martedì, luglio 20, 2010
La Chiesa in Bangladesh è da anni impegnata per sradicare la pratica della dote e contro le violenze sulle donne ad essa associate. Nonostante sia illegale dal 1980, questa tradizione è ancora diffusa in particolare nella parte nord-occidentale del Paese, come in diverse altre regioni della sub-continente indiano.

Radio Vaticana - Il fenomeno, come è noto, è all’origine del drammatico numero di infanticidi di neonate femmine in questi Paesi, e dell’impennata, negli ultimi anni, degli aborti selettivi femminili favorita dai nuovi strumenti della diagnostica prenatale. Avere una figlia femmina è, infatti, spesso un costo insostenibile per le famiglie che per pagare la dote si indebitano e non di rado si riducono al lastrico. Non meno drammatica è la sorte che tocca alle donne la cui dote è ritenuta insufficiente o i cui genitori non riescono a saldare il debito: uxoricidi, violenze domestiche, torture e attacchi all’acido che se non uccidono sfigurano a vita queste donne sono all’ordine del giorno nel Paese, anche se solo adesso i media locali cominciano a parlarne. Di fronte a una pratica così dura a morire – riferisce l’agenzia Eglises d’Asie, ripresa dall’Apic – le parrocchie e le organizzazioni cattoliche del Bangladesh sono impegnate soprattutto sul fronte della sensibilizzazione. “Cerchiamo di spiegare alla gente quanto sia cattivo questo sistema e che devono abbandonarlo per sempre”, spiega don Anthony Sen, parroco della parrocchia di Thakurgaum. La Caritas Bangladesh organizza spettacoli di Gambhira, rappresentazioni teatrali tradizionali a base di musica e danze ancora molto popolari nella parte occidentale del Paese al confine con il Bengala indiano. Un modo per fare arrivare il messaggio alle fasce meno istruite della popolazione. “In passato abbiamo provato con seminari e riunioni, ma non ha funzionato” racconta il responsabile locale del progetto della Caritas, Suklesh George Costa. Questa nuova iniziativa sembra avere funzionato: nei villaggi coinvolti nel progetto (circa un migliaio) la pratica della dote è scomparsa.


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