giovedì, ottobre 07, 2010
A Barcellona si è rinnovato lo spirito di Assisi, quello della storica Giornata mondiale di preghiera del 1986. Dal capoluogo catalano le religioni hanno ammonito a non usare il nome di Dio per odiare e umiliare l’altro, perché chi lo fa abbandona la religione pura. E’ questo l’appello di pace sottoscritto dai rappresentanti di tutte le tradizioni religiose e letto ieri sera a chiusura del Meeting internazionale per la pace organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio.

RadioVaticana - Il dialogo e la preghiera sono lo strumento per sconfiggere l’odio, i conflitti e per abbattere i muri. E’ l’appello dei leader religiosi riunitisi a Barcellona e pronunciato ieri sera davanti alla Cattedrale della città. L’umanità deve faticare ancora molto per realizzare le attese di uomini e donne che vogliono ritrovarsi nella famiglia dei popoli, dicono. Questo è un tempo in cui conosciamo il dolore delle guerre che non hanno portato la pace, delle ferite inferte dal terrorismo, del malessere delle società colpite dalla crisi del lavoro, della sofferenza dei poveri che bussano alle porte dei più ricchi, che rispondono con chiusura e diffidenza. Il mondo è disorientato dalla crisi di un mercato che si è creduto onnipotente, da una globalizzazione a volte senza anima e senza volto, che può diventare un’occasione storica se sostenuta da un’ispirazione generosa. Il mondo, è il monito, ha bisogno di anima e di pace che è il nome di Dio. Chi invoca il nome di Dio per fare la guerra e giustifica la violenza va contro Dio. Le religioni testimoniano che esiste un destino comune dei popoli e degli uomini che è la pace, che si realizza attraverso il dialogo, che non è ingenuità ma la vera alternativa alla violenza. Un destino comune, concludono i religiosi, è l’unico destino possibile. Il prossimo appuntamento con il meeting di Sant’Egidio è per l’11 settembre 2011 in Germania, a Monaco di Baviera, a dieci anni dalla giornata che diede l’avvio ad un periodo di violenza e terrore.

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