mercoledì, luglio 07, 2010
Alcune decine di persone restano oggi davanti all’ufficio delle Nazioni Unite a Colombo e minacciano di avviare uno sciopero della fame se non sarà sciolta commissione d’inchiesta varata il 22 Giugno scorso dall’organismo internazionale per indagare sui presunti crimini di guerra commessi contro i civili tamil durante le fasi finali del conflitto secessionista nel nord del paese.

Agenzia Misna - Ieri hanno protestato davanti agli uffici alcune centinaia di dimostranti nazionalisti, una protesta guidata dal ministro per le Opere civili Wimal Weerawansa, capo del partito ultranazionalista National freedom front. Il governo dello Sri Lanka, che precisa di non avere rapporti diretti con la manifestazione in corso, ha protestato contro l’iniziativa dell’Onu, affermando di aver già varato una commissione di riconciliazione nazionale e ha inoltre accusato di incoerenza l’Onu rispetto ai comportamenti di altre nazioni occidentali nella ‘guerra al terrorismo internazionale’. In passato, altre commissioni nazionali contro crimini di guerra hanno avuto esiti molto controversi e un panel di esperti internazionali scelti dal presidente diede le dimissioni denunciando ostacoli e ostruzionismo. Secondo stime delle Nazioni Unite almeno 7000 civili sono rimasti uccisi nei primi quattro mesi del 2009, cioè prima dell’ultima e più cruenta battaglia sulla spiaggia di Mullaitivu, dove si ritiene fossero rimasti intrappolati tra il fuoco dell’esercito e quello dei ribelli tamil 100.000 civili tamil. Il governo di Colombo ha sempre negato l’uso di artiglieria pesante e bombardamenti, allo scopo di tutelare i civili, nonostante più testimonianze e prove dimostrino il contrario, così come fu evidente l’uso di civili come ‘scudi umani’ da parte dei secessionisti. Il giurista indonesiano Marzuki Darusman, presidente del panel di tre esperti che compone la commissione Onu, ha detto al giornale Daily Mirror che il gruppo si riunirà come previsto nella seconda metà di Luglio per avviare i lavori. Dopo l’annuncio ieri della decisione dell’Unione Europea (UE) di sospendere le agevolazioni alle importazioni di prodotti dallo Sri Lanka poiché il paese non ha migliorato gli standard di tutela dei diritti umani, oggi Colombo ha risposto di aver predisposto provvedimenti alternativi per aiutare le aziende esportatrici. La società civile dello Sri Lanka è divisa tra chi chiede chiarezza sui fatti della guerra e chi vede l’inchiesta dell’Onu come un ostacolo alla riconciliazione nazionale alla fine di un quasi trentennale conflitto costato la vita a 80-100.000 persone.

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