Alla vigilia dell’apertura del processo contro gli stupratori di suor Meena, religiosa attaccata durante i pogrom anti-cristiani dell’Orissa, parla lo zio mons. Barwa: “È il simbolo della nostra lotta. Non prova rabbia, ma vuole giustizia per tutti noi”.
Kandhamal, India (AsiaNews) – Suor Meena, la religiosa picchiata e violentata durante i sanguinosi pogrom anti-cristiani scoppiati in Orissa nell’estate del 2008, “è il simbolo della nostra lotta, la testimone della Luce e della Verità”. Lo dice ad AsiaNews il vescovo di Rourkela, diocesi proprio dello Stato orientale dell’Orissa, mons. John Barwa: zio della vittima, l’ha accompagnata e sostenuta nei giorni del processo a carico degli estremisti indù che hanno compiuto violenza su di lei.
Sr Meena Barwa, dell’ordine religioso delle Servitrici, era impegnata al Centro pastorale Divyajyoti a K Nuagaon, nel distretto di Kandhamal, insieme a un sacerdote, p. Thomas Chellan. La suora è nata nel distretto di Sambalpur e ha preso i voti definitivi lo scorso aprile. Il 25 agosto del 2008, insieme al sacerdote col quale lavorava al Centro, è stata presa, picchiata, denudata e fatta girare per il villaggio. Ad un certo punto i fondamentalisti volevano perfino bruciarla viva assieme al prete. Invece l’hanno violentata. Solo alla fine, in tarda serata, mentre continuavano ad essere ingiuriati e malmenati, sono stati liberati dalla polizia (Cfr.: AsiaNews.it, 25/10/2008 Io, Sr Meena, violentata dagli indù, mentre la polizia stava a guardare).
Il caso è arrivato alla corte del giudice Bira Kishore Mishra. La comunità cristiana accusa le autorità locali di collusione con gli estremisti, e il processo di suor Meena è visto come la giusta opportunità per dimostrare la voglia di giustizia della popolazione. La religiosa, dice ancora il presule, “cresce e si rafforza quotidianamente, nutrita dall’adorazione eucaristica, dalla messa e dal rosario. Certo, ci sono dei rari momenti in cui cede a un senso di imprigionamento, stanchezza e dolore; ma grazie alla preghiera di tutta la Chiesa tribale, diventa forte e supera queste crisi”. (continua a leggere)
Kandhamal, India (AsiaNews) – Suor Meena, la religiosa picchiata e violentata durante i sanguinosi pogrom anti-cristiani scoppiati in Orissa nell’estate del 2008, “è il simbolo della nostra lotta, la testimone della Luce e della Verità”. Lo dice ad AsiaNews il vescovo di Rourkela, diocesi proprio dello Stato orientale dell’Orissa, mons. John Barwa: zio della vittima, l’ha accompagnata e sostenuta nei giorni del processo a carico degli estremisti indù che hanno compiuto violenza su di lei.
Sr Meena Barwa, dell’ordine religioso delle Servitrici, era impegnata al Centro pastorale Divyajyoti a K Nuagaon, nel distretto di Kandhamal, insieme a un sacerdote, p. Thomas Chellan. La suora è nata nel distretto di Sambalpur e ha preso i voti definitivi lo scorso aprile. Il 25 agosto del 2008, insieme al sacerdote col quale lavorava al Centro, è stata presa, picchiata, denudata e fatta girare per il villaggio. Ad un certo punto i fondamentalisti volevano perfino bruciarla viva assieme al prete. Invece l’hanno violentata. Solo alla fine, in tarda serata, mentre continuavano ad essere ingiuriati e malmenati, sono stati liberati dalla polizia (Cfr.: AsiaNews.it, 25/10/2008 Io, Sr Meena, violentata dagli indù, mentre la polizia stava a guardare).
Il caso è arrivato alla corte del giudice Bira Kishore Mishra. La comunità cristiana accusa le autorità locali di collusione con gli estremisti, e il processo di suor Meena è visto come la giusta opportunità per dimostrare la voglia di giustizia della popolazione. La religiosa, dice ancora il presule, “cresce e si rafforza quotidianamente, nutrita dall’adorazione eucaristica, dalla messa e dal rosario. Certo, ci sono dei rari momenti in cui cede a un senso di imprigionamento, stanchezza e dolore; ma grazie alla preghiera di tutta la Chiesa tribale, diventa forte e supera queste crisi”. (continua a leggere)
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