Che aria tira nelle nostre scuole? Non buona pare, almeno secondo i risultati del progetto Search presentati nel corso del convegno "Qualità dell'aria nelle scuole: un dovere di tutti, un diritto dei bambini.
GreenReport - Insieme si può" organizzato dal ministero dell'Ambiente, da Federasma onlus (Federazione delle associazioni italiane di sostegno ai malati asmatici e allergici) e l'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Le analisi e i sopralluoghi nelle scuole hanno messo in evidenza le interazioni esistenti tra inquinamento esterno e indoor: traffico, fermate di autobus e altre fonti fanno salire i valori delle polveri sottili (PM10) che, entrando nelle aule, raggiungono concentrazioni anche superiori agli 80 µg/m³ (per l'outdoor, la soglia è di 40 µg/m³). All'interno degli edifici scolastici, inoltre, le concentrazioni di formaldeide (inquinante chimico che si libera nell'aria da mobili, colle adesive, vernici, detergenti per la casa e spray mangia polvere) sono risultate più elevate rispetto alla media delle altre scuole europee, anche se rimangono lontane dai livelli di pericolosità indicati dall'Oms. Infine umidità, cattiva ventilazione e caldo fanno aumentare anche altri allergeni come acari, muffe, pollini e provocare l'aumento della concentrazione di alcuni inquinanti chimici volatili. A fronte di questo quadro, il risultato sintetico dell'indagine effettuata su oltre 1000 bambini intervistati (13 scuole in 6 diverse Regioni): quasi il 30% soffre di rinite allergica e il 20 % tossisce frequentemente, spesso anche la notte ( 14%). Una delle conseguenze è anche l'aumento dei giorni di assenza a scuola.
«Sono molte le azioni che il ministero ha messo in campo con convinzione per contrastare le sorgenti d'inquinanti che entrano nelle nostre case e nelle scuole- ha informato il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo (Nella foto) - non solo attraverso la recente revisione della norma nazionale sull'inquinamento atmosferico attraverso il Dlgs 155 dello scorso agosto, ma anche con politiche energetiche più pulite e con norme in continuo aggiornamento sulle fonti d'inquinamento chimico da prodotti di consumo e materiali di costruzione. E' ormai un fatto più che condiviso, che la tutela della nostra salute e dei nostri figli passa attraverso azioni istituzionali integrate ad ogni livello, che devono anche prevedere una corretta informazione per l'adozione di stili di vita più consapevoli» ha concluso il ministro. Il team di esperti che ha svolto il monitoraggio ha anche fornito indicazioni per attuare una corretta prevenzione e limitare la criticità: tra i consigli praticabili immediatamente e con risorse minime, tutti gli accorgimenti per evitare l'aria viziata, l'accumulo di polveri e di sostanze chimiche; l'uso di piante "mangia veleni" (in grado di assorbire gli inquinanti) come la Felce di Boston, capace di rimuovere la formaldeide dall'ambiente al tasso di 20 microgrammi/ora o l'Areca che riduce, al tasso di 19 microgrammi/ora, xilene e toluene presenti all'interno. Se poi si volesse ritinteggiare classi o palestre, l'aria nelle scuole può essere migliorata anche utilizzando vernici foto-catalitiche o ecoattive, che trasformano le sostanze inquinanti in residui innocui (sali minerali, calcio, etc), fungendo da agenti anti-inquinanti e antibatterici.
«L'indoor è un tema complesso e si può affrontare solo con la collaborazione di tutti i settori - ha dichiarato il direttore generale dell'Ispra Stefano Laporta- L'incontro degli esperti sul campo ha inoltre evidenziato le problematiche di competenza e l'esigenza di programmi di monitoraggio degli inquinanti indoor nelle scuole, con sostanziali differenze tra Regione e Regione». Lo studio si inquadra nell'ambito del progetto internazionale Search (School environment and respiratory health of children) promosso e finanziato dal ministero dell'Ambiente, in collaborazione con il Rec (Regional environmental center for Central ad Eastern Europe), per valutare l´esposizione ai principali inquinanti all´interno degli edifici scolastici. Un lavoro che, a livello europeo, ha visto la misurazione con protocolli comuni standardizzati degli inquinanti indoor in 243 scuole di 6 Paesi diversi ed ha analizzato la funzionalità respiratoria (spirometrie) di oltre 5.000 bambini tra gli 11 e i 12 anni.
«Migliorare l'aria che si respira pensando ai bambini affetti da asma e allergia è un modo per proteggere la salute di tutti i bambini- ha sottolineato Sandra Frateiacci, presidente di Federasma onlus- Lo studio ci aiuta infatti a dare il meglio in tutte le azioni di prevenzione utili a ridurre i fattori di rischio evitabili. Il bambino allergico e/o asmatico, se adeguatamente protetto con misure di prevenzione ambientali, comportamentali e terapeutiche, potrà vivere una vita del tutto normale e aspirare a raggiungere importanti risultati, anche agonistici, come dimostrano i molti atleti asmatici e/o allergici che hanno raggiunto importanti traguardi internazionali». I risultati del progetto sono disponibili sul sito Ispra (www.isprambiente.it).
GreenReport - Insieme si può" organizzato dal ministero dell'Ambiente, da Federasma onlus (Federazione delle associazioni italiane di sostegno ai malati asmatici e allergici) e l'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Le analisi e i sopralluoghi nelle scuole hanno messo in evidenza le interazioni esistenti tra inquinamento esterno e indoor: traffico, fermate di autobus e altre fonti fanno salire i valori delle polveri sottili (PM10) che, entrando nelle aule, raggiungono concentrazioni anche superiori agli 80 µg/m³ (per l'outdoor, la soglia è di 40 µg/m³). All'interno degli edifici scolastici, inoltre, le concentrazioni di formaldeide (inquinante chimico che si libera nell'aria da mobili, colle adesive, vernici, detergenti per la casa e spray mangia polvere) sono risultate più elevate rispetto alla media delle altre scuole europee, anche se rimangono lontane dai livelli di pericolosità indicati dall'Oms. Infine umidità, cattiva ventilazione e caldo fanno aumentare anche altri allergeni come acari, muffe, pollini e provocare l'aumento della concentrazione di alcuni inquinanti chimici volatili. A fronte di questo quadro, il risultato sintetico dell'indagine effettuata su oltre 1000 bambini intervistati (13 scuole in 6 diverse Regioni): quasi il 30% soffre di rinite allergica e il 20 % tossisce frequentemente, spesso anche la notte ( 14%). Una delle conseguenze è anche l'aumento dei giorni di assenza a scuola.
«Sono molte le azioni che il ministero ha messo in campo con convinzione per contrastare le sorgenti d'inquinanti che entrano nelle nostre case e nelle scuole- ha informato il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo (Nella foto) - non solo attraverso la recente revisione della norma nazionale sull'inquinamento atmosferico attraverso il Dlgs 155 dello scorso agosto, ma anche con politiche energetiche più pulite e con norme in continuo aggiornamento sulle fonti d'inquinamento chimico da prodotti di consumo e materiali di costruzione. E' ormai un fatto più che condiviso, che la tutela della nostra salute e dei nostri figli passa attraverso azioni istituzionali integrate ad ogni livello, che devono anche prevedere una corretta informazione per l'adozione di stili di vita più consapevoli» ha concluso il ministro. Il team di esperti che ha svolto il monitoraggio ha anche fornito indicazioni per attuare una corretta prevenzione e limitare la criticità: tra i consigli praticabili immediatamente e con risorse minime, tutti gli accorgimenti per evitare l'aria viziata, l'accumulo di polveri e di sostanze chimiche; l'uso di piante "mangia veleni" (in grado di assorbire gli inquinanti) come la Felce di Boston, capace di rimuovere la formaldeide dall'ambiente al tasso di 20 microgrammi/ora o l'Areca che riduce, al tasso di 19 microgrammi/ora, xilene e toluene presenti all'interno. Se poi si volesse ritinteggiare classi o palestre, l'aria nelle scuole può essere migliorata anche utilizzando vernici foto-catalitiche o ecoattive, che trasformano le sostanze inquinanti in residui innocui (sali minerali, calcio, etc), fungendo da agenti anti-inquinanti e antibatterici.
«L'indoor è un tema complesso e si può affrontare solo con la collaborazione di tutti i settori - ha dichiarato il direttore generale dell'Ispra Stefano Laporta- L'incontro degli esperti sul campo ha inoltre evidenziato le problematiche di competenza e l'esigenza di programmi di monitoraggio degli inquinanti indoor nelle scuole, con sostanziali differenze tra Regione e Regione». Lo studio si inquadra nell'ambito del progetto internazionale Search (School environment and respiratory health of children) promosso e finanziato dal ministero dell'Ambiente, in collaborazione con il Rec (Regional environmental center for Central ad Eastern Europe), per valutare l´esposizione ai principali inquinanti all´interno degli edifici scolastici. Un lavoro che, a livello europeo, ha visto la misurazione con protocolli comuni standardizzati degli inquinanti indoor in 243 scuole di 6 Paesi diversi ed ha analizzato la funzionalità respiratoria (spirometrie) di oltre 5.000 bambini tra gli 11 e i 12 anni.
«Migliorare l'aria che si respira pensando ai bambini affetti da asma e allergia è un modo per proteggere la salute di tutti i bambini- ha sottolineato Sandra Frateiacci, presidente di Federasma onlus- Lo studio ci aiuta infatti a dare il meglio in tutte le azioni di prevenzione utili a ridurre i fattori di rischio evitabili. Il bambino allergico e/o asmatico, se adeguatamente protetto con misure di prevenzione ambientali, comportamentali e terapeutiche, potrà vivere una vita del tutto normale e aspirare a raggiungere importanti risultati, anche agonistici, come dimostrano i molti atleti asmatici e/o allergici che hanno raggiunto importanti traguardi internazionali». I risultati del progetto sono disponibili sul sito Ispra (www.isprambiente.it).
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