Destano ancora preoccupazione le notizie che arrivano dal Pakistan colpito nelle ultime settimane da alluvioni che hanno provocato più di 1.600 morti e colpito in diversa misura 20 milioni di persone. L’ultimo allarme dell’Onu è che circa 3 milioni e mezzo di bambini potrebbero morire per l’inquinamento dell’acqua. Il servizio di Debora Donnini (ascolta).
Radio Vaticana - In Pakistan la piena del fiume Indo e degli affluenti sta provocando devastazioni, in particolare nelle province meridionali Baluchistan e Sindh. La città di Jacobabad non era mai stata così colpita: migliaia di abitanti sono stati trasferiti a Sukkur, uno dei centri più grandi del Paese. Qui migliaia di senzatetto ieri hanno inscenato manifestazioni e si sono scontarti con la polizia dopo che una persona è morta di stenti nel campo sfollati di Shikarpur road. All’emergenza medicinali, acqua e cibo, alla paura per le epidemie, si aggiunge, dunque, anche la tensione della gente stremata. Se continuerà il maltempo e si romperanno altri argini, fino a 10 milioni di persone nel sud del Pakistan dovranno essere evacuate nei prossimi giorni, avverte il ministro degli Interni della regione meridionale del Sindh, Zulfiqar Mirza. Più in generale c’è molta preoccupazione per i bambini: circa 3 milioni e mezzo potrebbero morire per l’inquinamento dell’acqua, afferma l’Onu. L’Unicef stima che 6 milioni di minori siano rimasti senza i familiari e senza una casa. In aiuto alle popolazioni colpite anche l’organizzazione Save the Children che è intervenuta soprattutto nella valle dello Swat, zona nordoccidentale del Pakistan. Abbiamo intervistato Michele Prosperi, responsabile comunicazione di Save the Children Italia …
R. - Save the Children dall’inizio dell’emergenza ha raggiunto più di 40 mila persone con equipe mediche, cliniche fisse e mobili, con la distribuzione di tende, kit per il primo soccorso. L'azione prevede anche attraverso una partnership con il programma alimentare mondiale dell’Onu che ha scelto proprio Save the Children nell’area di Swat per distribuire aiuti alimentari. Finora abbiamo distribuito 27 tonnellate di derrate alimentari a 316 famiglie. La cosa più importante in questo momento, però, è quella di avere una grossa attenzione per quanto riguarda i bambini che sono i più vulnerabili in queste situazioni. I nostri medici hanno constatato casi di polmonite, di diarrea e di malaria. Ricordiamo che le piogge in questi giorni stanno continuando e sono previste piogge anche violente nelle prossime settimane. Tali piogge peggioreranno ulteriormente la situazione.
D. - La valle di Swat dove operate è una delle più colpite, oltre chiaramente alle regioni meridionali del Sindh e del Balochistan..
R. - Assolutamente, tra l’altro è un’area molto difficile da raggiungere. Ci sono molte aree impervie. La valle di Swat è solcata dal fiume Swat, la quasi totalità dei ponti sono stati distrutti, le nostre equipe spesso devono attraversare il fiume con delle carrucole, delle corde, dei cestelli appesi e molto spesso si tratta di fare decine e decine di chilometri, ore di marcia con i medicinali e gli aiuti sulle spalle, perché neanche i muli sono utilizzabili a causa delle caratteristiche particolarmente impervie del terreno.
D. - Voi avete lanciato anche un appello per una raccolta di fondi..
R. - Save the Children ha lanciato un appello di raccolta fondi per 15 milioni di dollari la settimana scorsa, ne abbiamo già raccolti 7 milioni e invitiamo tutti a sostenere gli interventi per cui è fondamentale la tempestività. E’ molto importante arrivare in tempo per fare in modo che le malattie non si diffondano, ma soprattutto che si affronti anche l’emergenza cibo, che sta diventando di giorno in giorno molto difficile.
Radio Vaticana - In Pakistan la piena del fiume Indo e degli affluenti sta provocando devastazioni, in particolare nelle province meridionali Baluchistan e Sindh. La città di Jacobabad non era mai stata così colpita: migliaia di abitanti sono stati trasferiti a Sukkur, uno dei centri più grandi del Paese. Qui migliaia di senzatetto ieri hanno inscenato manifestazioni e si sono scontarti con la polizia dopo che una persona è morta di stenti nel campo sfollati di Shikarpur road. All’emergenza medicinali, acqua e cibo, alla paura per le epidemie, si aggiunge, dunque, anche la tensione della gente stremata. Se continuerà il maltempo e si romperanno altri argini, fino a 10 milioni di persone nel sud del Pakistan dovranno essere evacuate nei prossimi giorni, avverte il ministro degli Interni della regione meridionale del Sindh, Zulfiqar Mirza. Più in generale c’è molta preoccupazione per i bambini: circa 3 milioni e mezzo potrebbero morire per l’inquinamento dell’acqua, afferma l’Onu. L’Unicef stima che 6 milioni di minori siano rimasti senza i familiari e senza una casa. In aiuto alle popolazioni colpite anche l’organizzazione Save the Children che è intervenuta soprattutto nella valle dello Swat, zona nordoccidentale del Pakistan. Abbiamo intervistato Michele Prosperi, responsabile comunicazione di Save the Children Italia …
R. - Save the Children dall’inizio dell’emergenza ha raggiunto più di 40 mila persone con equipe mediche, cliniche fisse e mobili, con la distribuzione di tende, kit per il primo soccorso. L'azione prevede anche attraverso una partnership con il programma alimentare mondiale dell’Onu che ha scelto proprio Save the Children nell’area di Swat per distribuire aiuti alimentari. Finora abbiamo distribuito 27 tonnellate di derrate alimentari a 316 famiglie. La cosa più importante in questo momento, però, è quella di avere una grossa attenzione per quanto riguarda i bambini che sono i più vulnerabili in queste situazioni. I nostri medici hanno constatato casi di polmonite, di diarrea e di malaria. Ricordiamo che le piogge in questi giorni stanno continuando e sono previste piogge anche violente nelle prossime settimane. Tali piogge peggioreranno ulteriormente la situazione.
D. - La valle di Swat dove operate è una delle più colpite, oltre chiaramente alle regioni meridionali del Sindh e del Balochistan..
R. - Assolutamente, tra l’altro è un’area molto difficile da raggiungere. Ci sono molte aree impervie. La valle di Swat è solcata dal fiume Swat, la quasi totalità dei ponti sono stati distrutti, le nostre equipe spesso devono attraversare il fiume con delle carrucole, delle corde, dei cestelli appesi e molto spesso si tratta di fare decine e decine di chilometri, ore di marcia con i medicinali e gli aiuti sulle spalle, perché neanche i muli sono utilizzabili a causa delle caratteristiche particolarmente impervie del terreno.
D. - Voi avete lanciato anche un appello per una raccolta di fondi..
R. - Save the Children ha lanciato un appello di raccolta fondi per 15 milioni di dollari la settimana scorsa, ne abbiamo già raccolti 7 milioni e invitiamo tutti a sostenere gli interventi per cui è fondamentale la tempestività. E’ molto importante arrivare in tempo per fare in modo che le malattie non si diffondano, ma soprattutto che si affronti anche l’emergenza cibo, che sta diventando di giorno in giorno molto difficile.
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