mercoledì, agosto 18, 2010
Sempre preoccupante la situazione in Pakistan, a tre settimane delle inondazioni che hanno interessato 20 milioni di persone provocando almeno 1600 vittime

RadioVaticana - La Commissione Europea oggi ha stanziato altri 30 milioni di euro in favore delle popolazioni. Sale così a 70 milioni l’impegno messo in campo da Bruxelles per fronteggiare l’emergenza nel Paese dove, secondo le Nazioni Unite, ci sono milioni di persone non ancora raggiunte dagli aiuti. Ma qual è la situazione sul terreno? Emer McCarthy ha intervistato l’ambasciatrice del Pakistan in Italia Tasnim Aslam.

R. – The situation is really bad...
La situazione è davvero drammatica, oltre qualsiasi immaginazione. L’area colpita equivale al territorio dell’Australia, della Svizzera e del Belgio messi insieme. Non c’è segno ancora dell’attenuarsi delle alluvioni: sta ancora piovendo e si aspettano altre inondazioni; ogni giorno nuove città vengono sommerse dall’acqua. Finora sono stati ritrovati 1600 corpi senza vita ma non sappiamo cosa troveremo sotto l’acqua. Ci sono 20 milioni di sfollati e senzatetto, perché le loro case sono state travolte dall’acqua; ci sono 3 milioni e mezzo di bambini che rischiano di morire di diarrea e di colera, a meno che non vengano rapidamente raggiunti da assistenza medica, acqua potabile e cibo. Tutti questi problemi ci sovrastano e noi rivolgiamo ancora una volta un appello al mondo perché ci aiuti, visto che nessun Paese al mondo potrebbe superare una catastrofe del genere da solo.

D. – Cosa ha indicato il governo come necessità primarie in questa emergenza?

R. – The primary needs has been …
La primissima necessità è stata quella di soccorrere la gente con gli elicotteri, perché i ponti sono crollati. C’è ancora un certo numero di persone che si trovano intrappolate, specialmente nel nord del Paese, dove nemmeno gli elicotteri riescono a raggiungerli a causa del maltempo. La prima necessità, dunque, è quella di salvare le persone e dare loro un aiuto, che preveda riparo, cibo e assistenza medica. Poi ci dedicheremo alla ricostruzione e questo sarà un progetto a lungo termine: riguarderà circa 400-500 ponti che sono stati travolti dall’acqua. Anche molte strade sono distrutte e sono interrotti i collegamenti tra le regioni e con il resto del mondo. Ripeto: la priorità è quella di soccorrere e portare aiuto alle persone che hanno bisogno urgentemente di medicine contro il colera, la diarrea e contro il morso dei serpenti. Abbiamo bisogno di sistemi per la depurazione dell’acqua, di tende e di cibo.

D. – Nel corso dell’udienza generale di questa mattina, Benedetto XVI ha lanciato un nuovo appello per il Pakistan. Quanto è stato importante per voi?

R. – It is very important! …
E’ molto importante, come è molto importante per noi aiutarci come esseri umani. Purtroppo, non abbiamo visto grande mobilitazione in questo senso, almeno per quanto riguarda il continente europeo. La Gran Bretagna ci ha dato circa 42 milioni di sterline, ma gli altri Paesi europei hanno inviato soltanto aiuti piccoli, se confrontati all’enormità del disastro. Chiediamo alla Chiesa di mobilitare i fedeli affinché aiutino altri esseri umani che sono in pericolo di vita.

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