Volontari della Protezione civile e poliziotti della Questura di Siderno chiariscono le nuove modalità dei trafficanti
PeaceReporter - Centoquaranta afgani che sbarcano da un vecchio traghetto affittato in charter dai trafficanti di esseri umani turchi in combutta con persiani e darii sulle coste calabresi a fine agosto; non sono laceri, sono benvestiti e a parte qualche disidratato perché non hanno ricevuto acqua in quattro giorni di navigazione, stanno bene. Sono famiglie abbienti. È una notizia; che i tg nazionali evitano, perché il governo sostiene che basta accordarsi con l’aguzzino Gheddafi perché nessuno usi più l’Italia come terra di passaggio verso il Nord Europa.
Le Bufale Mediatiche. “Sono sbarcati altri curdi!”, annunciano gli amici di Riace al mattino presto, dopo esser stati avvertiti di alcuni profughi mediorientali che vagavano sulla statale jonica sul tratto di costa dove furono ritrovati i Bronzi di Riace nel 1982. Dopo una ora e mezza di viaggio, ospiti di Bruno Neri di Tdh Italia, il primo rappresentante del terzo settore ad accogliere i primi curdi sbarcati a Badolato, provincia di Catanzaro al limitare col reggino, nel 1998. Appena arrivati, si scorgono tantissimi Hazara, inconfondibili nei loro caffetani e per le pashmine delle donne e degli inconfondibili tagichi e uzbechi che si sentono subito colloquiare in dari e pashto con gli altri; non c’è nemmeno un curdo qui.
Sono tutti afghani: centotrenta di cui quattro in ospedale, due mamme con infanti “molto disidratati ma non gravi” è uno sbarco assolutamente anomalo; infatti… “La nuova tratta dei clandestini: adesso sbarcano dagli yacht di lusso” titolava Rai News 24 al mattino presto. Volontari della Protezione civile e poliziotti della Questura di Siderno chiariscono le dinamiche dello sbarco; qui ci troviamo di fronte a nuove modalità, nuovi tragitti e nuove organizzazioni di trafficanti. “Hanno messo l’ancora a sera a duecentocinquantra metri dalla riva, poi appena ha fatto buio si sono avvicinati a cinquanta metri, hanno bloccato alla riva un gommone, col quale in pochi trasbordi a gruppi da venti hanno portati tutti a riva”, spiega un vecchio volontario. Sani, salvi e asciutti.
Migranti Solventi un trattamento di favore. Il minimo, per chi ha pagato dai cinque ai settemila dollari a testa per la tratta. Punto di ritrovo per gli afgani, Istanbul, da dove sono stati trasportati a un molo turco a loro sconosciuto con un viaggio in pullmino di cinque ore; il punto di partenza dovrebbe essere Smirne; a loro è stato raccontato Antalya, ma la lontananza da Costantinopoli non collima. Nei racconti comuni, sovrapponibili, sia gli hazara che i pashtun che i tagichi, seduti in circolo sui talloni, rigorosamente divisi per etnie, parlano di una barca non di lusso, ma un decente trenta metri con un doppio ponte sopra coperta, dove si trovava l’equipaggio, un capitano e due marinai. Loro, purtroppo, hanno viaggiato sotto coperta.
“Ultimamente riscontriamo che i trafficanti si affidano a compagnie di Charter dove affittare barche non male in arnese, senza timori per eventuali sequestri”, spiegano dalla Questura del capoluogo. Una modalità che si ripete, con due sbarchi in agosto nel Crotonese e altri due nell’ultima settimana in Salento, Maria di Leuca, da navi completamente diverse dalle ‘carrette del mare’ che sbarcano a Lampedusa.
Chi fugge dai Taleb, chi sogna Francoforte, chi fa lo gnorri (e il Gatto e la Volpe) in disparte da tutti, un trio di single in un mare di famiglie, i meglio agghindati con abiti di finte marche di lusso, pasciuti e ben pettinati come a una sfilata di moda; sembrano il Gatto la Volpe e una furbetta Faina bionda dai jeans attillati (mai visto sbarchi del genere); nessuno si avvicina loro. Per i Carabinieri sono gli emissari dei trafficanti sulla nave…
Kyrill, alto forte, abbronzato con chiazze bianche dove prima c’erano barba e baffi, tagliati con cura allo sbarco (chi ha il tempo di radersi mentre vede la Terra promessa?); sostiene d’essere da Kiev, professione in Ucraina carrozziere, tre amici russi a Enna in attesa con un lavoro per lui, ma – ah, sfortuna - i contatti erano in uno zaino finito a mare; come da Kiev fosse arrivato a Istanbul, non lo sa spiegare; la Volpe, il compare dal ciuffo mediorientale, si presenta come il kurdo Mohammed di Siria, al Assekeh, vicino il confine iracheno; ad el Assekeh avrebbe conosciuto la bionda esile vestita dituttopunto che si presenta come palestinese cristiana di Gaza, da vent'anni profuga in Siria, con l’improbabilissimo nome islamico di Shariia. Dicono d’aver pagato ottomila dollari a un emissario di Vienna da un money transfer di Istanbul per il viaggio. Lamentano il sequestro dei cellulari “non parliamo da settimane con le famiglie” e si dicono diretti in Austria.
PeaceReporter - Centoquaranta afgani che sbarcano da un vecchio traghetto affittato in charter dai trafficanti di esseri umani turchi in combutta con persiani e darii sulle coste calabresi a fine agosto; non sono laceri, sono benvestiti e a parte qualche disidratato perché non hanno ricevuto acqua in quattro giorni di navigazione, stanno bene. Sono famiglie abbienti. È una notizia; che i tg nazionali evitano, perché il governo sostiene che basta accordarsi con l’aguzzino Gheddafi perché nessuno usi più l’Italia come terra di passaggio verso il Nord Europa.
Le Bufale Mediatiche. “Sono sbarcati altri curdi!”, annunciano gli amici di Riace al mattino presto, dopo esser stati avvertiti di alcuni profughi mediorientali che vagavano sulla statale jonica sul tratto di costa dove furono ritrovati i Bronzi di Riace nel 1982. Dopo una ora e mezza di viaggio, ospiti di Bruno Neri di Tdh Italia, il primo rappresentante del terzo settore ad accogliere i primi curdi sbarcati a Badolato, provincia di Catanzaro al limitare col reggino, nel 1998. Appena arrivati, si scorgono tantissimi Hazara, inconfondibili nei loro caffetani e per le pashmine delle donne e degli inconfondibili tagichi e uzbechi che si sentono subito colloquiare in dari e pashto con gli altri; non c’è nemmeno un curdo qui.
Sono tutti afghani: centotrenta di cui quattro in ospedale, due mamme con infanti “molto disidratati ma non gravi” è uno sbarco assolutamente anomalo; infatti… “La nuova tratta dei clandestini: adesso sbarcano dagli yacht di lusso” titolava Rai News 24 al mattino presto. Volontari della Protezione civile e poliziotti della Questura di Siderno chiariscono le dinamiche dello sbarco; qui ci troviamo di fronte a nuove modalità, nuovi tragitti e nuove organizzazioni di trafficanti. “Hanno messo l’ancora a sera a duecentocinquantra metri dalla riva, poi appena ha fatto buio si sono avvicinati a cinquanta metri, hanno bloccato alla riva un gommone, col quale in pochi trasbordi a gruppi da venti hanno portati tutti a riva”, spiega un vecchio volontario. Sani, salvi e asciutti.
Migranti Solventi un trattamento di favore. Il minimo, per chi ha pagato dai cinque ai settemila dollari a testa per la tratta. Punto di ritrovo per gli afgani, Istanbul, da dove sono stati trasportati a un molo turco a loro sconosciuto con un viaggio in pullmino di cinque ore; il punto di partenza dovrebbe essere Smirne; a loro è stato raccontato Antalya, ma la lontananza da Costantinopoli non collima. Nei racconti comuni, sovrapponibili, sia gli hazara che i pashtun che i tagichi, seduti in circolo sui talloni, rigorosamente divisi per etnie, parlano di una barca non di lusso, ma un decente trenta metri con un doppio ponte sopra coperta, dove si trovava l’equipaggio, un capitano e due marinai. Loro, purtroppo, hanno viaggiato sotto coperta.
“Ultimamente riscontriamo che i trafficanti si affidano a compagnie di Charter dove affittare barche non male in arnese, senza timori per eventuali sequestri”, spiegano dalla Questura del capoluogo. Una modalità che si ripete, con due sbarchi in agosto nel Crotonese e altri due nell’ultima settimana in Salento, Maria di Leuca, da navi completamente diverse dalle ‘carrette del mare’ che sbarcano a Lampedusa.
Chi fugge dai Taleb, chi sogna Francoforte, chi fa lo gnorri (e il Gatto e la Volpe) in disparte da tutti, un trio di single in un mare di famiglie, i meglio agghindati con abiti di finte marche di lusso, pasciuti e ben pettinati come a una sfilata di moda; sembrano il Gatto la Volpe e una furbetta Faina bionda dai jeans attillati (mai visto sbarchi del genere); nessuno si avvicina loro. Per i Carabinieri sono gli emissari dei trafficanti sulla nave…
Kyrill, alto forte, abbronzato con chiazze bianche dove prima c’erano barba e baffi, tagliati con cura allo sbarco (chi ha il tempo di radersi mentre vede la Terra promessa?); sostiene d’essere da Kiev, professione in Ucraina carrozziere, tre amici russi a Enna in attesa con un lavoro per lui, ma – ah, sfortuna - i contatti erano in uno zaino finito a mare; come da Kiev fosse arrivato a Istanbul, non lo sa spiegare; la Volpe, il compare dal ciuffo mediorientale, si presenta come il kurdo Mohammed di Siria, al Assekeh, vicino il confine iracheno; ad el Assekeh avrebbe conosciuto la bionda esile vestita dituttopunto che si presenta come palestinese cristiana di Gaza, da vent'anni profuga in Siria, con l’improbabilissimo nome islamico di Shariia. Dicono d’aver pagato ottomila dollari a un emissario di Vienna da un money transfer di Istanbul per il viaggio. Lamentano il sequestro dei cellulari “non parliamo da settimane con le famiglie” e si dicono diretti in Austria.
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