Attivisti di Greenpeace scalano la piattaforma petrolifera Stena Don, situata nelle gelide acque al largo della Groenlandia
GreenPeace — Le grandi compagnie petrolifere devono restare fuori dall'Artico. Perciò questa mattina all'alba quattro dei nostri esperti climber sono riusciti a scalare la piattaforma petrolifera Stena Don, situata nelle gelide acque al largo della Groenlandia. Gli attivisti sono ben equipaggiati per rimanere appesi sulla piattaforma diversi giorni. Piattaforme come questa, impegnate in esplorazioni petrolifere potrebbero far scattare la scintilla della corsa al petrolio nell'Artico, mettendo a rischio questo fragile ecosistema e il clima globale. Il disastro del Golfo del Messico ha chiaramente dimostrato che è tempo di liberarci della schiavitù del petrolio.
Se gli attivisti riusciranno a bloccare tali operazioni anche per pochi giorni sarà difficile per la compagnia britannica Cairn Energy terminare le attività di esplorazione prima dell'arrivo dell'inverno, quando le rigide condizioni ambientali renderanno impossibile ogni attività di ricerca di petrolio.
Fermare questo mostro durante le prossime settimane vorrebbe dire fermare ogni attività petrolifera nell'Artico fino al prossimo anno, un tempo che speriamo sia sufficiente a ottenere una moratoria mondiale per l'estrazione di idrocarburi in alto mare.
I climber sono partiti a bordo di gommoni provenienti dalla nostra nave Esperanza impegnata da qualche settimana in un tour nell'Artico contro le perforazioni petrolifere, mentre un'altra nave, l'Arctic Sunrise, si trova nel Golfo del Messico per svolgere analisi indipendenti sull'impatto della marea nera.
GreenPeace — Le grandi compagnie petrolifere devono restare fuori dall'Artico. Perciò questa mattina all'alba quattro dei nostri esperti climber sono riusciti a scalare la piattaforma petrolifera Stena Don, situata nelle gelide acque al largo della Groenlandia. Gli attivisti sono ben equipaggiati per rimanere appesi sulla piattaforma diversi giorni. Piattaforme come questa, impegnate in esplorazioni petrolifere potrebbero far scattare la scintilla della corsa al petrolio nell'Artico, mettendo a rischio questo fragile ecosistema e il clima globale. Il disastro del Golfo del Messico ha chiaramente dimostrato che è tempo di liberarci della schiavitù del petrolio.
Se gli attivisti riusciranno a bloccare tali operazioni anche per pochi giorni sarà difficile per la compagnia britannica Cairn Energy terminare le attività di esplorazione prima dell'arrivo dell'inverno, quando le rigide condizioni ambientali renderanno impossibile ogni attività di ricerca di petrolio.
Fermare questo mostro durante le prossime settimane vorrebbe dire fermare ogni attività petrolifera nell'Artico fino al prossimo anno, un tempo che speriamo sia sufficiente a ottenere una moratoria mondiale per l'estrazione di idrocarburi in alto mare.
I climber sono partiti a bordo di gommoni provenienti dalla nostra nave Esperanza impegnata da qualche settimana in un tour nell'Artico contro le perforazioni petrolifere, mentre un'altra nave, l'Arctic Sunrise, si trova nel Golfo del Messico per svolgere analisi indipendenti sull'impatto della marea nera.
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