giovedì, ottobre 07, 2010
Sono stati inaugurati oggi i lavori dell’Alto Consiglio di pace a Kabul, cui mandato è quello di avviare un dialogo con alcune frange dei gruppi talebani per una pace duratura.

A
genzia Misna - “Ogni provincia, ogni distretto, ogni villaggio attende di vedere il lavoro dell’Alto consiglio di pace” ha detto il presidente Hamid Karzai nel discorso d’inaugurazione. “All’opposizione, che siano i talebani o chiunque altro che voglia servire il paese, rivolgiamo l’invito a cogliere l’opportunità e a rispondere a questo sforzo, a contribuire a portare la pace in questo paese” ha continuato Karzai, esprimendo la speranza di integrare i talebani nella dialettica parlamentare e rinunciare alla violenza. L’avvio di negoziati “segreti” tra governo afgano e insorti talebani era stato segnalato da tempo da fonti di stampa internazionale e con più insistenza negli ultimi giorni, evidenziando che il tentativo di rompere il fronte armato dei talebani è appoggiato dall’amministrazione Americana, dalla quale però non è mai venuta conferma ufficiale. Le testate internazionali differiscono però nell’analisi della strategia: secondo il ‘Washington Post’ il dialogo preferenziale sarebbe con la parte moderata della cosiddetta Shura di Quetta, un’assemblea delle varie frange talebane presieduta dal Mullah Omar e che prende nome dalla città pachistana nel Belucistan al confine occidentale con l'Afganistan, dove avrebbe sede; in particolare il tentativo sarebbe quello di isolare il gruppo Haqqani, il più oltranzista e violento dell’assemblea e contro il quale si sta concentrando l’attacco militare americano nel nord del Pakistan. Il quotidiano britanni ‘The Guardian’, invece, suggerisce che la porta aperta è rivolta proprio al gruppo Haqqani, che starebbe prendendo il comando della Shura di Quetta ed è la minaccia armata più pericolosa. Dell’Alto consiglio di pace sono stati chiamati a far parte una settantina di rappresentanti politici, tra ex presidenti come Burhannudin Rabbani e Sighatullah Mujadadi, anche leader religiosi ed ex talebani.

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