lunedì, agosto 30, 2010
Sarà presto nelle librerie un libro, edito da Pazzini, sulla prima edizione del Festival Francescano

La prima edizione del Festival Francescano (a Reggio Emilia il 25, 26 e 27 settembre 2009) non solo suscitò grande interesse nel pubblico (si registrarono infatti 25.000 presenze) ma rappresentò anche una tappa fondamentale nell’evoluzione degli studi francescani, grazie soprattutto al contributo di intellettuali di riconosciuta fama. Frate Dino Dozzi, tra i più importanti biblisti in Italia e Presidente del Festival 2009, ha voluto raccogliere alcune delle lezioni in un libro, dal titolo “In piazza, a braccia aperte”, edito da Pazzini, che sarà disponibile in anteprima durante il Festival Francescano di quest’anno (a Reggio Emilia l’1, 2 e 3 ottobre) e da ottobre in tutte le librerie. Il volume è suddiviso in tre parti. Nella prima viene raccontata la straordinaria esperienza del Festival 2009, organizzato dai Frati Minori Cappuccini dell’Emilia-Romagna. La seconda, più corposa, raccoglie alcune conferenze. Esse rendono l’’idea della ricchezza culturale e spirituale con cui è stato affrontato il tema della “novità di Francesco e del francescanesimo”. Storici come Franco Cardini, filosofi come Orlando Todisco, teologi come Pietro Maranesi, psicoterapeuti come Giovanni Salonia, economisti come Stefano Zamagni, francescani come padre Berardo Rossi, francescane come suor Gabriella Bortot, francescani secolari come Giuseppe Failla e Fabio Fazio, esperti di arte come Roberto Filippetti, o di cinema come Lucio Saggioro. Tutti hanno saputo “esporsi” in piazza e attirare l’attenzione riconoscente di tante persone. Nella terza parte vengono presentate alcune interviste al pubblico e un resoconto su come il Festival ha curato la comunicazione ed è stato recepito dagli organi di informazione. Un’ultima sezione fotografica richiama i momenti più emozionanti della manifestazione.

“No, non sono Atti veri e propri, è solo la continuazione di un’esperienza bella, che ha coinvolto profondamente noi organizzatori per primi, meravigliandoci per l’accoglienza straordinaria che la gente ha riservato a un’idea un po’ pazza sulla quale abbiamo scommesso e che un po’ di corsa abbiamo concretizzato - commenta frate Dozzi - Ci è sembrato un peccato terminare quell’esperienza alla fine dei tre giorni, e allora si è pensato di prolungarla e di allargarla in qualche modo anche a chi materialmente non era presente in piazza a Reggio Emilia nei giorni 25-27 settembre 2009”.

“E poi è venuto il via libera di tutti i responsabili del numeroso e variegato mondo francescano maschile e femminile della regione per una seconda edizione del Festival - continua Dozzi - Ancora a Reggio per il 2010, spostandosi poi in seguito in altre città: l’itineranza è tipica di questo nostro mondo francescano, un po’ pazzo e un po’ profetico. La stabilitas certo offrirebbe vantaggi, non per nulla i vari Festival che nascono in tutt’Italia sono legati ad una città ma, come detto, da Francesco in poi, sono l’itineranza e la novità di incontri sempre nuovi a caratterizzarci, più che la logica dei vantaggi”.

“Un libro sul Festival numero zero, che esce a in occasione del Festival numero uno, serve anche come collegamento tra la prova generale del 2009 e quello più ufficiale e comunitario del 2010 - conclude il frate - Un po’ come nel Testamento di san Francesco, il ricordare serve anche a riproporre, o almeno a suggerire. Si tratta di un libro di spiritualità. Una spiritualità di incontro, di fraternità, offerta con semplicità a tutti in piazza”.

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