giovedì, ottobre 14, 2010
Entro la fine dell’anno in America Latina 600.000 persone usciranno dal circolo della malnutrizione, un numero “insufficiente” per la Fao, l’ente dell’Onu per l’agricoltura e l’alimentazione.

A
genzia Misna - “La retrocessione della fame nel 2010 è importante ma insufficiente per l’unica regione che era sulla strada giusta per sradicarla” ha detto José Graziano, rappresentante regionale della Fao, presentando in Cile il ‘Panorama della sicurezza alimentare in America Latina e nei Caraibi”. Rispetto al 2009 e, se comparata con altre regioni del mondo, l’America Latina è risultata l’unica regione in cui il numero delle persone che vivono in condizioni di insicurezza alimentare è rimasto quasi inalterato, passando da 53,1 milioni a 52,5. Progressi ben più significativi si registrano in Asia, dove entro la fine dell’anno il numero di abitanti che soffrono la fame si ridurrà di 80 milioni, e in Africa Subsahariana (-12 milioni). Secondo lo studio della Fao, i principali fattori che hanno inciso in America Latina sono l’aumento dei prezzi internazionali degli alimenti, a partire dal 2006, e la crisi finanziaria ed economica del 2009. Sebbene la regione fosse considerata la più preparata ad affrontare la crisi, gli effetti sul piano economico sono stati più gravi con pesanti conseguenze nel settore del lavoro e sul reddito dei meno abbienti, il che ha contribuito a prolungare l’insicurezza alimentare. Secondo la Fao, “solo collegando la crescita economica con l’inclusione sociale si possono ottenere risultati a lungo termine con un impatto più profondo rispettto ai programmi di emergenza”.


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