La marea nera che sta soffocando le coste di Delian e il golfo di Bohai, una delle località turistiche più famose della Cina ed (ex) fiore all'occhiello dello sviluppo armonioso con l'ambiente del governo di Pechino, secondo Greenpeace China «Dovrebbe rappresentare un grave avvertimento sui costanti ed inevitabili pericoli di proseguire nella dipendenza della nostra economia dal petrolio».
GreenReport - Greenpeace China, dopo aver diffuso le foto che hanno rivelato al mondo la dimensione umana e ambientale di una tragedia che subito si era cercato di minimizzare, fornisce le prima cifre dei danni prodotti dalla serie di esplosioni verificatesi su due oleodotti che avrebbero aperto una squarcio anche in un serbatoio per lo stoccaggio del petrolio: «Si stima che circa 11.000 barili (1.500 tonnellate) di greggio siano fuoriuscite in mare, creando una chiazza di petrolio che si è ampliata sino al oltre 100 km2 (quindi da subito il doppio di quanto dicevano le autorità cinesi, ndr). Un incendio ha infuriato per 15 ore prima di essere quasi spento. Lo sversamento di petrolio ha gravi conseguenze per l'ecosistema costiero, così come la pesca e l'industria del turismo e le comunità locali. Anche se è ancora troppo presto per valutare pienamente le conseguenze ambientali di questo incidente, una cosa è certa: non ci potrà essere una completa pulizia. Il danno fatto da ogni fuoriuscita di petrolio è irreversibile e di lunga durata. I lavori di bonifica sono già iniziati, con barriere, skimmer e disperdenti, che sono essi stessi prodotti chimici pericolosi, i cui effetti dannosi non sono ancora stati completamente studiati».
Yang Ailun, climate campaigner di Greenpeace China, critica apertamente la politica energetica del suo Paese: «Dal Golfo del Messico fino al Golfo di Dalian, ai numerosi incidenti nelle miniere di carbone, è tragicamente evidente che lo sviluppo economico costruito su combustibili fossili è insostenibile e ha un prezzo alto. Al fine di evitare le conseguenze devastanti di tali incidenti sul nostro ambiente e sulla sicurezza, dobbiamo riformare il nostro sistema energetico, migliorando l'efficienza energetica e sviluppando le fonti energetiche rinnovabili, allontanandoci dai combustibili fossili sporchi come il petrolio e il carbone».
Greenpeace sta monitorando da vicino la marea nera e i lavori di bonifica ed ha anche inviato un suo team sul luogo del disastro per valutarne l'impatto ambientale e «Chiede che il governo cinese e le aziende responsabili effettuino una valutazione completa degli impatti ambientali e intraprendano azioni forti per ridurre al minimo le conseguenze negative. Disastri petroliferi come questo dimostrano che non importa quali tecnologie e precauzioni ci siano, gli sversamenti non possono essere previsti o evitati. La nostra dipendenza dal petrolio lega insieme il mondo in modo velenoso, bloccando le economie con tragedie ambientali come quelle nel Delta del Niger, nelle foreste pluviali dell'Equador, nel Golfo del Messico e ora sulle coste di Dalian».
Gli ambientalisti cinesi ricordano che i ministri dell'energia di 20 nazioni, compresa la Cina, hanno partecipato al Major economie forum per parlare di energia pulita «Speriamo che abbiano preso qualche decisione giusta ed impegni per la nuova energia del futuro».
Greenpeace svela anche un'altra cosa: non è vero che non ci sono state vittime come ha detto il governo cinese, la marea nera ha uno sconosciuto eroe: il vigile del fuoco Zhang Liang che è morto mentre lavorava alle operazioni di bonifica. Gli ambientalisti hanno inviato una lettera di condoglianze alla famiglia ed al dipartimento dei vigili del fuoco di Delian per «esprimere la nostra simpatia e il rispetto per Zhang Liang e per tutti coloro che sono in prima linea nello sforzo di bonifica».
Il team di Greenpeace ha assistito in diretta alla morte di Zhang Liang che si è gettato in mare con un suo collega per riparare una pompa subacquea che era stata intasato da petrolio e detriti. Una grossa onda ha spazzato via il vigile del fuoco di soli 25 anni e i suoi compagni non sono riusciti a salvarlo prima che annegasse nel petrolio che ricopriva la superficie con una coltre spessa 20 centimetri.
Nella lettera di condoglianze Ailun Yang scrive: «L'eccessivo affidamento dato al petrolio nel nostro pianeta ha causato questa tragedia. E' un giorno triste per coloro che sono coinvolti nello sforzo di bonifica e per il pianeta nel suo complesso. In fin dei conti siamo noi esseri umani che paghiamo il prezzo della nostra dipendenza dal petrolio».
GreenReport - Greenpeace China, dopo aver diffuso le foto che hanno rivelato al mondo la dimensione umana e ambientale di una tragedia che subito si era cercato di minimizzare, fornisce le prima cifre dei danni prodotti dalla serie di esplosioni verificatesi su due oleodotti che avrebbero aperto una squarcio anche in un serbatoio per lo stoccaggio del petrolio: «Si stima che circa 11.000 barili (1.500 tonnellate) di greggio siano fuoriuscite in mare, creando una chiazza di petrolio che si è ampliata sino al oltre 100 km2 (quindi da subito il doppio di quanto dicevano le autorità cinesi, ndr). Un incendio ha infuriato per 15 ore prima di essere quasi spento. Lo sversamento di petrolio ha gravi conseguenze per l'ecosistema costiero, così come la pesca e l'industria del turismo e le comunità locali. Anche se è ancora troppo presto per valutare pienamente le conseguenze ambientali di questo incidente, una cosa è certa: non ci potrà essere una completa pulizia. Il danno fatto da ogni fuoriuscita di petrolio è irreversibile e di lunga durata. I lavori di bonifica sono già iniziati, con barriere, skimmer e disperdenti, che sono essi stessi prodotti chimici pericolosi, i cui effetti dannosi non sono ancora stati completamente studiati».
Yang Ailun, climate campaigner di Greenpeace China, critica apertamente la politica energetica del suo Paese: «Dal Golfo del Messico fino al Golfo di Dalian, ai numerosi incidenti nelle miniere di carbone, è tragicamente evidente che lo sviluppo economico costruito su combustibili fossili è insostenibile e ha un prezzo alto. Al fine di evitare le conseguenze devastanti di tali incidenti sul nostro ambiente e sulla sicurezza, dobbiamo riformare il nostro sistema energetico, migliorando l'efficienza energetica e sviluppando le fonti energetiche rinnovabili, allontanandoci dai combustibili fossili sporchi come il petrolio e il carbone».
Greenpeace sta monitorando da vicino la marea nera e i lavori di bonifica ed ha anche inviato un suo team sul luogo del disastro per valutarne l'impatto ambientale e «Chiede che il governo cinese e le aziende responsabili effettuino una valutazione completa degli impatti ambientali e intraprendano azioni forti per ridurre al minimo le conseguenze negative. Disastri petroliferi come questo dimostrano che non importa quali tecnologie e precauzioni ci siano, gli sversamenti non possono essere previsti o evitati. La nostra dipendenza dal petrolio lega insieme il mondo in modo velenoso, bloccando le economie con tragedie ambientali come quelle nel Delta del Niger, nelle foreste pluviali dell'Equador, nel Golfo del Messico e ora sulle coste di Dalian».
Gli ambientalisti cinesi ricordano che i ministri dell'energia di 20 nazioni, compresa la Cina, hanno partecipato al Major economie forum per parlare di energia pulita «Speriamo che abbiano preso qualche decisione giusta ed impegni per la nuova energia del futuro».
Greenpeace svela anche un'altra cosa: non è vero che non ci sono state vittime come ha detto il governo cinese, la marea nera ha uno sconosciuto eroe: il vigile del fuoco Zhang Liang che è morto mentre lavorava alle operazioni di bonifica. Gli ambientalisti hanno inviato una lettera di condoglianze alla famiglia ed al dipartimento dei vigili del fuoco di Delian per «esprimere la nostra simpatia e il rispetto per Zhang Liang e per tutti coloro che sono in prima linea nello sforzo di bonifica».
Il team di Greenpeace ha assistito in diretta alla morte di Zhang Liang che si è gettato in mare con un suo collega per riparare una pompa subacquea che era stata intasato da petrolio e detriti. Una grossa onda ha spazzato via il vigile del fuoco di soli 25 anni e i suoi compagni non sono riusciti a salvarlo prima che annegasse nel petrolio che ricopriva la superficie con una coltre spessa 20 centimetri.
Nella lettera di condoglianze Ailun Yang scrive: «L'eccessivo affidamento dato al petrolio nel nostro pianeta ha causato questa tragedia. E' un giorno triste per coloro che sono coinvolti nello sforzo di bonifica e per il pianeta nel suo complesso. In fin dei conti siamo noi esseri umani che paghiamo il prezzo della nostra dipendenza dal petrolio».
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.