Il governo non aiuta le centinaia di migliaia di persone rimaste senza terra. Il network Prajaabhilasha fonda il Tribunale “per eliminare ogni barriera legale che impedisce di risolvere i problemi delle comunità colpite”.
Colombo (AsiaNews) – Il 10 luglio aprirà il Tribunale del popolo nel distretto di Puttalam, 80 miglia a nord di Colombo. Lo hanno rivelato in una conferenza stampa del 28 giugno i responsabili del network Prajaabhilasha, un movimento che si batte in difesa dei diritti di tutti coloro che in Sri Lanka non hanno una terra o l’hanno perduta. Il movimento è collegato al National fisheries solidarity movement (Nafso).
L’obiettivo del Tribunale del popolo sarà quello di “modificare l’attuale legislazione per eliminare ogni barriera legale che impedisce di risolvere i problemi delle comunità colpite”. Nell’agosto del 2009, in collaborazione con i network delle associazioni Praja Abilasha e People to People Dialogue (PPD), il professore Abewickrama aveva redatto e inviato al governo il rapporto “Problemi della terra in Sri Lanka”. L’indagine che analizza le cause che portano centinaia di migliaia di srilankesi ad abbandonare le loro case non ha però prodotto risultati concreti.
Il governo non ha fatto nulla per le 450 famiglie di Sampur sfollate per colpa della guerra civile che vivono ancora nei campi degli Idp (Internally displaced persons) a Killiweddi, nel distretto di Trincomalee; non ha risolto il dramma dei 17mila sfollati per lo tsunami che vivono nei campi profughi; non ha offerto soluzioni alle famiglie del distretto di Monaragala le cui case e coltivazioni vengono distrutte dai continui attacchi degli elefanti in cerca di cibo.
“Che senso ha la parola sviluppo se così tante persone sono ancora sfollate?” si chiede uno dei responsabili del network Prajaabhilasha parlando di migliaia di acri di terra usati dal governo per costruire fabbriche e alberghi per i turisti.
Herman Kumara, segretario generale del Nafso, ha dichiarato ad AsiaNews: “Abbiamo inviato l’anno scorso al governo un libro sulla situazione degli sfollati e non abbiamo ottenuto risposta. Sembra che quando cerchiamo di aiutare il governo, questo ci respinga invece che intervenire in favore della gente che ha bisogno. Per questo abbiamo deciso di fondare il Tribunale del popolo”.
Colombo (AsiaNews) – Il 10 luglio aprirà il Tribunale del popolo nel distretto di Puttalam, 80 miglia a nord di Colombo. Lo hanno rivelato in una conferenza stampa del 28 giugno i responsabili del network Prajaabhilasha, un movimento che si batte in difesa dei diritti di tutti coloro che in Sri Lanka non hanno una terra o l’hanno perduta. Il movimento è collegato al National fisheries solidarity movement (Nafso).
L’obiettivo del Tribunale del popolo sarà quello di “modificare l’attuale legislazione per eliminare ogni barriera legale che impedisce di risolvere i problemi delle comunità colpite”. Nell’agosto del 2009, in collaborazione con i network delle associazioni Praja Abilasha e People to People Dialogue (PPD), il professore Abewickrama aveva redatto e inviato al governo il rapporto “Problemi della terra in Sri Lanka”. L’indagine che analizza le cause che portano centinaia di migliaia di srilankesi ad abbandonare le loro case non ha però prodotto risultati concreti.
Il governo non ha fatto nulla per le 450 famiglie di Sampur sfollate per colpa della guerra civile che vivono ancora nei campi degli Idp (Internally displaced persons) a Killiweddi, nel distretto di Trincomalee; non ha risolto il dramma dei 17mila sfollati per lo tsunami che vivono nei campi profughi; non ha offerto soluzioni alle famiglie del distretto di Monaragala le cui case e coltivazioni vengono distrutte dai continui attacchi degli elefanti in cerca di cibo.
“Che senso ha la parola sviluppo se così tante persone sono ancora sfollate?” si chiede uno dei responsabili del network Prajaabhilasha parlando di migliaia di acri di terra usati dal governo per costruire fabbriche e alberghi per i turisti.
Herman Kumara, segretario generale del Nafso, ha dichiarato ad AsiaNews: “Abbiamo inviato l’anno scorso al governo un libro sulla situazione degli sfollati e non abbiamo ottenuto risposta. Sembra che quando cerchiamo di aiutare il governo, questo ci respinga invece che intervenire in favore della gente che ha bisogno. Per questo abbiamo deciso di fondare il Tribunale del popolo”.
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