Quando pensiamo ai nuovi profughi climatici ci vengono subito in mente Bangladesh, Maldive e i piccoli Stati insulari del Pacifico dove la gente ha già abbandonato aree costiere e si prepara a lasciare interi Paesi che il mare sommergerà.
GreenReport - Ma la minaccia dell'aumento del livello del mare riguarda non solo esotici Paesi dei nomi semi-sconosciuti, persi nell'angolo più blu e dimenticato del mappamondo, ma anche le coste italiane e quelle di altri Paesi ricchi, come ad esempio il Canada che è già alle prese con l'aumento del li vello degli oceani. Un altro Paese al quale nessuno probabilmente penserebbe quando si parla di profughi del mare è Panama, invece il Paese centroamericano del Canale è già alle prese con uno tra i più vistosi e misurabili effetti del global warming: migliaia dio indigeni che vivono nelle isole di Panama sono stati costretti ad abbandonare le loro dimore ancestrali ed a spostarsi sulla terraferma.
Una combinazione di venti stagionali, tempeste e mare inusuali hanno fatto in modo che l'acqua invadesse le isole basse al largo della costa panamense, non lasciando agli isolani altra scelta che quella di fuggire. Negli ultimi 100 anni il livello del mare è aumentato di circa 7 centimetri e si stima che raggiungerà i più 23 centimetri 2100.
Una cosa che ha lasciato poca scelta agli abitanti di Carti Sugdub (Nella foto), una delle numerose isole al largo della costa nord di Panama : è pronto un piano per spostare i 2.000 cittadini in aree interne di Panama, a circa mezz'ora di cammino dalla spiaggia più vicina: un vero e proprio shock culturale e sociale per una popolazione abituata a vivere circondata dal mare.
Della cosa se ne è occupata anche la Reuters: «Se gli isolani abbandoneranno le loro case come previsto, l'esodo sarà uno dei primi attribuiti all'innalzamento del livello dei mari e al global warming. Gli scienziati avvertono che il livello dei mari nel prossimo secolo potrebbe minacciare milioni di persone, con un destino simile a quello di alcune delle comunità delle lontane Papua Nuova Guinea , Vanuatu e Fiji che sono già state costrette a trasferirsi»
Albert Binger, un consulente scientifico dell'Allance of Small Island States é demoralizzato, secondo lui «I "climate change refugees" som no qualcosa che vedremo accadere sempre di più. Il trasferimento dei profughi climatici rappresenta un problema rilevante, anche per quel che riguarda ciò che accade all'autonomia dei popoli, come comunità, cultura e perfino paese. Non è cosa da poco spostare un paese intero come le Maldive in un'altra area del mondo. Un recente studio dell'International institute of environment and development ha diomostrato che 643 milioni di persone sono a rischio.
Secondo il rapporto "Plan B 3.0: Mobilizing to Save Civilization" di Lester Brown «Uno dei paesi più vulnerabili è la Cina, con 144 milioni di rifugiati climatici. Dopo vengono India e Bangladesh, rispettivamente con 63 e 62 milioni. Il Vietnam ha 43 milioni di persone vulnerabili e l'Indonesia, 42 milioni. Nella Top 10 ci sono il Giappone con 30 milioni , l'Egitto con 26 milioni, e gli Stati Uniti con 23 milioni».
Chi si illude che questa problema riguardi solo esotiche isole e piccole popolazioni insulari si sbaglia di grosso, da Panama viene l'ennesimo segnale di allarme per le grandi potenze vecchie e nuove del mondo e per Stati che già affogano nella miseria, sarebbe ingenuo pensare che milioni di profughi climatici in cerca di casa, cibo e lavoro non provocheranno un vero e proprio terremoto sociale ed economico e conflitti tra i Paesi e soprattutto perdite devastanti per i cittadini dei luoghi che saranno ricoperti dal mare.
GreenReport - Ma la minaccia dell'aumento del livello del mare riguarda non solo esotici Paesi dei nomi semi-sconosciuti, persi nell'angolo più blu e dimenticato del mappamondo, ma anche le coste italiane e quelle di altri Paesi ricchi, come ad esempio il Canada che è già alle prese con l'aumento del li vello degli oceani. Un altro Paese al quale nessuno probabilmente penserebbe quando si parla di profughi del mare è Panama, invece il Paese centroamericano del Canale è già alle prese con uno tra i più vistosi e misurabili effetti del global warming: migliaia dio indigeni che vivono nelle isole di Panama sono stati costretti ad abbandonare le loro dimore ancestrali ed a spostarsi sulla terraferma.
Una combinazione di venti stagionali, tempeste e mare inusuali hanno fatto in modo che l'acqua invadesse le isole basse al largo della costa panamense, non lasciando agli isolani altra scelta che quella di fuggire. Negli ultimi 100 anni il livello del mare è aumentato di circa 7 centimetri e si stima che raggiungerà i più 23 centimetri 2100.
Una cosa che ha lasciato poca scelta agli abitanti di Carti Sugdub (Nella foto), una delle numerose isole al largo della costa nord di Panama : è pronto un piano per spostare i 2.000 cittadini in aree interne di Panama, a circa mezz'ora di cammino dalla spiaggia più vicina: un vero e proprio shock culturale e sociale per una popolazione abituata a vivere circondata dal mare.
Della cosa se ne è occupata anche la Reuters: «Se gli isolani abbandoneranno le loro case come previsto, l'esodo sarà uno dei primi attribuiti all'innalzamento del livello dei mari e al global warming. Gli scienziati avvertono che il livello dei mari nel prossimo secolo potrebbe minacciare milioni di persone, con un destino simile a quello di alcune delle comunità delle lontane Papua Nuova Guinea , Vanuatu e Fiji che sono già state costrette a trasferirsi»
Albert Binger, un consulente scientifico dell'Allance of Small Island States é demoralizzato, secondo lui «I "climate change refugees" som no qualcosa che vedremo accadere sempre di più. Il trasferimento dei profughi climatici rappresenta un problema rilevante, anche per quel che riguarda ciò che accade all'autonomia dei popoli, come comunità, cultura e perfino paese. Non è cosa da poco spostare un paese intero come le Maldive in un'altra area del mondo. Un recente studio dell'International institute of environment and development ha diomostrato che 643 milioni di persone sono a rischio.
Secondo il rapporto "Plan B 3.0: Mobilizing to Save Civilization" di Lester Brown «Uno dei paesi più vulnerabili è la Cina, con 144 milioni di rifugiati climatici. Dopo vengono India e Bangladesh, rispettivamente con 63 e 62 milioni. Il Vietnam ha 43 milioni di persone vulnerabili e l'Indonesia, 42 milioni. Nella Top 10 ci sono il Giappone con 30 milioni , l'Egitto con 26 milioni, e gli Stati Uniti con 23 milioni».
Chi si illude che questa problema riguardi solo esotiche isole e piccole popolazioni insulari si sbaglia di grosso, da Panama viene l'ennesimo segnale di allarme per le grandi potenze vecchie e nuove del mondo e per Stati che già affogano nella miseria, sarebbe ingenuo pensare che milioni di profughi climatici in cerca di casa, cibo e lavoro non provocheranno un vero e proprio terremoto sociale ed economico e conflitti tra i Paesi e soprattutto perdite devastanti per i cittadini dei luoghi che saranno ricoperti dal mare.
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