martedì, luglio 27, 2010
Alleggerire il debito internazionale della Repubblica democratica del Congo non va inteso come “regalo” da parte degli istituti finanziari internazionali, ma come il tardivo riconoscimento del “debito odioso” – in diritto, quello contratto da regimi non democratici e sottoposto ad appropriazione indebita – che il governo di Kinshasa non era neanche tenuto a rimborsare.

Agenzia Misna - Lo ha detto Renaud Vivien, esponente del ‘Comitato per la cancellazione del debito del Terzo mondo’ (Cadtm) in un’intervista rilanciata da diversi media congolesi. Ai primi di Luglio la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale hanno annunciato la cancellazione di circa il 90% del debito del paese africano, in cambio di condizionamenti finanziari in parte già rispettati e da rispettare per il futuro. “Il debito congolese era illecito e Kinshasa aveva il diritto di rifiutarsi di pagarlo: i creditori avevano prestato sapendo che i fondi sarebbero stati usati da Mobutu Sese Seko. Esistevano numerosi rapporti, tra cui il rapporto Blumethal, che mettevano in guardia i creditori” ha sostenuto Vivien. Diverse organizzazioni, tra cui il Cadtm, chiedono verifiche sui futuri prestiti da erogare e la cancellazione totale del debito, per proteggere il paese dai cosiddetti “fondi avvoltoi”, ovvero imprese finanziarie, motivate dalla mera speculazione, che ‘comprano’ i debiti dei governi poveri chiedendo in cambio tassi d’interesse altissimi.


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