giovedì, ottobre 07, 2010
Incontro internazionale in Messico della campagna contro le dighe per promuovere una nuovo modello di gestione dell'acqua e dell'energia basato sulla responsabilità ambientale e sociale.


di Caterina Amicucci - CRBM

PeaceReporter - Si chiude domani il terzo incontro internazionale "Rivers for Life", cha ha visto la partecipazione di 300 delegati da 54 paesi. Le comunità danneggiate dalle grandi dighe e le organizzazioni che le sostengono si sono dati appuntamento dal 1 all'8ottobre nel piccolo villaggio di Temacapulin, nello stato messicano del Jalisco, per rafforzare la collaborazione e costruire nuove strategie di resistenza ai grandi sbarramenti sui fiumi. Le centinaia di testimonianze che si sono alternate in questi giorni restituiscono un panorama preoccupante. Le dighe sono ancora oggi causa di conflitti sociali ed in molti stati le comunità resistenti subiscono attacchi molto duri. La scelta del Messico come sede dell'incontro non è stata causale, in quanto paese dove la repressione degli oppositori politici è quotidiana e drammeticamente violenta. E' il caso della comunità di Masatlan y Concordia nello stato di Sinaloa. Nel 2005 il governo annuncia la costruzione della diga del Picacho sul Rio Presidio, impegnandosi a riconoscere compensazioni giuste e a promuovere progetti di sviluppo. Nel 2008 la comunità viene informata che né il governo federale né quello regionale intendono onorare gli impegni. La comunità inizia una resistenza a oltranza. Il bilancio è pesantissimo, 19 morti, 9 desaparacidos e minacce continue ai leader del movimento che ancora oggi si battono per il diritto ad una giusta indennizzazione.

A Temacapulìn richia di accadere la stessa cosa. La minaccia è lo sbarramento di El Zapotillo, qualche chilometro più a valle lungo il Rio Verde. Temaca, come qui chiamano il villaggio, si trova nell'area di inondazione dove è previsto il bacino. Ma al contrario di Masatlan, la comunità di Temaca è esigua, poche centinaia di persone, soprattutto anziani, che da sei secoli abitano in pace questo isolato e tranquillo canyon. Qui la maggior parte dei giovani emigrano verso gli Stati Uniti e la vita della comunità si sostiene con le rimesse degli "Hijos uscentes". È padre Gabriel a guidare la resistenza del villaggio, che non sembra preoccupare affatto le autorità locali, al punto che i partecipanti all'incontro riescono ad occupare il cantiere della diga per alcune ore senza alcuna reazione da parte delle forze dell'ordine. La gente di Temaca non vuole abbandonare le proprie case che in questi giorni hanno aperto le porte ai delegati di 5 continenti, la tranquilla piazza sulla quale si affacciano i due bar ed il ristorante di Mama Tachita, l'antica basilica e soprattutto il cimitero. La cultura locale è profondamente intrisa della tradizione indigena ed il culto dei morti è un elemento centrale della comunità.

Il governo sta esercitando molta pressione con incursioni periodiche della polizia e minacce per il momento ancora velate. Ma l'effetto psicologico sulla popolazione è devastante. Quattro anziani sono morti a causa dello stress e della depressione. Sull'accaduto ha indagato la Commissione dei Diritti Umani dello stato di Jalisco che ha rivolto al governo la richiesta di sospendere i lavori. Ma la costruzione va avanti e difficilmente la gente di Temaca potrà avere la meglio senza l'appoggio internazionale. Una solidarietà necessaria anche per le altre comunità minacciate: dal progetto di Belo Monte nell'Amazzonia brasiliana, che rischia di scatenare un violento conflitto indigeno, alle dighe di Sogamoso ed El Quimbo in Colombia, dove diversi militanti sono già stati assassinati, dalla diga del Chixoe, per la quale non sono mai state riconosciute compensazioni giuste e la resistenza al progetto è stata repressa con un bagno di sangue, al progetto HydroAisèn nella Patagonia cilena, che rischia di distruggere l'ecosistema di una regione che sta costruendo la sua economia sul turismo ambientale.

Queste alcune delle storie dall'America Latina fra le tante testimonianze arrivate a Temacapulìn da tutto il mondo. L'incontro si è chiuso con una dichiarazione finale che impegna il movimento internazionale ad intensificare le lotte e le campagne contro le dighe e per compensazioni giuste e dignitose ed a promuovere una nuovo modello di gestione dell'acqua e dell'energia basato sulal responsabilità ambientale e sociale e al servizio dei popoli.


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