martedì, luglio 06, 2010
Colonie e insediamenti illegali israeliani hanno sottratto ai palestinesi circa il 42% dei territori a est della “Linea verde” occupati dal 1967, cioè Gerusalemme est e la Cisgiordania.

Agenzia Misna - Le stime sono contenute in un rapporto diffuso oggi da B’tselem, un’organizzazione non governativa (ong) con sede a Tel Aviv. Secondo lo studio, fondato su dati dell’amministrazione israeliana, al di là della “Linea verde” gli insediamenti sono più o meno 200, un’ottantina dei quali sorti non solo in violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu ma senza nemmeno l’autorizzazione di Tel Aviv. Circa il 21% dell’area edificata delle colonie, stima B’tselem, sorge su terre che Israele riconosce almeno in teoria come proprietà privata palestinese. “La creazione degli insediamenti – si sostiene nel rapporto dell’ong – è stata caratterizzata fin dall’inizio da un approccio strumentale, cinico e perfino criminale al diritto internazionale e alla legislazione locale (…) che ha permesso la continua appropriazione di terre dei palestinesi”. Negli ultimi anni, l’espansione delle colonie si è accompagnata a una forte crescita della popolazione israeliana della Cisgiordania. Secondo B’tselem, nella regione tra il 2004 e il 2009 il numero dei coloni è aumentato da 235.000 a 301.000. Il rapporto dell’ong è stato diffuso a poche ore da un incontro a Washington tra il presidente americano Barack Obama e il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu. Ieri il quotidiano di Tel Aviv “Haaretz” ha scritto che, a partire da Settembre, saranno costruite in Cisgiordania almeno 2700 nuove unità abitative.

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