“Le tecnologie digitali sono una grande opportunità, offrono sinergie inedite, avvicinano contesti lontani tra loro” dice alla MISNA monsignor Paul Tighe, segretario del Pontificio consiglio delle Comunicazioni sociali.
Agenzia Misna - Da oggi a Giovedì si tiene a Roma il Congresso della stampa cattolica, un’occasione di incontro e dibattito che riunisce oltre 250 esperti provenienti da cinque continenti. Ci sono l’Italia e l’Europa, ma anche tanta Africa, con i rappresentanti di 25 paesi, quasi tutta l’America Latina e buona parte dell’Asia, dallo Sri Lanka alla Giordania. “È un’occasione – sottolinea monsignor Tighe - per ascoltarci e per conoscerci: i media cattolici hanno una missione comune ma operano in contesti molto diversi tra loro, c’è chi utilizza i ‘social network’ più all’avanguardia e chi è abituato a lavorare con la fotocopiatrice”. Gli interventi in programma sono numerosi, a partire dal discorso d’apertura del presidente del Pontificio consiglio per le Comunicazioni sociali, monsignor Claudio Maria Celli. Centrale anche il confronto nei tanti “gruppi di lavoro”, sorta di spazio privilegiato per riflettere sul contributo che i media cattolici possono offrire alla società e alla Chiesa stessa. Il Congresso segue tre incontri organizzati negli ultimi anni dal Pontificio consiglio sui diversi mezzi di informazione, da ultimo la radio. Forte il legame con la 45ª Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, in programma il 5 Giugno, sul tema “Verità, annuncio e autenticità di vita nell’era digitale”. “La verità – ha sottolineato in una nota la settimana scorsa il Pontificio consiglio delle Comunicazioni sociali - resta l’immutabile faro d’approdo anche per i new-media e, anzi, l’era digitale, allargando i confini dell’informazione e della conoscenza, può rendere idealmente più vicino ciò che rappresenta il più importante degli obiettivi per chiunque operi nel mondo dei media”.
Agenzia Misna - Da oggi a Giovedì si tiene a Roma il Congresso della stampa cattolica, un’occasione di incontro e dibattito che riunisce oltre 250 esperti provenienti da cinque continenti. Ci sono l’Italia e l’Europa, ma anche tanta Africa, con i rappresentanti di 25 paesi, quasi tutta l’America Latina e buona parte dell’Asia, dallo Sri Lanka alla Giordania. “È un’occasione – sottolinea monsignor Tighe - per ascoltarci e per conoscerci: i media cattolici hanno una missione comune ma operano in contesti molto diversi tra loro, c’è chi utilizza i ‘social network’ più all’avanguardia e chi è abituato a lavorare con la fotocopiatrice”. Gli interventi in programma sono numerosi, a partire dal discorso d’apertura del presidente del Pontificio consiglio per le Comunicazioni sociali, monsignor Claudio Maria Celli. Centrale anche il confronto nei tanti “gruppi di lavoro”, sorta di spazio privilegiato per riflettere sul contributo che i media cattolici possono offrire alla società e alla Chiesa stessa. Il Congresso segue tre incontri organizzati negli ultimi anni dal Pontificio consiglio sui diversi mezzi di informazione, da ultimo la radio. Forte il legame con la 45ª Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, in programma il 5 Giugno, sul tema “Verità, annuncio e autenticità di vita nell’era digitale”. “La verità – ha sottolineato in una nota la settimana scorsa il Pontificio consiglio delle Comunicazioni sociali - resta l’immutabile faro d’approdo anche per i new-media e, anzi, l’era digitale, allargando i confini dell’informazione e della conoscenza, può rendere idealmente più vicino ciò che rappresenta il più importante degli obiettivi per chiunque operi nel mondo dei media”.| Tweet |
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