del nostro collaboratore Carlo Mafera
"Un trono per due" (rappresentata al teatro Tirso di Roma dal 13 ottobre al 7 novembre) è una commedia divertente e ironica scritta da Cinzia Berni e Guido Polito. Si tratta di un intreccio di vicende coinvolgenti e comiche che vengono rappresentate dai protagonisti nei loro rapporti d’amicizia, d’amore, di competizione e di tradimenti. Mentre guardavo la commedia mi venivano alla mente le considerazioni che Italo Calvino faceva sulla leggerezza: “Come la melanconia è la tristezza diventata leggera, così lo humour è il comico che ha perso la pesantezza corporea”. Viviamo in un’epoca dove regna sovrana la pesantezza. Dove la fa da padrona la tristezza che è uno stato d’animo più nobile rispetto a quello della leggerezza. Sembra che non si possa vivere senza necessariamente il pesante fardello della tristezza. Ma il problema è un altro: come si può alleggerire la gravità della condizione umana senza sentirci in colpa? So bene che le obiezioni di coloro che sono pesanti sarebbero tante e molto di esse metterebbero in evidenza come non è proprio possibile essere leggeri quando si hanno problemi seri, in famiglia o sul lavoro, quando alcune relazioni sono in crisi. Mi permetto di dissentire e affermare decisamente che non solo è possibile, ma, anzi, sottolineo che è proprio in quei momenti che diamo prova della nostra capacità di slancio intellettuale, emotivo, relazionale. Del resto sarebbe troppo facile essere leggeri quando tutto va bene. La leggerezza è un dono di Dio che si conquista anche con lacrime e fatica ed esige che rimettiamo in discussione l’elenco delle nostre priorità esistenziali. Essere leggeri vuol dire aver ben chiaro dove è il significato, il senso, la sostanza, il centro della nostra esistenza interiore come delle nostre attività e avvicinarsi ad essa senza appesantirsi o appesantire gli altri.
Nel partecipare ad una commedia comica come questa, ho preso le distanze dalla cruda realtà e ho preso coscienza che la vita si può condurre solo se abbiamo in tasca una moneta decisiva: che ha, su una faccia, la leggerezza e, sull’altra, l’umorismo.
La vicenda si svolge in un vecchio teatro di Roma dove il direttore Tiziano (Paolo Gattini) in serie difficoltà economiche, accetta di far recitare Titti Stuart (Anna Tognetti), una ragazza superficiale e protetta dal produttore. Questa starlette vanta come unica esperienza artistica quella d’aver fatto la “tronista televisiva”.
In soccorso alla giovane attrice, del tutto incapace e con una pessima dizione intrisa di un marcato dialetto pugliese, è chiamata dall’amministratore di compagnia (Stefano Antonucci), l’attrice di gran talento dal passato glorioso, ma ormai dimenticata, Patrizia Lotti (Laura Troschel). Due donne di diversa estrazione culturale e generazionale che si confrontano e si scontrano. La competizione fra le due donne, tra liti, battute dispettose e malintesi esilaranti, riporterà lo spettatore nell’affascinante mondo del teatro comico dove ogni dramma viene sublimato nella leggerezza di cui si diceva.
Il regista Cinzia Berni che ha scritto insieme a Guido Polito la commedia ha riscoperto, non ultima nel lungo elenco di scrittori comici, la leggerezza. Tale stato d’animo che gravita intorno a persone ed eventi, dimostra che chi vive meglio è proprio colui che è capace di guardare il tutto con un distacco sereno, con quell’umorismo che è forza per andare avanti.
Nel partecipare ad una commedia comica come questa, ho preso le distanze dalla cruda realtà e ho preso coscienza che la vita si può condurre solo se abbiamo in tasca una moneta decisiva: che ha, su una faccia, la leggerezza e, sull’altra, l’umorismo.
La vicenda si svolge in un vecchio teatro di Roma dove il direttore Tiziano (Paolo Gattini) in serie difficoltà economiche, accetta di far recitare Titti Stuart (Anna Tognetti), una ragazza superficiale e protetta dal produttore. Questa starlette vanta come unica esperienza artistica quella d’aver fatto la “tronista televisiva”.
In soccorso alla giovane attrice, del tutto incapace e con una pessima dizione intrisa di un marcato dialetto pugliese, è chiamata dall’amministratore di compagnia (Stefano Antonucci), l’attrice di gran talento dal passato glorioso, ma ormai dimenticata, Patrizia Lotti (Laura Troschel). Due donne di diversa estrazione culturale e generazionale che si confrontano e si scontrano. La competizione fra le due donne, tra liti, battute dispettose e malintesi esilaranti, riporterà lo spettatore nell’affascinante mondo del teatro comico dove ogni dramma viene sublimato nella leggerezza di cui si diceva.
Il regista Cinzia Berni che ha scritto insieme a Guido Polito la commedia ha riscoperto, non ultima nel lungo elenco di scrittori comici, la leggerezza. Tale stato d’animo che gravita intorno a persone ed eventi, dimostra che chi vive meglio è proprio colui che è capace di guardare il tutto con un distacco sereno, con quell’umorismo che è forza per andare avanti.
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