venerdì, luglio 30, 2010
Per quasi un secolo i diversi governi della Terrasanta hanno fornito gratis acqua alla basilica e ai pellegrini, come segno di cortesia. Ora il Municipio di Gerusalemme vuol far pagare l’acqua anche per il passato. Perplessità e preoccupazione nelle Chiese cristiane: occorre mettere d’accordo tutti i gruppi che usano l’acqua al Santo Sepolcro.

Tel Aviv (AsiaNews) - Perplessità e preoccupazione nelle Chiese di Gerusalemme di fronte alla minaccia dell'autorità municipale di tagliare il rifornimento d'acqua alla Basilica del Santo Sepolcro. Sin da quando è cominciata ad arrivare l'acqua corrente nella zona, tutti i governi che si son succeduti hanno fornito acqua al Santo Sepolcro senza pretendere pagamento, quale servizio pubblico ai pellegrini e cortese attenzione per i religiosi, cattolici e non, che custodiscono ed officiano il Santuario.

Così ha fatto il governo britannico della Terra Santa (1917-1948), quello giordano (1948-1967) e finora anche l'israeliano. Senonché le autorità municipali israeliane hanno ripreso ad esercitare forti pressioni e minacce di tagliare l'acqua per farsi pagare, non solo nel futuro ma anche per tutta l'acqua fornita a partire dal 1967.

Le rivelazioni sono giunte ad AsiaNews da fonti della Basilica, che però preferiscono non essere individuate perché si spera sempre che le autorità cittadine si ravvedano. Fatto curioso è che le domande di pagamento vengono indirizzate ad un ente inesistente, "la chiesa del Santo Sepolcro". Una tale amministrazione non esiste, visto che l'antica Basilica è retta dal peculiare regime giuridico internazionalmente riconosciuto, detto dello "Statu quo". Lo "Statu quo" vuol dire che spazi, tempi, e funzioni vengono ripartiti tra la Chiesa Cattolica, rappresentata dalla francescana Custodia di Terra Santa e diversi gruppi di monaci non cattolici, greci e armeni anzitutto, ma anche, in minor misura, copti, etiopi e siri ortodossi. (continua a leggere su asianews)

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