Hanno trovato alloggio nei boschi della riserva naturale di Peterborough, nel cuore dell'Inghilterra rurale. Alcuni residenti si sono lamentati di averli trovati anche nel loro giardino. Altri stazionano nei fazzoletti di verde delle rotonde stradali. Accampati in tende e baracche, rumorosi, puzzolenti. Una situazione 'scioccante', per il ministro dell'Immigrazione, Damian Green.
di Luca Galassi
PeaceReporter - Sono migliaia di lavoratori, in prevalenza provenienti dall'Europa dell'Est, che hanno perso il lavoro a seguito della crisi economica. Stagionali o permanenti, arrivati al termine del loro contratto nel settore agricolo, hanno comunque deciso di restare nel Regno Unito. Polacchi, cechi, lituani, slovacchi la cui presenza si è consolidata dal 2004 a oggi, al punto che lo scorso anno la popolazione immigrata contribuiva per due terzi alla crescita demografica della cittadina britannica. Si lamentano i cittadini di Peterborough, così come i loro rappresentanti in Parlamento. Stewart Jackson, il deputato eletto nella circoscrizione locale, li ha definiti 'vagabondi': "Se non sono in grado di contribuire alla crescita di questo Paese, allora dovrebbero tornare nel loro".
L'organizzazione umanitaria 'Eastern European Advice Centre' ha evidenziato come molti di loro siano giunti nel Regno Unito con la falsa promessa di lavoro e alloggio. "La ragione per cui molti sono giunti qua è che hanno creduto che le cose sarebbero andate bene velocemente - ha spiegato un portavoce dell'organizzazione -, ma nel peggiore dei casi sono caduti in situazioni di pesante degrado. Alcuni sono diventati alcolisti, altri tossicodipendenti, altri ancora hanno disturbi mentali, o sono diventati criminali".
La comunità di Peterborough è così diventato il centro-pilota per le espulsioni. Ad aprile, 24 immigrati sono stati deportati perché, in base alla direttiva europea sull'immigrazione, trascorso il periodo di 3 mesi, non hanno dimostrato di avere un lavoro e di pagare le tasse.
Eppure, la cittadina è in gran parte composta di immigrati di prima generazione, soprattutto italiani. Negli anni '50, infatti, pugliesi, campani e calabresi accorsero in massa a lavorare nella fornace di mattoni della London Brick Company: nel 1960 erano 3mila gli italiani residenti a Peterborough. Nel 1991, oltre 3mila italiani di seconda generazione sono stati battezzati nella chiesa di San Giuseppe, che un tempo era una scuola e che fu acquistata proprio da due italiani per farne un luogo di culto.
di Luca Galassi
PeaceReporter - Sono migliaia di lavoratori, in prevalenza provenienti dall'Europa dell'Est, che hanno perso il lavoro a seguito della crisi economica. Stagionali o permanenti, arrivati al termine del loro contratto nel settore agricolo, hanno comunque deciso di restare nel Regno Unito. Polacchi, cechi, lituani, slovacchi la cui presenza si è consolidata dal 2004 a oggi, al punto che lo scorso anno la popolazione immigrata contribuiva per due terzi alla crescita demografica della cittadina britannica. Si lamentano i cittadini di Peterborough, così come i loro rappresentanti in Parlamento. Stewart Jackson, il deputato eletto nella circoscrizione locale, li ha definiti 'vagabondi': "Se non sono in grado di contribuire alla crescita di questo Paese, allora dovrebbero tornare nel loro".
L'organizzazione umanitaria 'Eastern European Advice Centre' ha evidenziato come molti di loro siano giunti nel Regno Unito con la falsa promessa di lavoro e alloggio. "La ragione per cui molti sono giunti qua è che hanno creduto che le cose sarebbero andate bene velocemente - ha spiegato un portavoce dell'organizzazione -, ma nel peggiore dei casi sono caduti in situazioni di pesante degrado. Alcuni sono diventati alcolisti, altri tossicodipendenti, altri ancora hanno disturbi mentali, o sono diventati criminali".
La comunità di Peterborough è così diventato il centro-pilota per le espulsioni. Ad aprile, 24 immigrati sono stati deportati perché, in base alla direttiva europea sull'immigrazione, trascorso il periodo di 3 mesi, non hanno dimostrato di avere un lavoro e di pagare le tasse.
Eppure, la cittadina è in gran parte composta di immigrati di prima generazione, soprattutto italiani. Negli anni '50, infatti, pugliesi, campani e calabresi accorsero in massa a lavorare nella fornace di mattoni della London Brick Company: nel 1960 erano 3mila gli italiani residenti a Peterborough. Nel 1991, oltre 3mila italiani di seconda generazione sono stati battezzati nella chiesa di San Giuseppe, che un tempo era una scuola e che fu acquistata proprio da due italiani per farne un luogo di culto.
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