“Azioni, politiche e strategie” comuni per promuovere lo “sviluppo economico e sociale di tutti i popoli”: è la promessa con la quale ieri sera, ormai notte in Italia, si è concluso a New York il vertice dell’Assemblea generale dell’Onu dedicato ai cosiddetti Obiettivi di sviluppo del Millennio.
Agenzia Misna - Nel documento finale, 28 pagine frutto di mesi di negoziati, si sostiene che i traguardi in campo sociale fissati nel 2000 dalle Nazioni Unite possono essere raggiunti “anche nei paesi più poveri”. I circa 140 capi di stato e di governo che hanno partecipato al vertice si sono lasciati però con la consapevolezza che nonostante “alcuni progressi” siano stati realizzati, ad esempio nella lotta alla “povertà estrema”, la crisi economica cominciata nel 2008 complica l’impegno per uno sviluppo mondiale più equilibrato e giusto. Nell’ultima giornata del vertice attenzione particolare è stata dedicata agli Obiettivi numero quattro e cinque, che entro il 2015 mirano a forti riduzioni dei tassi di mortalità infantile e materna. Con la promessa di salvare in cinque anni la vita di 16 milioni di giovani donne, neonati e bambini, è stato annunciato un piano di aiuti da 40 miliardi di dollari. Un impegno necessario, che però diversi capi di stato e di governo hanno legato ieri all’esigenza di interventi strutturali. Il presidente cinese, Hu Jintao, ha chiesto per i paesi poveri “un’assistenza finanziaria a lungo termine, stabile e prevedibile”. Non del tutto coincidente la posizione del capo di stato americano Barack Obama, che ha presentato una “Nuova strategia per lo sviluppo globale”. Il contributo degli Stati Uniti non sarà misurato attraverso il denaro speso, ha sostenuto il presidente, ma “attraverso una mobilitazione congiunta di politiche di investimento, commercio e diplomazia”. A New York di questi temi i capi di stato e di governo continueranno a discutere già oggi, con gli interventi in programma durante la 65ª sessione dell’Assemblea generale.
Agenzia Misna - Nel documento finale, 28 pagine frutto di mesi di negoziati, si sostiene che i traguardi in campo sociale fissati nel 2000 dalle Nazioni Unite possono essere raggiunti “anche nei paesi più poveri”. I circa 140 capi di stato e di governo che hanno partecipato al vertice si sono lasciati però con la consapevolezza che nonostante “alcuni progressi” siano stati realizzati, ad esempio nella lotta alla “povertà estrema”, la crisi economica cominciata nel 2008 complica l’impegno per uno sviluppo mondiale più equilibrato e giusto. Nell’ultima giornata del vertice attenzione particolare è stata dedicata agli Obiettivi numero quattro e cinque, che entro il 2015 mirano a forti riduzioni dei tassi di mortalità infantile e materna. Con la promessa di salvare in cinque anni la vita di 16 milioni di giovani donne, neonati e bambini, è stato annunciato un piano di aiuti da 40 miliardi di dollari. Un impegno necessario, che però diversi capi di stato e di governo hanno legato ieri all’esigenza di interventi strutturali. Il presidente cinese, Hu Jintao, ha chiesto per i paesi poveri “un’assistenza finanziaria a lungo termine, stabile e prevedibile”. Non del tutto coincidente la posizione del capo di stato americano Barack Obama, che ha presentato una “Nuova strategia per lo sviluppo globale”. Il contributo degli Stati Uniti non sarà misurato attraverso il denaro speso, ha sostenuto il presidente, ma “attraverso una mobilitazione congiunta di politiche di investimento, commercio e diplomazia”. A New York di questi temi i capi di stato e di governo continueranno a discutere già oggi, con gli interventi in programma durante la 65ª sessione dell’Assemblea generale.
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