sabato, luglio 17, 2010
A scatenare le violenze una disputa legata alla terra e al passaggio di bestiame. In un primo momento la polizia si è rifiutata di aprire un’indagine. I medici hanno curato i feriti dopo aver ricevuto il nulla osta degli agenti. P. Ranjit: gli indù hanno subito il lavaggio del cervello dai gruppi estremisti.

Bhubaneswar (AsiaNews)
– Un centinaio di tribali indù hanno assalito, malmenato e insultato sette coppie di cattolici del villaggio di Kupibadi, nel distretto di Kandhamal, nello Stato indiano dell’Orissa, teatro nell’agosto 2008 del pogrom anti-cristiano. Il fatto è avvenuto ieri; alla base delle violenze vi sarebbero questioni legate alla terra e al passaggio di bestiame per il pascolo. Un sacerdote locale riferisce che l’incidente ha “scioccato” i fedeli, che temono per “la loro vita, quella dei bambini, per la sicurezza delle case e delle proprietà”.

Fonti locali di AsiaNews spiegano che i tribali indù di Danikibadi hanno impedito ai cattolici il transito con il bestiame attraverso il loro villaggio, il pascolo nella vicina foresta e nei campi circostanti. Danikibadi dista 3 km dal villaggio di Kupibadi – che ospita 18 famiglie cattoliche, su un totale di 80 – ed è un passaggio obbligato per i fedeli che vogliono raggiungere le loro case.

I cattolici hanno denunciato i soprusi degli indù ai funzionari del governo locale, i quali hanno indetto un incontro per dirimere la questione. Nel contesto del faccia a faccia, i tribali indù hanno assalito 14 cattolici (sette coppie di sposi, in rappresentanza della comunità), prendendoli anche a sassate. Un uomo ha riportato gravi ferite alla gamba; a una donna hanno strappato orecchini e catena. Altri hanno riportato lividi o ferite lievi.


In un primo momento la polizia di Daringbadi si è rifiutata di accogliere la denuncia dei cattolici e solo in seguito a ripetute richieste hanno aperto un fascicolo. La situazione non è migliorata nemmeno nel centro sanitario governativo, dove i medici si sono rifiutati di curare i feriti. I dottori, temendo denunce o complicazioni legali, sono intervenuti solo dopo aver ricevuto il nulla osta dalle forze dell’ordine.


P. Ratikant Ranjit, dell’arcidiocesi di Cuttack-Bhubaneswar, spiega come l’incidente abbia “scioccato” la comunità dei cattolici. Egli fornisce loro assistenza legale e sostegno psicologico, perché temono per “la loro vita, quella dei bambini, per la sicurezza delle case e delle proprietà”. A questo si aggiunge il mancato intervento di polizia e medici, a conferma dell’abbandono e dell’isolamento sofferto dalla minoranza. “Noi siamo vicini ai nostri cattolici – precisa il sacerdote – nelle richieste di pace e giustizia”. Egli chiede inoltre garanzie di sicurezza, prima del rientro dei cattolici nelle loro case.


P. Ranjit conferma “il lavaggio del cervello” che “i gruppi radicali hanno imposto agli indù” nel distretto di Kandhamal, in Orissa e in altre zone dell’India. Una campagna di odio e di violenze contro i cristiani, sfociata negli attacchi del dicembre 2007 e nel pogrom anti-cristiano dell’agosto 2008, che ha causato oltre 500 vittime. “Cercheremo di predisporre tutti i controlli – conclude il sacerdote – per valutare il diffondersi di questo clima di odio”.


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