venerdì, settembre 24, 2010
Aprendo la conferenza di alto livello sulla biodiversità che si è tenuta ieri all'Onu, il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha detto che «La conservazione delle specie del pianeta e degli habitat è essenziale allo sviluppo sostenibile ed alla realizzazione degli Obiettivi del millennio per lo sviluppo (Mdg)».

GrennReport - Ban ha ricordato agli Stati membri dell'Onu che il 2010 non è solo l'anno della biodiversità, ma che era anche la scadenza fissata dalla comunità internazionale per ridurre significativamente il tasso di diminuzione della biodiversità, ma «Gli obiettivi del 2010 non sono stati raggiunti. Al contrario, la distruzione della biodiversità continua ad accelerarsi». La scienza ce lo ha detto: le nostre azioni provocano l'estinzione delle specie ad una velocità mille volte più rapida della tendenza naturale. Troppe persone continuano a non comprendere le implicazioni di queste distruzioni. Molti pensano che la Terra è il nostro pianeta, che noi possiamo sfruttarlo come vogliamo. Argomenti che tradiscono un'ignoranza sconvolgente sull'importanza degli ecosistemi per il nostro benessere e la nostra specie, per la regolazione del clima, per l'approvvigionamento idrico, per la sicurezza alimentare».

Secondo Ban «La comunità internazionale deve adesso mostrare i benefici degli investimenti nella protezione della diversità biologica, che serviranno anche alla realizzazione degli Mdg. La crisi finanziaria è stata un segnale d'allarme per i governi. La crisi della biodiversità non è differente. Stiamo sprofondando le nostre risorse naturali nella bancarotta, abbiamo bisogno di un piano di rilancio prima che sia troppo tardi. Questo piano di rilancio ci sarà il mese prossimo a Nagoya, in Giappone, e sarà definito durante l'incontro dei 193 Stati parte della Convention on biological diversity (Cbd)». A Nagoya dovrebbe in effetti essere adottato un piano strategico per la biodiversità con obiettivi precisi per ridurre la distruzione delle specie entro il 2050. «E' un piano solido sulla carta - dice Ban - ma che necessiterà di leader per metterlo in opera. Non solo dei ministri dell'ambiente, ma anche dei ministri delle finanze, della pianificazione, dell'economia, dei trasporti, della salute. Bisogna finirla di vedere la protezione dell'ambiente come un costo. Investire per mantenere e ripristinare i nostri ecosistemi, le nostre infrastrutture naturali, può apportare dei guadagni economici stimabili in centinaia di miliardi. Lasciarli deperire, è come buttare dei soldi dalla finestra».

Il segretario della Cdb, Ahmed Djoghlaf ha salutato la conferenza sulla biodiversità all'Onu come «Un giorno storico, durante il quale, grazie alle migliori persone che ci siano, vengono portate alla ribalta le questioni relative alla biodiversità». Ma oi ha aggiunto: «Le notizie non sono buone. Continuiamo a perdere la biodiversità ad un ritmo mai visto prima, con dei tassi di estinzione che rischiano di essere 1.000 volte più grandio dei tassi di base storici. La modificazione degli habitat, il sovrasfruttamento, l'inquinamento, le specie invasive esotiche e i cambiamenti climatici, le 5 principali questioni che contribuiscono direttamente all'erosione della diversità biologica, sono rimaste costanti e hanno visto aumentare la loro intensità».

Djoghlaf ha detto di sperare che a Nagoya, «Tutte le parti coinvolte nella protezione della biodiversità si impegnaranno pienamente per proteggere la biodiversità. Il problema della protezione della biodiversità riguarda tutti gli Stati, ma anche il settore privato, le città ed ogni cittadino. Il successo della Conferenza di Nagoya dipenderà non solo dal numero dei partecipanti, ma piuttosto dalla messa in opera a livello nazionale degli impegni che saranno presi e riaffermati. Gli Stati devono esercitare ugualmente la loro leadership nel settore di questa protezione. Abbiamo bisogno della loro esperienza e della loro conoscenza per condurre bene questa battaglia che riguarda tutti I Paesi».

Jane Smart, direttrice del Biodiversity conservation group dell'Iucn , ha sottolineato che «La biodiversità è in pericolo. La riunione di Nagoya non sarà coronata di successo se ogni Stato non valuterà i costi e il modo per realizzare gli obiettivi identificati per un periodo di 10 anni e se non si impegneranno concretamente».

Thomas Lovejoy, un esperto di biodiversità del centro Heinz dell'università George Mason, ha spiergato che «Gli ecosistemi non scompaiono solo imn maniera drammatica, ma anche ad una gran velocità. Come far fronte a questo? Bisogna proseguire gli sforzi nella lotta contro la perdita di biodiversità. Dobbiamo recuperare gli ecosistemi e ridurre le emissioni di gas serra. Evitare un aumento della temperatura media della superficie del pianeta che innescherebbe una diminuzione di massa della biodiversità».

La direttrice dell'Iucn, Julia Marton Lefèvre, ha sottolineato che «Il 20% dei mammiferi, il 30% degli anfibi, il 12% degli uccelli, il 35% delle conifere e cycas, il 17% degli squali e il 27% dei coralli sono inclusi nella Lista Rossa Iucn delle specie che sono minacciati di estinzione. Evitare di agire danneggia le nostre economie, le nostre condizioni di vita, la nostra salute e la nostra qualità della vita. Se non agiamo oggi, domani le conseguenze saranno irreversibili. La perdita di biodiversità continua ad un ritmo senza precedenti. occorrono misure urgenti per garantire la resilienza delle persone e la natura e per evitare catastrofici punti critici. Rispetto a tali cambiamenti radicali in molti casi il recupero è impossibile e sempre difficile e costoso. Il "business as usual" non realizzerà un futuro per la biodiversità. L'Iucn esorta i leader mondiali e in generale le Nazioni Unite a cogliere l' attimo e ad investire ora in quel che è necessario. Quando i governi si incontreranno il mese prossimo a Nagoya devono essere pronti a investire ciò che è necessario per arrestare la perdita di biodiversità ed evitare così i costi molto più grandi dell'inerzia».


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