sabato, ottobre 30, 2010
Di Frate Pietro, nostro corrispondente a Meknes, nel nord del Marocco

Fine dell’ottobre missionario e festa di Ognissanti, una ricorrenza che mi ha sempre ispirato, non so perché. Forse perché mi immagino questa variopinta assemblea di gente di tutte le epoche, razze e lingue… una mega-festa, diremmo oggi, davvero "multiculturale", con una decisa connotazione alter-globalista, in cui i poveracci hanno finalmente il primo posto, una specie di raduno alla "Woodstock", con musica a gogo, in cui la nota che sostiene l’armonia è la gioia. Non una gioia stolta e ignara, giusto perché "se magna e se beve", piuttosto la gioia dell’intimo, gioia cosciente che è stata pagata a caro prezzo, da una vita completamente donata, “scialacquata”, per Lui. Ma non ci saranno solo i Santi del calendario, quelli con certificazione vaticana ISO GPII o BXVI… quelli ci saranno, ma forse faranno solo il servizio ai tavoli. Quelli invece seduti e allo stesso tempo in braccio al Padre, finalmente consolati, saranno gli ignoti, quelli che hanno preso tutte le mazzate dalla vita, senza risparmio e senza tregua. Quelli a cui nessuno ha mai detto ‘bravo’, al massimo gli abbiamo detto ‘poverino’ (pensando in cuor nostro: che sf… !). Questi saranno gli invitati speciali alle Nozze dell’Agnello, saranno i Custodi della Porta, quelli che faranno gli onori di casa, saranno quelli che ci hanno salvati dalla nostra mostruosa e perbenista indifferenza.

Io per esempio, "speriamo che me la cavo" grazie al gruppo dei mitici handicappati e i bambini dell’orfanotrofio di Meknes, che sono troppo belli e ho anche la prova che non è solo una mia impressione. Infatti già da tre anni, d’estate, dei gruppi di giovani vengono dall’Italia per passare 2 settimane con loro, farli giocare, portarli in piscina etc. Beh, credo di parlare a nome di tutti, è un po’ come essere con un piedino già in quella festa di cui sopra… quando vedi dai loro volti la gioia che la tua visita ha prodotto… roba da non credere! Adesso stiamo tirando in piedi un progettino per assicurare ai bambini almeno un pomeriggio alla settimana di animazione con dei clown, e poi l’apporto di un educatore specializzato per bambini disabili e un fisioterapista.
Parlando di feste e di nozze, vi voglio raccontare un’altra esperienza notevole di questi giorni, cioè la festa di fidanzamento ufficiale della mia amica Z. Qualcuno la conosce, appunto chi è venuto per il campo di lavoro con i bambini quest’estate. Orbene, Z. si è fidanzata con S., un simpatico e distinto senegalese che vive a Ferrara da una decina d’anni. Alla festa ero l’unico invitato uomo e mi sono goduto i vari riti in diretta: l’henné disegnato sulle mani della futura sposa, il dattero e il latte portati alla bocca reciprocamente da lui e da lei, le innumerevoli foto (scattate da me, in buona parte).
Z. indossava un vestito tradizionale rosso, cucito da lei stessa, che sappiamo essere una sarta ben esperta, S. aveva un cappellino bianco, che nascondeva la sua chioma rasta, forse per non spaventare troppo i genitori e le zie di lei. Questo avviene nel pomeriggio; per cena, al mio ristorante preferito, siamo in 3: lei, lui e il "direttore spirituale", io. E’ un po’ come il gruppo fidanzati in parrocchia, solo che qui sono musulmani; ciò non toglie che, in quest’epoca di globalizzazione, una donna marocchina che si fidanza con un senegalese residente a Ferrara possa avere come "confessore" un frate monzese residente a Meknes.
Per concludere, ecco l’ultima della settimana: mentre lavoro all’ufficio del nostro Centro culturale nella Medina, ricevo la visita di Meriem, Abdellah e Mustafa, i tre bambini di Huda, che sta a chiedere la carità sulla scalinata che porta alla nostra via. Ho sempre un po’ di cioccolato per simili evenienze e con l’aggiunta di qualche pezzetto di gesso per imbrattare i marciapiedi, l’affare è concluso. Ma un ragazzino di una famiglia dei nostri vicini vede la cosa e chiede altrettanto; ero tentato di rispondere come il Padrone della vigna che dà il soldo a quelli dell’ultima ora «Dei miei beni faccio quello che voglio »… invece gli ho spiegato che quei bambini erano un po’ meno fortunati di lui e che quindi meritavano un trattamento di favore. Mi aspettavo un disaccordo da parte sua, invece, con mia sorpresa, mi stringe la mano e esclama: «Anta islami», tu sei un vero musulmano!
Bene cari, che dirvi di più ? Godiamoci questa festa multicolor e aspettiamo di vedere chi ci sarà lassù: di sicuro ne vedremo delle belle!


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