione daranno all’agricoltura africana i mezzi per produrre diversamente e in quantità sufficienti – ha aggiunto Compaoré – pur preservando mutamenti climatici”. A questi fattori negativi si aggiunge la crescente pressione demografica del continente: nel 2050, sulla base di stime correnti, la popolazione africana potrebbe raggiungere un miliardo e 900.000 abitanti 1,9 miliardi di abitanti. Necessaria, quindi, secondo Compaoré, una “ doppia rivoluzione verde”, chiesta ai rappresentanti delle istituzioni africane, donatori, ricercatori, universitari e organizzazioni contadine che partecipano all’incontro del Fara. Una strada sulla quale diversi paesi si sono già avviati, ad esempio con il riso ‘prodigio’ Nerica (Nuovo riso per l’Africa), prodotto in quantità record da Uganda, Guinea e Kenya, per non parlare dei numerosi progetti di ‘economia ambientale’ in corso di realizzazione, come la ‘Grande muraglia verde’ in nove paesi sub-sahariani: uno dei maggiori contributi dell’Africa per la lotta alla desertificazione e ai mutamenti del clima.
Agenzia Misna - Lo ha detto a Ouagadougou il presidente del Burkina Faso, Blaise Compaoré, in occasione dell’assemblea generale del Forum africano per la ricerca agricola (Fara) e della Settimana africana delle scienze agricole. L’appello giunge in un momento segnato dal grave effetto dei mutamenti climatici – dalle piogge torrenziali in Mali alla siccità estrema in Niger e Ciad – e da una severa crisi alimentare che colpisce più paesi del Sahel. “Ricerca, innovazione tecnologica e cooperazione daranno all’agricoltura africana i mezzi per produrre diversamente e in quantità sufficienti – ha aggiunto Compaoré – pur preservando mutamenti climatici”. A questi fattori negativi si aggiunge la crescente pressione demografica del continente: nel 2050, sulla base di stime correnti, la popolazione africana potrebbe raggiungere un miliardo e 900.000 abitanti 1,9 miliardi di abitanti. Necessaria, quindi, secondo Compaoré, una “ doppia rivoluzione verde”, chiesta ai rappresentanti delle istituzioni africane, donatori, ricercatori, universitari e organizzazioni contadine che partecipano all’incontro del Fara. Una strada sulla quale diversi paesi si sono già avviati, ad esempio con il riso ‘prodigio’ Nerica (Nuovo riso per l’Africa), prodotto in quantità record da Uganda, Guinea e Kenya, per non parlare dei numerosi progetti di ‘economia ambientale’ in corso di realizzazione, come la ‘Grande muraglia verde’ in nove paesi sub-sahariani: uno dei maggiori contributi dell’Africa per la lotta alla desertificazione e ai mutamenti del clima.
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