A 50 anni dall'indipendenza di numerosi paesi del continente i giornalisti africani non hanno solo da festeggiare, devono portare avanti la lotta in difesa della libertà di stampa.
Agenzia Misna - E' la conclusione del rapporto annuale pubblicato dall'organizzazione internazionale 'Reporter senza frontiere' (Rsf) nel capitolo relativo all'Africa. Particolarmente difficile è la situazione nel Corno d'Africa: per il quarto anno consecutivo l'Eritrea è all'ultimo posto (178°) della classifica e l'infinita guerra civile in Somalia (161° posto) non risparmia certamente i giornalisti. Altri paesi dove la censura fa da padrone è il Sudan, che regredisce di 20 posti, secondo stato africano più in basso nella classifica, e il Rwanda (169) dove i professionisti dei media sono stati particolarmente bersagliati durante il recente periodo elettorale. A rimanere in basso a causa di arresti arbitrari e violenze ai danni dei giornalisti sono anche Etiopia, Nigeria, Repubblica democratica del Congo, Costa d'Avorio, Gambia e Camerun. 'Rsf' deplora il decesso in carcere a Yaoundé del giornalista Bibi Ngota e la detenzione prolungata di altri due suoi colleghi, che hanno fatto perdere al Camerun 20 punti nella classifica. Dopo anni difficili, hanno registrato lenti ma progressivi miglioramenti nel rispetto della libertà di stampa paesi come Niger, Kenya, Ciad, Angola. Infine a distinguersi in Africa sono Namibia, Ghana, Capo Verde, Mali, Sudafrica, Tanzania e Burkina Faso, tutti tra i 50 paesi al mondo più rispettosi della libertà di stampa. Una tendenza negativa viene segnalata in più paesi del Nord Africa come Tunisia e Marocco. 'Rsf' sottolinea che tra i cosiddetti paesi emergenti, la crescita economica non va di pari passo con la libertà di stampa, primo tra tutti la Cina, ferma al 171° posto. Portando lo sguardo al continente americano, vengono registrati significativi passi indietro in Honduras, Panama, Ecuador, Bolivia, Perù e la situazione rimane molto tesa in Repubblica Dominicana e Venezuela. L'organizzazione internazionale ha invece riscontrato tendenze positive in Salvador, Guatemala, Costa Rica, Cuba e Brasile che ha raggiunto i buoni livelli dei suoi vicini Argentina, Cile, Paraguay e Uruguay. In Asia, quattro paesi sono agli ultimi posti della classifica: Corea del Nord, Cina, Vietnam e Laos mentre a registrare un crollo sono state Tailandia, India e Filippine a causa di gravi avvicendamenti politici interni. Sempre critiche rimangono le condizioni di lavoro dei giornalisti in Sri Lanka, Pakistan e Afghanistan; all'opposto sono 'fiori all'occhiello' dell'Asia Taiwan, Corea del Sud, Hong Kong oppure in fase di 'crescita' come Maldive e Mongolia. Infine in Medio Oriente, nonostante il perdurare di gravi violazioni hanno fatto passi avanti sia Israele che i Territori palestinesi e l'Iraq mentre la 'pagella' dei paesi del Golfo non è stata delle migliori soprattutto per Kuwait e Bahrain.
Agenzia Misna - E' la conclusione del rapporto annuale pubblicato dall'organizzazione internazionale 'Reporter senza frontiere' (Rsf) nel capitolo relativo all'Africa. Particolarmente difficile è la situazione nel Corno d'Africa: per il quarto anno consecutivo l'Eritrea è all'ultimo posto (178°) della classifica e l'infinita guerra civile in Somalia (161° posto) non risparmia certamente i giornalisti. Altri paesi dove la censura fa da padrone è il Sudan, che regredisce di 20 posti, secondo stato africano più in basso nella classifica, e il Rwanda (169) dove i professionisti dei media sono stati particolarmente bersagliati durante il recente periodo elettorale. A rimanere in basso a causa di arresti arbitrari e violenze ai danni dei giornalisti sono anche Etiopia, Nigeria, Repubblica democratica del Congo, Costa d'Avorio, Gambia e Camerun. 'Rsf' deplora il decesso in carcere a Yaoundé del giornalista Bibi Ngota e la detenzione prolungata di altri due suoi colleghi, che hanno fatto perdere al Camerun 20 punti nella classifica. Dopo anni difficili, hanno registrato lenti ma progressivi miglioramenti nel rispetto della libertà di stampa paesi come Niger, Kenya, Ciad, Angola. Infine a distinguersi in Africa sono Namibia, Ghana, Capo Verde, Mali, Sudafrica, Tanzania e Burkina Faso, tutti tra i 50 paesi al mondo più rispettosi della libertà di stampa. Una tendenza negativa viene segnalata in più paesi del Nord Africa come Tunisia e Marocco. 'Rsf' sottolinea che tra i cosiddetti paesi emergenti, la crescita economica non va di pari passo con la libertà di stampa, primo tra tutti la Cina, ferma al 171° posto. Portando lo sguardo al continente americano, vengono registrati significativi passi indietro in Honduras, Panama, Ecuador, Bolivia, Perù e la situazione rimane molto tesa in Repubblica Dominicana e Venezuela. L'organizzazione internazionale ha invece riscontrato tendenze positive in Salvador, Guatemala, Costa Rica, Cuba e Brasile che ha raggiunto i buoni livelli dei suoi vicini Argentina, Cile, Paraguay e Uruguay. In Asia, quattro paesi sono agli ultimi posti della classifica: Corea del Nord, Cina, Vietnam e Laos mentre a registrare un crollo sono state Tailandia, India e Filippine a causa di gravi avvicendamenti politici interni. Sempre critiche rimangono le condizioni di lavoro dei giornalisti in Sri Lanka, Pakistan e Afghanistan; all'opposto sono 'fiori all'occhiello' dell'Asia Taiwan, Corea del Sud, Hong Kong oppure in fase di 'crescita' come Maldive e Mongolia. Infine in Medio Oriente, nonostante il perdurare di gravi violazioni hanno fatto passi avanti sia Israele che i Territori palestinesi e l'Iraq mentre la 'pagella' dei paesi del Golfo non è stata delle migliori soprattutto per Kuwait e Bahrain.
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