Un giovanissimo kamikaze si è fatto saltare in una moschea del Nordovest: almeno 50 morti e cento feriti gravissimi. Ultimo atto di una guerra in cui gli Stati Uniti sono sempre più coinvolti
PeaceReporter - Almeno cinquanta morti e cento feriti in gravissime condizioni. L'ultima strage terroristica che ha colpito il Pakistan è stata opera di un giovanissimo kamikaze che si è fatto esplodere questa mattina, durante la preghiera del venerdì, in una moschea di Derra Adamkhel, non lontano da Peshawar. Secondo la polizia pachistana, i talebani avrebbero colpito questa moschea perché retta da religiosi moderati filogovernativi.
Quale che fosse l'obiettivo specifico, si è trattato dell'ennesimo atto di cieca rappresaglia dei ribelli del Tehreek-e-Taliban Pakistan (Ttp) all'incessante offensiva militare che le forze armate di Islamabad e la Cia conducono contro le roccaforti jihadiste delle Aree Tribali. Un conflitto in cui muoiono quotidianamente decine di persone, ma che viene ignorato dai media internazionali. Nonostante si tratti del fronte più strategico della 'guerra al terrorismo'.
Ieri dieci miliziani sono morti sotto i bombardamenti dell'aviazione governativa nel distretto di Orakzai. Il giorno prima, tredici jihadisti erano stati uccisi da tre missili lanciati dai droni della Cia in Nord Waziristan. Il 2 novembre gli elicotteri da guerra di Islamabad avevano ammazzato altri diciassette ribelli nel distretto di Mohmand. Lo stesso giorno, elicotteri americani avevano violato lo spazio aereo pachistano compiendo una perlustrazione nel distretto di Kurram.
Il coinvolgimento militare degli Stati Uniti in Pakistan è sempre più massiccio. I raid missilistici dei Predator avvengono ormai al ritmo di una ventina al mese (95 finora nel 2010, contro i 53 dell'anno precedente e i 35 del 2008), le incursioni degli elicotteri delle forze aeree americane sono sempre più frequenti, ma soprattutto (stando alle recenti rivelazioni del giornalista del Washington Post, Bob Woodward) sul terreno operano clandestinamente i 'Counterterrorism Pursuit Teams' della Cia, commando paramilitari afgani che compiono regolarmente incursioni in territorio pachistano.
Per non parlare delle oscure attività dei mercenari americani della Xe (la vecchia Blackwater) agli ordini della Cia, più volte accusati dai servizi segreti pachistani (Isi) di aver compiuto operazioni 'false flag' (sotto falsa bandiera), vale a dire attentati terroristici contro civili, attribuiti ai talebani allo scopo di giustificare il crescente interventismo militare Usa in Pakistan e di destabilizzare il paese al punto da rendere 'necessarie' misure volte a 'mettere in sicurezza' l'arsenale nucleare pachistano, oggi in mano a personaggi e strutture di cui Washington non si fida minimamente.
Quale che fosse l'obiettivo specifico, si è trattato dell'ennesimo atto di cieca rappresaglia dei ribelli del Tehreek-e-Taliban Pakistan (Ttp) all'incessante offensiva militare che le forze armate di Islamabad e la Cia conducono contro le roccaforti jihadiste delle Aree Tribali. Un conflitto in cui muoiono quotidianamente decine di persone, ma che viene ignorato dai media internazionali. Nonostante si tratti del fronte più strategico della 'guerra al terrorismo'.
Ieri dieci miliziani sono morti sotto i bombardamenti dell'aviazione governativa nel distretto di Orakzai. Il giorno prima, tredici jihadisti erano stati uccisi da tre missili lanciati dai droni della Cia in Nord Waziristan. Il 2 novembre gli elicotteri da guerra di Islamabad avevano ammazzato altri diciassette ribelli nel distretto di Mohmand. Lo stesso giorno, elicotteri americani avevano violato lo spazio aereo pachistano compiendo una perlustrazione nel distretto di Kurram.
Il coinvolgimento militare degli Stati Uniti in Pakistan è sempre più massiccio. I raid missilistici dei Predator avvengono ormai al ritmo di una ventina al mese (95 finora nel 2010, contro i 53 dell'anno precedente e i 35 del 2008), le incursioni degli elicotteri delle forze aeree americane sono sempre più frequenti, ma soprattutto (stando alle recenti rivelazioni del giornalista del Washington Post, Bob Woodward) sul terreno operano clandestinamente i 'Counterterrorism Pursuit Teams' della Cia, commando paramilitari afgani che compiono regolarmente incursioni in territorio pachistano.
Per non parlare delle oscure attività dei mercenari americani della Xe (la vecchia Blackwater) agli ordini della Cia, più volte accusati dai servizi segreti pachistani (Isi) di aver compiuto operazioni 'false flag' (sotto falsa bandiera), vale a dire attentati terroristici contro civili, attribuiti ai talebani allo scopo di giustificare il crescente interventismo militare Usa in Pakistan e di destabilizzare il paese al punto da rendere 'necessarie' misure volte a 'mettere in sicurezza' l'arsenale nucleare pachistano, oggi in mano a personaggi e strutture di cui Washington non si fida minimamente.
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