venerdì, ottobre 08, 2010
Il professore, autore e primo firmatario di Carta ’08, è stato premiato “per la sua lunga battaglia non violenta a favore della democrazia e della pace”. Per Pechino "è un'oscenità".

Oslo (AsiaNews) – Il Comitato per il Nobel per la pace ha assegnato il riconoscimento del 2010 a Liu Xiaobo, professore universitario e dissidente condannato a 11 anni di galera per aver scritto e pubblicato Carta ’08. Secondo le motivazioni alla base dell’assegnazione, “Liu merita il premio per la sua lunga battaglia non violenta a favore della democrazia e della pace”.

Il Comitato per il Nobel, si legge ancora nel testo, “da tempo ritiene che ci sia uno stretto nesso tra diritti umani e pace. Questi diritti sono un presupposto necessario per la fraternità tra le nazioni” di cui Alfred Nobel scrisse nel suo testamento. "Nel corso degli ultimi decenni - prosegue la motivazione del premio - la Cina ha fatto registrare progressi economici che non hanno uguali nella storia. Il Paese è oggi la seconda economica mondiale; centinaia di milioni di persone sono uscite dalla povertà. Si sono aperti nuovi spazi per la partecipazione politica”.

Ma la Cina, continuano i membri firmatari, “viola diversi accordi internazionali di cui è firmataria, così come le sue stesse norme che regolano i diritti politici. L’articolo 35 della Costituzione cinese afferma che i cittadini della Repubblica Popolare Cinese godono della liberà di parola, di stampa, di associazione, di protesta e di manifestazione. In pratica, queste libertà sono state chiaramente limitate ai cittadini cinesi”.

Pechino ha reagito duramente, definendo “un’oscenità” la decisione del Comitato. Già nei giorni scorsi, peraltro, la Cina aveva minacciato una crisi nei rapporti con la Norvegia. Oggi in Cina sono state interrotte le trasmissioni in diretta della Bbc e della Cnn sull'annuncio del Nobel. Davanti alla casa di Liu si è radunata una folla di giornalisti e cameraman. Anche la polizia si è recata nell'abitazione del premio Nobel e le immagini già circolano su Twitter. A Liu Xa, moglie del neo premio Nobel, è impedito di parlare con i giornalisti, ma secondo quanto riferisce Mingbao, quotidiano di Hong Kong, la donna ha affermato che “questo premio è un riconoscimento per il lavoro svolto da mio marito per l'affermazione dei diritti umani nel nostro Paese”.

Per oltre due decenni Liu Xiaobo è stato un forte sostenitore dell'applicazione dei diritti umani fondamentali anche in Cina. Ha preso parte alle proteste di Tienanmen del 1989; è stato uno dei principali promotori di Carta 08, il manifesto di questi diritti in Cina che è stato pubblicato in occasione del 60esimo anniversario della Dichiarazione Universale dei diritti umani delle Nazioni Unite, il 10 dicembre 2008. L'anno seguente, Liu è stato condannato a 11 anni di prigione e privato per due anni dei diritti politici per “istigazione alla sovversione del potere dello Stato”. Liu ha sempre affermato che la sentenza viola sia la Costituzione cinese che i diritti umani fondamentali.

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