domenica, luglio 18, 2010
Dossier di Libera sulle infiltrazioni mafiose nel calcio italiano: 30 clan coinvolti e affari milionari

LiberaInformazione - Scommesse, partite truccate, presidenti boss, riciclaggio di soldi, le mani sul calcio minore le voci del nuovo affare targato criminalità. Oggi, in una conferenza stampa presso la Bottega dei sapori e dei saperi della legalità di Libera a Roma, una anticipazione del libro che sarà disponibile a partire da settembre. “Le mafie nel pallone” curato da Daniele Poto, edito dal gruppo Abele, è una disamina precisa e puntuale degli interessi malavitosi che ruotano dentro e fuori il mondo dei football italiano. Dalla Lombardia al Lazio, abbracciando la Campania, la Basilicata, Calabria, toccando la Puglia, con sospetti in Abruzzo e con un radicamento profondo in Sicilia. E con il nord Italia che appare non immune da questa onda di illegalità calcistica. Nella spartizione della torta c’è dentro tutto il gotha della mafia, dai Lo Piccolo ai Casalesi, dai Mallardo ai Pelle’, dai Misso alla cosca dei Pesce a quella dei Santapaola. Oggi i clan guardano al mondo del calcio, controllano il calcio scommesse, condizionano le partite, usano questo sport per cimentare legami della politica, riciclando soldi. A fare gli onori di casa, presso la Bottega, il giornalista Valerio Piccione che ha introdotto tra i primi l’autore -giornalista Daniele Poto: “Questo lavoro nasce dalla volontà di parlare di un affare silenzioso ed invisibile che tranne rare e poche eccezioni non ha trovato spazio nei rapporti della “direzione antimafia” degli ultimi tre anni. Abbiamo cercato di portare alla luce un lavoro investigativo producendo un voluminoso testo lungo centinaia di pagine di approfonditi report”. Nella mappatura fatta dal testo il caso emblematico, per ciò che riguarda il grado di infiltrazione e di condizionamento delle dinamiche agonistiche, è sicuramente quello che riguarda il Potenza Calcio.

Entra a piè pari proprio sulla vicenda del Potenza anche Marcello Cozzi, referente di Libera in Basilicata e ufficio di presidenza dell'associazione. “A Potenza c’è un binomio ormai acclarato tra calcio-camorra – dichiara Cozzi.. Il Potenza è il caso-limite del sistema calcio mafioso e di un micro-sistema nel pallone. Una cronistoria criminale che ha come protagonista il giovane presidente della squadra Giuseppe Postiglione. Quest’ultimo –prosegue Cozzi - forma una triade con un dirigente di lungo corso Luca Evangelisti ed un mafioso Antonio Cossidente, potentino di nascita e campano di adozione criminale, punto di contatto tra camorra e clan dei Basilischi”. Testimonianza d’eccezione quella del presidente della Lega calcio professionisti, Salvatore Lombardo, che si riallaccia al caso Potenza, affermando: “il potenza calcio è fuori dalla federazione calcio, per tutte le varie irregolarità amministrative e per i fatti investigativi emersi. L’episodio – prosegue – ha penalizzato il calcio in genere ma soprattutto la lega calcio nonostante stiamo cercando di mettere in atto diverse misure tecniche per evitare che situazioni del genere si ripetino in futuro”. A chiudere la mattinata l’intervento di Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, che si sofferma sul drammatico quadro che viene fuori dal libro di Poto, ma che nello stesso tempo sottolinea che esistono tante altre società che si contraddistinguono per trasparenza e scelta di legalità. “I boss scelgono di investire soprattutto nelle piccole squadre nelle basse categorie – commenta Ciotti - perché lo ritengono un fattore di prestigio, potere, e soprattutto una maniera per controllare ed esser riconoscibile nel territorio”. Il presidente di Libera conclude ribadendo la necessità di riportare l’etica dentro il pallone. Sorvegliare, denunciare ma soprattutto scelte concertate con tutte le istituzioni coinvolte per poter dare una ripulita efficace e definitiva al mondo del calcio.

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