Almeno tre persone sono rimaste ferite in Cisgiordania durante proteste contro il muro di separazione israeliano
Agenzia Misna - Alle proteste, in diverse zone della Cisgiordania, hanno partecipato decine di palestinesi, israeliani e attivisti stranieri. Tra le vittime, secondo la stampa locale ci sarebbero un israeliano e un cittadino americano, rimasti intossicati dal fumo dei lacrimogeni sparati dagli agenti israeliani. A Bilin, a ovest di Ramallah, un dimostrante palestinese è rimasto ferito da un proiettile di gomma, mentre a Naalin per disperdere i manifestanti, dopo una sassaiola, sono intervenute le forze di sicurezza israeliane e sette manifestanti sono stati arrestati. I dimostranti hanno denunciato inoltre l’arresto di un fotografo palestinese e uno israeliano e di cinque membri del personale paramedico della Mezzaluna Rossa. Da tempo il Venerdì a Bilin e Naalin si riuniscono gli attivisti per contestare la costruzione di quello che numerose associazioni per i diritti umani hanno definito “il muro della vergogna”, anche allo scopo di bloccare la confisca di terreni palestinesi, espropriati per realizzare la barriera.
Agenzia Misna - Alle proteste, in diverse zone della Cisgiordania, hanno partecipato decine di palestinesi, israeliani e attivisti stranieri. Tra le vittime, secondo la stampa locale ci sarebbero un israeliano e un cittadino americano, rimasti intossicati dal fumo dei lacrimogeni sparati dagli agenti israeliani. A Bilin, a ovest di Ramallah, un dimostrante palestinese è rimasto ferito da un proiettile di gomma, mentre a Naalin per disperdere i manifestanti, dopo una sassaiola, sono intervenute le forze di sicurezza israeliane e sette manifestanti sono stati arrestati. I dimostranti hanno denunciato inoltre l’arresto di un fotografo palestinese e uno israeliano e di cinque membri del personale paramedico della Mezzaluna Rossa. Da tempo il Venerdì a Bilin e Naalin si riuniscono gli attivisti per contestare la costruzione di quello che numerose associazioni per i diritti umani hanno definito “il muro della vergogna”, anche allo scopo di bloccare la confisca di terreni palestinesi, espropriati per realizzare la barriera.
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