Una volta c’era il film, Viaggio al centro della Terra. Da oggi c’è il viaggio al centro dell’intestino. E delle sue patologie, come ulcere e tumori, passando per debilitanti emoraggie.
Revenew - Paolo Dario e Arianna Menciassi, professori di robotica biomedica presso la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, sull’autorevole rivista ”Scientific American” annunciano infatti l’arrivo delle videocapsule di nuova generazione, con arti, zoom e strumenti vari, guidate da telecomando wifi. Studiati per ora negli animali, questi minirobot potrebbero essere presto pronti per le applicazioni umane. Il vantaggio, rispetto al semplice transito della “vecchia” videocapsula, è che possono essere guidati fino a esplorare esattamente le aree specifiche che interessano il medico.
Come quelle sonde su Marte, questi mini robot potrebbero prelevare frammenti di intestino malato, aiutando i medici a scovare i tumori e le infiammazioni più nascosti. E anche essere inviati in missione di pronto soccorso, ad esempio per rilasciare farmaci per curare l’ulcera o per tamponare emorragie. Ma all’orizzonte, in lontananza, già si intravede il futuro remoto, il Jeeg Robot, quello in grado di auto-assemblarsi all’interno del corpo.
L’idea è quella di far inghiottire al paziente 10-15 capsule, ognuna delle quale contiene un componente miniaturizzato: videocamera, pinzette per biopsie, mini-bisturi, mini-cucitrici, con un paio di magneti alle estremità.
Proprio come immaginato dagli autori nipponici della serie animata. Una volta dentro lo stomaco, riempito d’acqua, i componenti vengono assemblati nella configurazione desiderata, guidati dalla forza di campi magnetici applicati dall’esterno, per poi procedere a interventi chirurgici senza bisogno di fare alcun taglio. Una volta completata la procedura chirurgica, il tutto può essere smontato ed espulso a pezzetti dall’intestino.
Revenew - Paolo Dario e Arianna Menciassi, professori di robotica biomedica presso la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, sull’autorevole rivista ”Scientific American” annunciano infatti l’arrivo delle videocapsule di nuova generazione, con arti, zoom e strumenti vari, guidate da telecomando wifi. Studiati per ora negli animali, questi minirobot potrebbero essere presto pronti per le applicazioni umane. Il vantaggio, rispetto al semplice transito della “vecchia” videocapsula, è che possono essere guidati fino a esplorare esattamente le aree specifiche che interessano il medico.
Come quelle sonde su Marte, questi mini robot potrebbero prelevare frammenti di intestino malato, aiutando i medici a scovare i tumori e le infiammazioni più nascosti. E anche essere inviati in missione di pronto soccorso, ad esempio per rilasciare farmaci per curare l’ulcera o per tamponare emorragie. Ma all’orizzonte, in lontananza, già si intravede il futuro remoto, il Jeeg Robot, quello in grado di auto-assemblarsi all’interno del corpo.
L’idea è quella di far inghiottire al paziente 10-15 capsule, ognuna delle quale contiene un componente miniaturizzato: videocamera, pinzette per biopsie, mini-bisturi, mini-cucitrici, con un paio di magneti alle estremità.
Proprio come immaginato dagli autori nipponici della serie animata. Una volta dentro lo stomaco, riempito d’acqua, i componenti vengono assemblati nella configurazione desiderata, guidati dalla forza di campi magnetici applicati dall’esterno, per poi procedere a interventi chirurgici senza bisogno di fare alcun taglio. Una volta completata la procedura chirurgica, il tutto può essere smontato ed espulso a pezzetti dall’intestino.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.